3 gennaio, memoria del Santissimo Nome di Gesù, il solo per cui, nei cieli, sulla terra e sotto terra, si pieghi ogni ginocchio a gloria della maestà divina

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È nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo che vive ogni respiro della propria esistenza un Cristiano. Lo si esprime con un gesto semplice ma potente, il segno della Croce, che è un modo per mostrare la scelta di portare nel mondo il messaggio di Gesù, morto e risorto. É nel nome di Gesù le prime comunità cristiane trovarono la loro radice, perché proprio la loro fede in una persona le distingueva e ne definiva l’identità. Per questo la devozione per il nome di Gesù, autentica “formula” per la santità, ha sempre accompagnato la storia della Chiesa, raggiungendo il proprio apice tra il XIV e il XV secolo quando San Bernardino da Siena realizzò il trigramma con le lettere IHS (prime tre lettere del nome di Gesù in greco), all’interno di un sole con 12 raggi d’oro su sfondo azzurro. Grazie a questo santo francescano, il culto si diffuse fino a entrare nel calendario liturgico.

Oggi, l’amico e collega Renato Farina ha ricordato il coraggio di Mons. Luigi Negri, deceduto nell’ultimo giorno del 2021 [QUI]. Fu il primo prelato in Occidente a esporre sull’ingresso del palazzo arcivescovile un grande stendardo. Vi erano tracciate sopra una «ن» verde, la lettera “nūn”, la venticinquesima dell’alfabeto arabo, corrispondente alla “n” dell’alfabeto latino. Vuol dire Nazareno. Era la scritta dipinta sulle porte delle case dei cristiani a Mosul dall’ISIS, nell’inerzia del mondo e di tanta parte dei Cattolici.

Il Santissimo Nome di Gesù fu sempre onorato e venerato nella Chiesa fin dai primi tempi, ma solo nel XIV secolo cominciò ad avere culto liturgico. Grande predicatore e propagatore del culto al Nome di Gesù, fu il francescano San Bernardino da Siena (1380-1444) e continuato da altri confratelli, soprattutto dai Beati Alberto da Sarteano (1385-1450) e Bernardino da Feltre (1439-1494). Nel 1530 Papa Clemente VII autorizzò l’Ordine Francescano a recitare l’Ufficio del Santissimo Nome di Gesù. La celebrazione già presente in varie località, fu estesa a tutta la Chiesa da Papa Innocenzo XIII nel 1721. Il giorno di celebrazione variò tra le prime domeniche di gennaio, per attestarsi al 2 gennaio fino agli anni Settanta del Novecento, quando fu soppressa. Papa Giovanni Paolo II ha ripristinato al 3 gennaio la memoria facoltativa nel Calendario Romano.

Il trigramma di San Bernardino da Siena

Affinché la sua predicazione non fosse dimenticata facilmente, San Bernardino da Siena, dotto e erudito frate francescano del XV secolo, studiò un modo semplice ed efficace per far sì che la sua predicazione non venisse dimenticata facilmente. Con profondo intuito psicologico inventò un simbolo dai colori vivaci – oggi lo chiamiamo “logo” – con cui sintetizzò la devozione al Nome di Gesù: il trigramma, disegnato da lui stesso e per questo è considerato – da acuto psicologo della comunicazione quale si è rivelato – patrono dei pubblicitari.

San Bernardino era solito mostrare il dipinto sopra una tavoletta alle masse di fedeli che accorrevano nelle piazze per ascoltare i suoi celebri sermoni. Qualche volta il trigramma figurava sugli stendardi che lo precedevano, quando arrivava in una nuova città a predicare. Figurava sulle tavolette di legno che poggiava sull’altare dove celebrava la Santa Messa prima dell’attesa omelia e figurava sulla tavoletta con cui benediceva i fedeli al termine.

Diceva San Bernardino: «Questa è mia intenzione, di rinnovare e chiarificare il nome di Gesù, come fu nella primitiva Chiesa» e spiegò che, mentre la Croce evocava la Passione di Cristo, il suo Nome rammentava ogni aspetto della sua vita, la povertà del presepio, la modesta bottega di falegname, la penitenza nel deserto, i miracoli della carità divina, la sofferenza sul Calvario, il trionfo della Resurrezione e dell’Ascensione. Con questo, San Bernardino ribadiva la devozione già presente in San Paolo, durante il Medioevo in alcuni Dottori della Chiesa e in San Francesco d’Assisi. Inoltre, tale devozione era praticata in tutto il Senese, pochi decenni prima, dalla Congregazione religiosa Gesuati, fondata nel 1360 dal senese Beato Giovanni Colombini, dedita all’assistenza degli infermi e così detti per il loro ripetere frequente del nome di Gesù.

