La Neo-Dittatura in caduta libera. Promossa dai Media Collaborazionisti. Scenario già visto negli Anni Trenta. Ma questa volta andrà peggio, prima della “Stunde Null”… se li lasciamo fare
Il nuovo anno appena cominciato non promette niente di buono. E l’onesta intellettuale ci obbliga a dire senza mezzi termini, che non abbiamo motivo per sperare che “andrà tutto bene”. Con il #brancodibalordi al potere, guidato da “capitani schettino”, che stanno portano il Paese e il mondo globalizzato al peggior naufragio immaginabile, non possiamo raccontare frottole. Anche perché siamo già incagliati, basta guardare dall’oblò della propria zona di conforto.
«Quando sarà esplicitamente ammessa la verità,
la mente delle persone sarà ormai talmente corrotta
e la realtà talmente compromessa,
che non farà alcuna differenza.
Comincio a temere questo»
(Paola Bassarelli).
Direte, pensieri cupi. Avete ragione, ma ci sono venuti non da ieri, ne abbiamo già parlato in passato. Poi, sono stati confermati questa mattina, leggendo il commento dell’amico e collega Marco Tosatti – anche lui della “Vielle Garde”, quando i giornalisti facevano ancora il loro mestiere, dare informazione e fare da cani da guardia agli altri tre poteri dello Stato – sul suo blog Stilum Curiae di questa mattina, segnalando un articolo di Scenari Economici. Li condividiamo ambedue, con la stessa preoccupazione. Perché qualche memoria storica lo abbiamo anche noi. Poi, per coloro che non avrebbero ancora capito su quali strade ci stanno portando, segue la riflessione di Tosatti sulla “Germania anno zero”.
L’espressione Stunde Null (ora zero), mutuata dal gergo militare, designa in tedesco la data dell’8 maggio 1945 e, più in generale, il periodo dell’immediato dopoguerra in Germania e Austria. Si riferisce alla resa incondizionata della Wehrmacht (avvenuta in quella data) e al crollo del Terzo Reich, che offrirono ai due Paesi l’opportunità di ripartire da zero. L’espressione deriva dal linguaggio della pianificazione organizzativa, tipico delle forze armate, che designa nel senso generale il momento decisivo in cui inizia a svolgersi una nuova catena d’eventi.
«Stavolta andrà peggio. Quanto, lo possiamo solo intuire nei peggiori incubi. Se li lasciamo fare. Poi ognuno decide qual è il prezzo della sua libertà, della sua anima e dei suoi figli», scrive Marco Tosatti. Come lui ho vissuto già a lungo (sono nato nel 1946, l’anno zero della Germania da dove mio padre era tornato dopo un anno e mezzo di campo di concentramento; mi ricordo bene le lezioni che mi ha dato da ragazzo sul totalitarismo, quello nazista e quello comunista) e abbiamo visto delle cose…
«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia. È tempo di morire» [Il monologo amaro di Rutger Hauer nei panni del replicante Roy Batty, l’incipit del film di fantascienza “Blade Runner” del 1982, diretto da Ridley Scott e ispirato al romanzo Il cacciatore di androidi di Philip K. Dick].
PS Anche Korazym.org – come Stilum Curiae e siti simili – non prende un soldo bucato dallo Stato… e neanche dall’8 per mille della Conferenza Episcopale Italiana (come i soldi dello Stato sempre soldi nostri sono; lo disse Lenin: ), con lo stesso scenario in ambiente ecclesiastico (quando l’abbiamo chiesto – tre volte – nei tempi della fondazione di questo portale libero, ci fu rifiutato, con la motivazione: “Non è cosa nostra”, per significare che i burocrati curiali dell’episcopato italiano non potevano controllarci). Quindi, siamo rimasti liberi a pensare, a scrivere, a pubblicare… finché ci sarà permesso dalla Neo-Dittatura in caduta libera. Comunque, dopo di noi, anche ai collaborazionisti di oggi toccherà la stessa fine.
