Dalla Conferenza Episcopale Italiana ancora il nulla. Urge commissione indipendente su abusi sessuali del clero in Italia. Urge un processo di consapevolezza nella ricerca di un’autentica adesione al Vangelo

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Oggi ritorniamo sul punctum dolens dell’inerzia – fino negarne l’esistenza – verso i reati della pedofilia e dell’abuso sessuale su minori e adulti vulnerabile, dell’episcopato Italiano. Non è la prima volta che dedichiamo attenzione, energia e tempo al nulla di fatto da parte della Conferenza Episcopale Italiana, che è soprattutto un punto dolente per i sopravvissuti, come lo è per le famiglie delle vittime della pedofilia e degli abusi sessuali. Ma è anche una vera ferita dolorante e puzzolente nel corpo del Popolo di Dio. Infine, e non ultimo, è un crimine che grida vendetta al cospetto di Dio, che condanna il colpevole alla dannazione eterna «ed essere gettato nella Geenna del fuoco».

«Quando non hai più voglia di combattere
non serve il riposo.
Serve la battaglia più grande
che tu abbia mai combattuto»
(J. J. Tolkien).

Per la ricerca di un’autentica adesione al Vangelo occorro leggere la Sacre Scritture: «In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: “Chi dunque è il più grande nel regno dei cieli?”. Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me. Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo! Se la tua mano o il tuo piede ti è occasione di scandalo, taglialo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, che avere due mani o due piedi ed essere gettato nel fuoco eterno. E se il tuo occhio ti è occasione di scandalo, cavalo e gettalo via da te; è meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, che avere due occhi ed essere gettato nella Geenna del fuoco. Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”» (Mt 18, 1-10).

La comunicazione istituzionale della Santa Sede

Il 22 novembre 2021  abbiamo letto nel Bollettino della Sala Stampa della Sana Sede N. 772:
«Questo pomeriggio, alle ore 15.30, lasciata Casa Santa Marta, il Santo Padre Francesco si è recato in auto all’Ergife Palace Hotel di Roma dove, alle ore 16.00, in un incontro strettamente privato con i vescovi italiani, ha aperto la 75ª Assemblea Generale Straordinaria della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), che si svolge dal 22 al 25 novembre 2021 sul tema “Cammino sinodale delle Chiese in Italia” avviato lo scorso maggio.
«Al suo arrivo Papa Francesco è stato accolto dall’Em.mo Card. Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia‐Città della Pieve e Presidente della CEI; dai Vice Presidenti S.E. Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo Abate di Modena – Nonantola e Vescovo di Carpi, S.E. Mons. Giuseppe Andrea Salvatore Baturi, Arcivescovo di Cagliari, e da S.E. Mons. Antonino Raspanti, Vescovo di Acireale; e dal Segretario Generale, S.E. Mons. Stefano Russo, Vescovo emerito di Fabriano-Matelica.
«Nel dare inizio alla conversazione con i Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana, Papa Francesco ha distribuito ai presenti un cartoncino con l’immagine del Buon Pastore e il testo delle “Beatitudini del Vescovo”.
«Al termine dell’Incontro, che si è concluso poco prima delle ore 18.00, il Papa ha lasciato l’Ergife Palace Hotel e ha fatto ritorno in Vaticano».

Poi, alle ore 18.45 la Sala Stampa della Santa Sede ha distribuito via email, una “Info utile”: «Questo pomeriggio, nel dare inizio alla conversazione con i Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana, Papa Francesco ha distribuito ai presenti un cartoncino con l’immagine del Buon Pastore e il testo delle “Beatitudini del Vescovo”. In allegato, per uso opportuno, la foto del cartoncino donato dal Santo Padre».