Nel incipit del suo testamento San Bernardino scrive: «In primo luogo vi lascio la cosa più preziosa che io vi possa lasciare, cioè il nome di Gesù del quale sono devotissimo, ch’è nome sopra ogni nome; e questo dolcissimo ed alto nome abbiatelo sempre segnato nelle menti e fronti vostre, affinché sempre vi accompagni in ogni luogo; cosicché quando sorgete dal letto, il segno della santa croce nel nome di Gesù sia principio di ogni vostra intenzione ed opera; quando sedete a mensa cominciate nel nome di Gesù, similmente quando v’alzate da essa o scrivete lettere, la prima parola sia nel nome di Gesù».

Il simbolo del trigramma consiste in un sole raggiante in campo azzurro, sopra vi sono le lettere IHS che sono le prime tre del nome Gesù in greco ΙΗΣΟΥΣ (Iesûs), ma si sono date anche altre spiegazioni, come l’abbreviazione di “In Hoc Signo [vinces]” il motto Costantiniano, oppure di “Iesus Hominum Salvator”.

Ad ogni elemento del simbolo, San Bernardino applicò un significato:
– il sole centrale è chiara allusione a Cristo che dà la vita come fa il sole e suggerisce l’idea dell’irradiarsi della Carità;
– il calore del sole è diffuso da dodici raggi serpeggianti, come i dodici Apostoli (il significato mistico era espresso in una litania; 1° rifugio dei penitenti; 2° vessillo dei combattenti; 3° rimedio degli infermi; 4° conforto dei sofferenti; 5° onore dei credenti; 6° gioia dei predicanti; 7° merito degli operanti; 8° aiuto dei deficienti; 9° sospiro dei meditanti; 10° suffragio degli oranti; 11° gusto dei contemplanti; 12° gloria dei trionfanti);
– la fascia che circonda il sole rappresenta la felicità dei beati che non ha termine;
– l’oro è il colore dell’amore, simbolo della gloria della divinità;
– il celeste dello sfondo è il coloro del cielo, simbolo della fede
– l’asta sinistra dell’H è allungata, tagliandola in alto per farne una croce, in alcuni casi la croce è poggiata sulla linea mediana dell’H;
– tutto il simbolo è circondato da una cerchia esterna con le parole in latino tratte dalla Lettera di San Paolo ai Filippesi (2,10): “Nel Nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi, sia degli esseri celesti, che dei terrestri e degli inferi”, con cui Bernardino intendeva stimolare i Cristiani ad onorare Cristo.

Il trigramma di San Bernardino ebbe un gran successo, diffondendosi in tutta Europa.

Ritratto di Santa Giovanna d’Arco con suo stendardo, dal registro del Parlamento di Parigi (1429) tenuto da Clément de Fauquembergue.

Anche Santa Giovanna d’Arco lo ricamerò sul suo stendardo.

Più tardi, la Compagnia di Gesù prese queste tre lettere come suo emblema e diventò sostenitrice del culto e della dottrina, dedicando al Santissimo Nome di Gesù le sue più belle e grandi chiese, edificate in tutto il mondo.

Durante la sua predicazione, San Bernardino invitava l’uditorio ad apporre sulle facciate delle case il trigramma, che divenne progressivamente un potente emblema protettivo, complice la devozione del grande santo francescano che non a caso aggiungeva nelle sue prediche: «Portalo addosso, o scritto o figurato, e non potrai capitar male». Fu dunque, nella speranza di un aiuto divino, che tale simbolo cominciò ad essere riprodotto in formelle di piccole dimensioni per essere murato all’esterno delle case, sopra i portoni o di fianco ad essi, con triplice significato: richiesta di protezione dai mali, confessione di fede e appartenenza cristiana, benedizione a chi entra, lasciando fuori il male, e a chi transita. Lo si ritrova in ogni posto dove Bernardino e i suoi discepoli abbiano predicato o soggiornato.

Edicola con il trigramma di San Bernardino da Siena in via Gombito a Bergamo.

Il trigramma divenne così un emblema celebre e diffuso in tutti i locali pubblici e privati, sostituendo blasoni e stemmi delle varie Famiglie e Corporazioni spesso in lotta fra loro. L’usanza trova riscontro nella presenza di questa immagine scolpita sull’architrave di tanti portoni d’ingresso delle case di molti centri storici italiani. Sulla facciata del Palazzo Pubblico di Siena campeggia enorme e solenne, opera dell’orafo senese Tuccio di Sano e di suo figlio Pietro. Un’altra bellissima rappresentazione, dipinta da Andrea Mantegna, si trova nella Basilica di Padova, luogo che Bernardino visitò e nel quale predicò.

Foto di copertina: Trigramma appartenuto, secondo la tradizione, a San Giovanni da Capestrano, XV secolo, dipinto su tavola, Convento di San Giuliano, L’Aquila.

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