Il vaccino come nuova religione (che assomiglia un po’ all’islam)
Mentre volge al suo termine l’anno secondo dell’Era Pandemica, sembra prendere corpo sempre più chiaramente un nuovo credo. Un vero e proprio miracolo in un mondo così lontano dalla fede e sempre più scettico sulle credenze religiose, anche quelle più tradizionali. Eppure in poco meno di due anni la nuova religione raccoglie consensi in larga scala in tutto l’orbe a partire dal mondo politico.
Proviene dall’oriente, come ogni religione che si rispetti e si rivela al mondo come un nuovo monoteismo capace di offrire sicurezza e prosperità agli uomini afflitti dalla paura della morte. Il nuovo dio, unico e onnipotente, è il Vaccino capace di debellare ogni male e assicurare salute e salvezza. Il suo verbo è sparso nel mondo attraverso la predicazione costante di molti profeti, invasati e spesso fuori di sé come nella migliore tradizione profetica. Il mezzo di predicazione di questi profeti è la stampa, strumento attraverso il quale l’annuncio entra nell’agorà pubblica per arrivare a tutti gli uomini e donne ancora lontani dalla verità. Giornali, televisioni e radio offrono tutto lo spazio necessario per la predicazione grazie al sostegno dell’intera classe politica che ha aderito alla nuova religione.
Le dinamiche religiose che caratterizzano l’adesione al verbo vaccinale sono state ben descritte in un recente articolo dall’avvocato Gianfranco Amato sulla Nuova Bussola Quotidiana. Ma l’aspetto che colpisce in modo particolare di questa nuova religione è che (come tante altre religioni) prende e assume elementi da altre tradizioni religiose già conosciute. È nota l’assunzione dell’iconografia cristiana per diffondere l’immagine del dio vaccino. Fin dalla sua irruzione nella storia, il vaccino veniva definito “sacro” in una rappresentazione esposta al pubblico in Borgo Pio a pochi passi da San Pietro a Roma. La siringa contenente il sacro siero veniva raffigurata in mano a un santo Stefano in paramenti liturgici. Un’altra immagine sacra è apparsa a Padova dove un devoto artista ha raffigurato il santo patrono con in mano il simbolo della rinascita e della nuova vita. Il Sant’Antonio col bambinello in braccio recante una enorme siringa di vaccino Pfizer è stata tristemente vandalizzata in questi giorni dai nemici della nuova religione. Il bambinello che il Santo porta in braccio ha tatuato un grosso “carpe diem” sul petto da neonato, ad indicare – contro chi offre prospettive future apocalittiche o allarmanti – che non si debba pensare al futuro ma sentirsi sicuri oggi. E il più bel dono non può che venire dallo stesso Gesù Bambino, infatti in vista dell’imminente festa cristiana del Natale una pediatra palermitana ha diffuso un nuovo “santino” che raffigura il Gesù con mascherina FPP2 sul viso e una siringa infilzata sul braccino. La devozione a Gesù vaccinato nasce come un aiuto ai più piccoli che si apprestano a venir offerti sull’altare della scienza e sottoposto al sacrum vaccinum. Gesù Bambino, spiega la dottoressa-sacerdotessa, «oltre alla mascherina ha sul braccio una siringa simbolo del vaccino AntiCovid che porta in dono ai bambini dai cinque anni in su».
La nuova religione non si limita ad attingere dal patrimonio religioso cristiano (il linguaggio e l’iconografia) ma si volge ancora ad Oriente dove trova molte convergenze di metodo con la seconda religione più diffusa al mondo con la quale condivide il vertiginoso tasso di diffusione: quella di Maometto. La creazione di una “umma”, una comunità trans-geografica di adepti, si è realizzata in tempi brevissimi. Dalla tradizione beduina si è assunto l’uso di coprirsi il volto o parte di esso come segno di appartenenza. Così, al di là dell’uso sanitario si espleta il ruolo religioso e liturgico delle mascherine. Come insegna l’islam, la ricerca della pace tra i popoli è la prima e più importante missione degli adepti per questo, sempre dall’islam si assume il metodo efficace per diffondere pace e armonia attraverso le tre opzioni coraniche nei confronti degli infedeli: la conversione, il pagamento della jizya (una comoda tassa da offrire alle autorità religiose) o, solo come ultima opzione, la persecuzione. Accettando la conversione o il pagamento della tasse i dimmi (i sottomessi) potranno vivere in pace la loro vita in società. Ma chi non si converte sarà sempre considerato un “cittadino di seconda categoria”, non potendo esigere gli stessi diritti né possedere gli stessi benefici dei veri credenti. Soprusi, discriminazioni e ingiustizie nei confronti degli infedeli paganti, saranno le giuste misure di persuasione per portare alla conversione i reticenti. Convertirsi infatti conviene a tutti, perché solo così potremmo superare tutti assieme le difficoltà del momento presente.
Così succede oggi con la nuova religione: gli scettici sono invitati a convertirsi tramite modi persuasivi o coercitivi. I predicatori annunciano le sventure accadute a chi non si sottopone al vaccino. Così molti si sono convertiti per scampare alle nere profezie di chi annunciava pianti e stridore di denti. I più reticenti possono pagare la tassa chiamata “tampone” di propria tasca ma restano giustamente vittime di restrizioni che escludono dal divertimento, dallo svago e dallo stesso lavoro, in attesa – ha affermato il grande leader degli apostoli – che possano tornare in società.
Tutti coloro che non si convertono e rifiutano di sottomettersi al pagamento del tampone vengono perseguitati, allontanati dai luoghi pubblici e dalle università e additati col nuovo termine coniato appositamente per loro: i “no-vax” (i “non-dio”, ossia gli “a-tei”, senza dio). In caso di difficoltà la nuova religione propone di non prendersi cura dei non adepti, lasciando che questo serva da lezione affinché si convertano. Infine c’è la questione della gestione del dissenso: come nella religione maomettana, la nuova religione non accetta critiche né tantomeno ironie sui suoi vertici e sull’efficacia del nuovo dio. Chi lo fa viene colpito dalle fatawà ufficiali lanciate sulle prime pagine dei giornali o durante i talk show più seguiti dalle sacerdotesse incaricate.
Queste acquisizioni iconografiche e dogmatiche provenienti sia dal cristianesimo che dall’islam (segno della fratellanza universale in atto) arricchiscono enormemente la nuova religione del vaccino che si apre strada per la costruzione di un mondo sempre più pacifico e sano. L’arruolamento dei bambini rappresenta un evento di grande importanza perché i giovani di oggi sono gli adulti di domani. E visto che questi nuovi religiosi non procreano (perché questo è considerato peccato contro natura, ossia contro la dea natura e la salvaguardia del pianeta terra) si assicurano che le nuove (poche) leve siano ben istruite e preparate al mondo che viene. Un mondo che non sarà più lo stesso dopo l’avvento di questo nuovo messia con la siringa in mano.
Questo articolo è stato pubblicato oggi dall’autore sul suo blog Testa del Serpente [QUI].