Le otto Beatitudini del Vescovo secondo il verbo di Battaglia-Bergoglio

Nel dare inizio alla conversazione in occasione dell’apertura della 75° Assemblea Generale Straordinaria della Conferenza Episcopale Italiana, il pomeriggio del 22 novembre 2021 all’Hotel Ergife sull’Aurelia a Roma, il Primate d’Italia, Vescovo di Roma, nonché Sovrano dello Stato della Città del Vaticano e anche Sommo Pontefice della Chiesa Universale, Papa Francesco ha distribuito ai vescovi italiani un cartoncino con l’immagine del Buon Pastore e il testo delle “Beatitudini del Vescovo”, che sono le parole dell’omelia pronunciata dall’Arcivescovo metropolita di Napoli, Mons. Domenico Battaglia, per l’ordinazione episcopale dei Vescovi ausiliari lo scorso 31 ottobre. Ecco le otto «beatitudini del vescovo», secondo la BBB, la Bibbia di Battaglia e Bergoglio. Non somigliano tanto con quelle pronunciate sulla montagna di Corazim dal loro Principale, ma tanto è, in questa epoca del politicamente corretto e del pensiero fluido, dove tutto dobbiamo diventare poveri e piangere e soffrire (saranno puoi i poveri che ci aiuteranno a sopravvivere, perché anche la Chiesa di Cristo deve essere una Chiesa Povera). Oltretutto, siamo attraversando una valle di lacrime.

«1. Beato il Vescovo che fa della povertà e della condivisione il suo stile di vita, perché con la sua testimonianza sta costruendo il regno dei cieli.
2. Beato il Vescovo che non teme di rigare il suo volto con le lacrime, affinché in esse possano specchiarsi i dolori della gente, le fatiche dei presbiteri, trovando nell’abbraccio con chi soffre la consolazione di Dio.
3. Beato il Vescovo che considera il suo ministero un servizio e non un potere, facendo della mitezza la sua forza, dando a tutti diritto di cittadinanza nel proprio cuore, per abitare la terra promessa ai miti.
4. Beato il Vescovo che non si chiude nei palazzi del governo, che non diventa un burocrate attento più alle statistiche che ai volti, alle procedure che alle storie, cercando di lottare al fianco dell’uomo per il sogno di giustizia di Dio perché il Signore, incontrato nel silenzio della preghiera quotidiana, sarà il suo nutrimento.
5. Beato il Vescovo che ha cuore per la miseria del mondo, che non teme di sporcarsi le mani con il fango dell’animo umano per trovarvi l’oro di Dio, che non si scandalizza del peccato e della fragilità altrui perché consapevole della propria miseria, perché lo sguardo del Crocifisso Risorto sarà per lui sigillo di infinito perdono.
6. Beato il Vescovo che allontana la doppiezza del cuore, che evita ogni dinamica ambigua, che sogna il bene anche in mezzo al male, perché sarà capace di gioire del volto di Dio, scovandone il riflesso in ogni pozzanghera della città degli uomini.
7. Beato il Vescovo che opera la pace, che accompagna i cammini di riconciliazione, che semina nel cuore del presbiterio il germe della comunione, che accompagna una società divisa sul sentiero della riconciliazione, che prende per mano ogni uomo e ogni donna di buona volontà per costruire fraternità: Dio lo riconoscerà come suo figlio.
8. Beato il Vescovo che per il Vangelo non teme di andare controcorrente, rendendo la sua faccia “dura” come quella del Cristo diretto a Gerusalemme, senza lasciarsi frenare dalle incomprensioni e dagli ostacoli perché sa che il Regno di Dio avanza nella contraddizione del mondo».

Questo è il testo integrale, che considerare come fondamentale per la 75ª Assemblea Generale Straordinaria della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), visto l’importanza data dalla Santa Sede, in assenza di qualsiasi altra “info utile” e – a parte di tutte le lacrime e tutti il dolore (che un vescovo dovrebbe sentire per le miserie del mondo) – si nota la totale assenza nelle otto Beatitudini del Vescovo secondo il verbo Battaglia-Bergoglio di qualsiasi riferimento agli abusi sessuali del clero italiano.

Comunicato della Conferenza Episcopale Italiana, 18 novembre 2021
Dal 22 al 25 novembre, a Roma, la 75ª Assemblea Generale Straordinaria della CEI