«Chi è abbastanza anziano, o comunque ha una buona cultura cinematografica, si ricorderà certamente “Quarto Potere” di Orson Welles. Una bella storia, in cui a fronte di politica corrotta la denuncia della stampa risulta vincente. Quarto potere: perché dovrebbe aggiungersi, nelle società democratiche, ai tre poteri istituzionali, legislativo, esecutivo e giudiziario, e svolgere la funzione di “cane da guardia” a favore del cittadino. Esattamente quello che i giornali – praticamente tutti, con qualche rarissima eccezione – NON fanno. L’esempio iconico dello stato di servilismo dell’informazione è stato rappresentato dagli applausi (!!!) con cui i cosiddetti rappresentanti della stampa libera hanno accolto Mario Draghi, l’uomo che mente spudoratamente, citando dati falsi sulla pandemia. Una – ma non l’unica, purtroppo – spiegazione la troviamo nell’articolo qui sotto, di Scenari Economici, che ringraziamo per le notizie fondamentali che pubblica. Leggetelo e capite perché, a fronte di un potere politico prevaricante, o acquiescente, e a una magistratura asservita a una parte del potere politico (Nota: l’unica cosa che avrebbe dovuto fare il residente al Quirinale sarebbe stata una coraggiosa iniziativa di pulizia in quella Stalle di Augia; ma no, sul copione c’era scritto fai propaganda al siero, e lui ha letto…); dunque di fronte ai tre poteri così deformati l’unica speranza poteva essere quella di un’opinione pubblica messa in allarme da giornalisti onesti e una stampa coraggiosa. Invece… Leggete Scenari Economici. Dove porterà tutto questo? Non lo sappiamo. Ma un commento su SC di questa mattina ci ha molto colpito, e ve lo riportiamo nella sua integrità, e malinconia. Che Dio ci aiuti» [Marco Tosatti].
Il finanziamento pubblico alla stampa è pari a 386 milioni di euro annui. Più che raddoppiato per gli “Affidabili”
Scenarieconomici.it, 29 dicembre 2021
Alla fine comprare l’Italia costa poco: bastano 386 milioni di euro, nulla per il paese con un PIL che, fino a non molto tempo fa, sfiorava i 1700 miliardi. Questi 386 milioni di euro sono il finanziamento pubblico all’editoria, cioè ai giornali mainstream, quelli che poi giudicano se stessi come “Affidabili”.
Questo cifra è praticamente più che raddoppiata dal 2019, quando era di “soli” 175 milioni di euro al 2021. Astutamente non si tratta di un’unica dazione, che avrebbe significato una cifra troppo evidente. No, astutamente questi soldi vengono dati in una serie di rivoli quali:
- 88 milioni il tradizionale finanziamento pubblico ai giornali, alcuni dei quali francamente semi – clandestini. Prende 933 mila euro Il Foglio, prende 2,7 milioni di euro Libero (così capite come mai certi giornali cambino linea…) 481 mila l’Opinione…
- 64,5 milioni di sostegni indiretti, come, ad esempio, i contributi alle scuole per l’acquisto dei quotidiani, sempre quelle, o i contributi speciali per le risoluzioni delle crisi aziendali, come quella del Sole 24 Ore;
- per il Covid sono poi arrivati 232,9 milioni di euro extra nel 2021 sotto forma di crediti d’imposta, che comunque sono sempre soldi, e che variano da crediti acquisto carta a forfetizzazione delle rese a contributi per il prepensionamento dei dipendenti.
In realtà non si capisce se i soldi per le campagna d’informazione sul Covid-19 siano state incluse o meno.
Comunque è chiaro che, alla fine, con una cifra importante, ma irrilevante per i bilanci dello stato, ci si comprano i media.
Poi non stupitevi se i titoli sono fotocopiati e sembrino, in buona parte, come una specie di messaggi para–mafiosi da gruppi di potere a gruppi di potere.
Però questa è la stampa “Ufficiale”, quella “Affidabile”. Esattamente come il cane Fido, ben addestrato, che porta in casa il quotidiano…
PS: Lo Stato ha un fondo per l’assistenza dei bambini con disabilità nelle scuole pari a 100 milioni di euro. Non sarebbe stato bello se questo fondo fosse stato pari a 480 milioni, e quello per la stampa pari a zero? I Bambini con disabilità però non votano.
