Chiesa anglicana dà il via libera alle donne vescovo. Scisma in vista?
È uno spaccatura che rischia di avere ripercussioni gravi, all’interno della Chiesa anglicana e sulle sue relazioni con le altre confessioni cristiane. Ieri sera, al termine di una giornata travagliata, il sinodo generale, l’organo di governo della chiesa d’Inghilterra, ha deciso di autorizzare l’ordinazione di donne vescovo nonostante la forte opposizione dell’ala tradizionalista.
Stando alla BBC, il Sinodo, riunito a York, ha comunque accettato di adottare ”non meglio precisate misure” per andare incontro a chi ha votato contro. Alla vigilia si era parlato della nomina di ‘super-vescovi’ di sesso maschile cui potessero fare riferimento quella parte di clero e quei fedeli che non vorranno riconoscere le donne. Secondo il sito Internet del ‘Times’, tuttavia, questa proposta è stata bocciata di stretta misura. Prima del Sinodo, circa 1.300 esponenti del clero avevano minacciato di abbandonare la Chiesa di Inghilterra in caso di adozione di decisioni del tutto contrarie alla linea dell’ortodossia. Il dibatto – accesissimo – si è protratto per oltre sei ore, con uno dei vescovi che a un certo punto della discussione è scoppiato in lacrime.
Secondo la BBC, è stata bocciata anche l’idea di dare vita a nuove diocesi per le parrocchie ‘dominate’ dagli oppositori. Al voto hanno partecipato le tre ‘camere’ del Sinodo, i laici, i vescovi e il clero. Tutte hanno votato a favore della consacrazione vescovile delle donne sacerdote. L’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, nel corso del dibattito ha detto di essere decisamente a favore del compromesso ma ha messo in chiaro che non avrebbe accettato soluzioni che potessero essere lette come una ”umiliazione” per le donne. Al di là di tutto, rischia di ripetersi la situazione creatasi nel 1994, quando la Chiesa approvò l’ordinazione sacerdotale delle donne, decisione rifiutata da circa 500 membri del clero che passarono alla Chiesa cattolica.
Otto giorni fa a Gerusalemme trecento vescovi anglicani tradizionalisti – in rappresentanza soprattutto di diocesi di Asia, Africa e Australia – sono arrivati ad un passo dalla scisma: hanno deciso di organizzarsi in ”chiesa dentro la chiesa” con un proprio clero e con propri seminari e hanno avvertito che non riconosceranno più come indiscutibile autorità suprema l’arcivescovo di Canterbury. Le donne vescovo creeranno problemi anche nelle relazioni ecumeniche con cattolici e ortodossi. Nonostante la volontà di dialogo delle parti, il solco tra le diverse confessioni è destinato ad allargarsi.