«Si terrà a Roma, presso l’Ergife Palace Hotel, dal 22 al 25 novembre, la 75ª Assemblea Generale Straordinaria della CEI. I lavori dell’assise saranno aperti da un incontro riservato dei Vescovi con Papa Francesco.
«Martedì 23 novembre, alle ore 9, il Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Presidente della CEI, indirizzerà la riflessione con la sua Introduzione che potrà essere seguita in streaming attraverso il canale YouTube e la pagina Facebook della Conferenza Episcopale Italiana. Il testo sarà inviato ai giornalisti accreditati presso l’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della CEI.
«L’Assemblea sarà dedicata al Cammino sinodale delle Chiese che sono in Italia, avviato lo scorso maggio. Dopo la relazione del Cardinale Mario Grech, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi, e il dibattito in aula, i lavori proseguiranno con i gruppi di studio che si confronteranno a partire dagli spunti offerti dall’intervento di Mons. Erio Castellucci, Arcivescovo-abate di Modena-Nonantola, Vescovo di Carpi e Vicepresidente della CEI, su “Annunciare il Vangelo in un tempo di rigenerazione. Il Cammino sinodale in Italia”.
«All’ordine del giorno anche la riflessione sulla Riforma del libro VI del Codice di Diritto Canonico e sull’adeguamento degli Orientamenti e norme per i seminari della CEI alla luce della Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis.
«Giovedì 25 novembre, alle ore 13, il Cardinale Bassetti illustrerà il comunicato finale nella conferenza stampa che si terrà nella Sala Baalbek dell’Ergife Palace Hotel (l’accesso sarà adeguatamente segnalato) e sarà trasmessa in diretta streaming sul canale YouTube della Conferenza Episcopale Italiana.
«Partecipazione da remoto
«I giornalisti e gli operatori media che intendono partecipare alla conferenza stampa da remoto potranno inviare – indicando nome, cognome e testata – le loro domande via Whatsapp al numero: +39 342 9983962 (attivo solo per la conferenza stampa).
«Partecipazione in presenza
«I giornalisti e gli operatori media sono invitati a presentarsi 30 minuti prima rispetto all’orario d’inizio della conferenza stampa. Dovranno compilare il “Documento di tracciabilità dei contatti e Autodichiarazione Covid-19”. Per accedere alla sala occorrerà essere in possesso di Certificazione verde COVID-19 in formato cartaceo o digitale.
«Fotografi e operatori tv, accreditati presso la CEI, che intendono effettuare riprese durante l’Introduzione del Cardinale Presidente devono inviare richiesta a: media@chiesacattolica.it. Per accedere alla sala occorrerà essere in possesso di Certificazione verde COVID-19 in formato cartaceo o digitale e di certificato di negatività al tampone antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti all’evento».

Questo è il testo integrale – a parte di notare l’esigenza per i fotografi e operatori tv di essere negativo al tampone, non solo di essere in possesso non solo dell’infame Green Pass, dimostrando in questo modo la sua totale inutilità – si osserva la totale assenza nell’ordine del giorno della 75ª Assemblea Generale Straordinaria, secondo questo comunicato istituzionale diffuso dalla CEI 4 giorni prima dell’inizio, di qualsiasi riferimento sugli abusi sessuali del clero italiano.

Il Cardinale Gualtiero Bassetti è nato a Popolano di Marradi (Diocesi di Faenza – Modigliana) il il 7 aprile 1942. Ordinato sacerdote il 29 giugno 1966 per l’Arcidiocesi di Firenze. Eletto alla sede di Massa Marittima – Piombino il 9 luglio 1994. Consacrato vescovo l’8 settembre 1994. Trasferito alla sede di Arezzo – Cortona – Sansepolcro il 21 novembre 1998. Promosso alla sede di Perugia – Città della Pieve il 16 luglio 2009. Nominato Vicepresidente della Conferenza Episcopale Italiana il 10 novembre 2009. Creato cardinale nel Concistoro del 22 febbraio 2014. Nominato Presidente della Conferenza Episcopale Italiana il 24 maggio 2017.

Dopo l’apertura rigorosamente a porte chiuse (e quindi è consigliato di prendere con le pinze qualsiasi “notizia” al riguardo) della 75ª Assemblea Generale Straordinaria della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), con una “conversazione” del Primate d’Italia con i suoi confratelli nell’episcopato italiano, l’Agenzia Sir della CEI, ci ha fatto sapere il 23 novembre 2021 alle ore 09.49: «Assemblea CEI: Card. Bassetti, no a “soprusi e abusi, anche nei nostri ambienti”. Situazione migranti tra Polonia e Bielorussia “non appartiene a cultura europea”» [QUI].