PS 2: Noi non prendiamo un soldo bucato dallo Stato. Quindi scriviamo la verità, almeno la nostra visione, non quello che vuole il MinCulPop…
«La Germania dei primi anni ’30 era una nazione civilissima. Più di certe odierne.
C’erano giornali di ogni orientamento, università ammirate e frequentate da tutta Europa, intellettuali e scienziati di primissimo livello. Tasso di scolarizzazione elevatissimo. Partiti politici, movimenti, associazioni, una Chiesa cattolica forte e coesa (niente a che fare con l’attuale budino arcobaleno). In pochissimi anni, non sarebbe esagerato dire mesi, si ritrovarono -quasi- tutti col braccio teso e la tessera nazionalsocialista in tasca. A marciare a passo dell’oca dietro al messia venuto dalla birreria di Monaco. A girarsi dall’altra parte, se non applaudire convintamente quando la Gestapo portava “da qualche parte” gli impuri vicini di casa. A consegnare i figli agli hub nazisti/scuole perché venissero siringati nel cervello con “Mein Kampf” e altro liquame nauseabondo. Cos’hanno poi fatto o lasciato fare in nome della Scienza (feticcio di prima grandezza nel pantheon nazista) lo sa nella sua interezza solo Dio.
La spiegazione storico-sociologica a base di “predisposizione luterana” (il modello prussiano: “Dove ci si imbatte nelle virtù del suddito, del funzionario e del militare, ma dove si cercano invano quelle del cittadino”) e “sindrome di Versailles” (la capitolazione del ’19 mix demenziale tra meschina vendetta francese e cieca ottusità anglosassone da “razza eletta” concorrente) è sicuramente valida, ma non dice la banalità del male.
Non pochi tedeschi prima del referendum del ’34 (in cui, al netto di brogli e intimidazioni, la grande maggioranza del popolo tedesco investì Hitler del ruolo di Führer) ebbero dubbi e incertezze, di fronte alla violenza e al ribaltamento di tutti i canoni del vivere civile che erano impliciti se non già espliciti nel nazismo. Ciò che fece pendere la bilancia dalla parte dell’orrore non furono ragioni ideologiche ma un semplice calcolo di convenienza e necessità. Nazismo = lavoro. L’italico “tengo famiglia”. Il problema è che i patti col diavolo finiscono sempre allo stesso modo [QUI].
Stavolta andrà peggio. Quanto, lo possiamo solo intuire nei peggiori incubi. Se li lasciamo fare.
Poi ognuno decide qual è il prezzo della sua libertà, della sua anima e dei suoi figli» [Marco Tosatti].
«Quando le ideologie si discostano dalle leggi eterne della morale e della pietà cristiana, che sono alla base della vita degli uomini, finiscono per diventare criminale follia. Persino la prudenza dell’infanzia ne viene contaminata e trascinata da un orrendo delitto ad un altro non meno grave, nel quale, con la ingenuità propria dell’innocenza, crede di trovare una liberazione dalla colpa» [“Germania anno zero”, il film del 1948 diretto da Roberto Rossellini, terza pellicola della sua cosiddetta “trilogia della guerra”, dopo “Roma città aperta” e “Paisà”. È ambientato nella Berlino del 1946, occupata dagli Alleati, ancora un desolante cumulo di macerie, appena un anno dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, quasi totalmente distrutta dopo sei anni di conflitto].
«Quando l’Agnello aprì il settimo sigillo, si fece silenzio in cielo per circa mezz’ora. Vidi che ai sette angeli ritti davanti a Dio furono date sette trombe. Poi venne un altro angelo e si fermò all’altare, reggendo un incensiere d’oro. Gli furono dati molti profumi perché li offrisse insieme con le preghiere di tutti i santi bruciandoli sull’altare d’oro, posto davanti al trono. E dalla mano dell’angelo il fumo degli aromi salì davanti a Dio, insieme con le preghiere dei santi. Poi l’angelo prese l’incensiere, lo riempì del fuoco preso dall’altare e lo gettò sulla terra: ne seguirono scoppi di tuono, clamori, fulmini e scosse di terremoto» (Ap 1, 1-5).