Caro Ministro Bianchi, rivaluti seriamente la scuola ed il suo impatto sull’intera società

Dall’Uomo che Veste di Bianco passo al Ministro, che porta il nome analogo, Bianchi.
Egregio Ministro Bianchi, chi le scrive è una giovane docente e psicologa clinica alle prese quotidiane con un grande imbarazzo professionale, che da ormai troppo tempo sta diventando pervasivo. Se Lei vorrà passare alla storia come colui che ha rivoluzionato la scuola e il suo malato sistema, deve necessariamente agire con tempestività.
Caro Ministro, il tempo stringe, la storia fa il suo corso e la situazione precipita giorno dopo giorno. La scuola ha perso la sua dimensione principale, quale laboratorio di apprendimento verso un percorso di vita. La maggior parte dei docenti sono ottimi burocrati, che fanno a gara a chi prima porta a termini i famosi ed in larga parte ancora inattuati programmi ministeriali. Però, dimenticando l’aspetto umano, emotivo, affettivo: elementi imprescindibili per una crescita completa dei nostri futuri uomini e donne.
Abbiamo bisogno di ripristinare i punti fermi, valori professionali ormai dissolti.
Abbiamo bisogno di psicologi, che verifichino le effettive capacità a svolgere tale ruolo, delicato e complesso.
Abbiamo bisogno che si ripristini obbligatoriamente una formazione continua e costante, affinché il docente può essere al servizio dei bisogni educativi di ciascun alunno; e di una verifica in itinere del lavoro del docente, sia dal punto di vista disciplinare e sia, soprattutto, per quanto concerne la capacità o meno dell’aspetto valutativo. Un docente efficace è colui che sa riconoscere i vari stili di apprendimento ed adegua le sue infinite metodologie a ciascuno, affinché tutti possano raggiungere gli obbiettivi programmati.
Abbiamo bisogno di sapere in concreto, che non tutti siamo uguali e chi vale davvero deve essere considerato in maniera ben diversa dalla massa.
Se davvero vogliamo pregiarci dell’appellativo “società civile”, rivaluti seriamente la scuola ed il suo impatto sull’intera società.
Siamo al conto alla rovescia.
Valentina Villano