Il papa ai vescovi asiatici: la Chiesa non impone la fede, la propone

Un grazie al Signore perché “nonostante le dure pressioni esercitate durante gli anni del regime ateo e comunista, grazie all’abnegazione di zelanti sacerdoti, religiosi e laici, la fiamma della fede è rimasta accesa nel cuore dei credenti”. Il papa ha salutato così un gruppo di vescovi di Kazakhstan, Kyrgyzstan, Uzbekistan, Tadjikistan e Turkmenistan.
In una società globalizzata “dove si registrano fenomeni preoccupanti, che pongono in serio pericolo la sicurezza e la pace” come “la violenza e del terrorismo, la preoccupazione principale è il diffondersi dell’estremismo e del fondamentalismo”. Flagelli da contrastare con interventi legislativi; tuttavia “mai la forza del diritto può trasformarsi essa stessa in iniquità; né può essere limitato il libero esercizio delle religioni, poiché professare la propria fede liberamente è uno dei diritti umani fondamentali e universalmente riconosciuti”.
Continua Benedetto XVI: “Mi pare poi utile ribadire che la Chiesa non impone, ma propone liberamente la fede cattolica, ben sapendo che la conversione è il frutto misterioso dell’azione dello Spirito Santo. La fede è dono ed opera di Dio. Proprio per questo è proibita ogni forma di proselitismo che costringa o induca e attiri qualcuno con inopportuni raggiri ad abbracciare la fede Una persona può aprirsi alla fede dopo matura e responsabile riflessione, e deve poter realizzare liberamente questa intima ispirazione. Ciò va a vantaggio non solo dell’individuo, bensì dell’intera società, poiché la fedele osservanza dei precetti divini aiuta a costruire una convivenza più giusta e solidale”.
E se le comunità sono “piccolo gregge”, non bisogna comunque scoraggiarsi ma bisogna seguire lì esempio delle prime comunità cristiane. “Conservate e valorizzate le valide esperienze pastorali ed apostoliche del passato, dice il papa, continuate a educare tutti all’ascolto della Parola di Dio, suscitate specialmente nei giovani l’amore verso l’Eucaristia e la devozione mariana, diffondete nelle famiglie la pratica del Rosario. Ricercate inoltre, con pazienza e coraggio, nuove forme e metodi di apostolato, preoccupandovi di attualizzarli secondo le odierne esigenze, tenendo conto della lingua e della cultura dei fedeli a voi affidati”.