Quindi, siamo andato a leggere l’”Introduzione [nei tempi non molto lontani chiamatosi “Prolusione”, ma nella sostanza si tratta della stessa identica cosa] del Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e Presidente della CEI, in apertura dei lavori della seconda giornata della 75ª Assemblea Generale Straordinaria”, in particolare il punto 2 “Accanto ai più deboli”:

«Purtroppo continuiamo ad assistere a soprusi e abusi nei confronti della persona umana. Su questo punto, come su tutti i punti della nostra fede, la Parola di Dio ci ispira: per noi la persona umana è creatura di Dio, preziosa, unica e irripetibile. Ma c’è di più, il Dio della Scrittura si erge a difensore delle creature più deboli e fragili.
«Su questo sfondo non possiamo non rilevare fatti di cronaca che mostrano scenari drammatici che non è possibile ignorare.
«In comunione con il Papa, abbiamo richiamato nelle scorse settimane la situazione della Libia. Penso ora a quanto sta avvenendo nei confronti dei migranti al confine tra Polonia e Bielorussia, e a quelli che dalle coste del Magreb si avventurano nel Mediterraneo… Sono vicende che non appartengono alla cultura europea generata dal Vangelo.
«Penso poi – e in modo particolare in queste giornate – alle difficoltà causate ancora dalla pandemia. Le notizie che giungono dai Paesi vicini sono tutt’altro che confortanti. Di fronte all’aumento dei contagi, che registriamo anche in Italia, serve un surplus di responsabilità da parte di tutti: proprio adesso è necessario fare quello sforzo ulteriore che ci aiuterà a superare il secondo inverno difficile nel nostro Paese e in tutto il mondo. La divisione in fronti contrapposti indebolisce sia la tenuta della società sia il cordone sanitario che ci ha permesso di salvaguardare i più fragili e di contenere significativamente il numero delle vittime.
«Guardiamo ai più piccoli che non possono godere della socialità a scuola o della libertà nel gioco comunitario; pensiamo agli anziani, spesso costretti a un maggiore isolamento e alla piaga della solitudine; siamo vicini a chi provvede con fatica al sostentamento della propria famiglia. Sono le stesse preoccupazioni espresse più volte dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, cui va la nostra gratitudine per il servizio reso al Paese in questi sette anni.
«Tra i più fragili, penso infine alle persone che sono state vittime di abusi fisici e psicologici, anche nei nostri ambienti. Sono persone segnate da ferite che richiedono molto tempo e fatica per guarire. La Giornata di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, istituita dal Consiglio Episcopale Permanente, che abbiamo celebrato pochi giorni fa, è un ulteriore segno concreto dell’attenzione e della vicinanza della nostra Chiesa: noi siamo accanto ai più deboli!».

I “fatti di cronaca” – che secondo il verbo di Sua Eminenza il Signor Cardinal Bassetti, in “comunione con il Papa”, “non possiamo non rilevare” e “che mostrano scenari drammatici che non è possibile ignorare”, sottolineiamo “fatti di cronaca che non è possibile ignorare”, sono:
1. La situazione della Libia.
2. La situazione migranti al confine tra Polonia e Bielorussia.
3. Le difficoltà causate dalla pandemia.
4. Troppi giovani italiani in fuga all’estero.

Eminenza, non possiamo non rilevare che nei fatti di cronaca italiana non è possibile ignorare le notizie sugli abusi sessuali di sacerdoti in Italia e l’insabbiamento di tali reati da parte di taluni vescovi (e che lo ammettono pure [QUI], senza prenderne le responsabilità). Quindi, la domanda pressante è: la Chiesa Cattolica Romana che è in Italia, come sostiene il processo di guarigione delle vittime di abusi sessuali? È a conoscenza di quante sono le vittime di abusi sessuali da parte del clero, et simili, “nei nostri ambienti”?

Eminenza, dalle sue parole emerge il fatto, che lei è informato su dati che il Popolo di Dio ignora. Può mettere a conoscenza dell’opinione pubblica gli elementi che sostengono queste sue dichiarazioni? «Infine tra i più fragili il cardinale ha riservato un pensiero [sottolineiamo “un pensiero”. V.v.B.], alle persone che sono state vittime di abusi fisici e psicologici, anche nei nostri ambienti. “Sono persone – ha sottolineato – segnate da ferite che richiedono molto tempo e fatica per guarire. La Giornata di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, istituita dal Consiglio Episcopale Permanente, che abbiamo celebrato pochi giorni fa, è un ulteriore segno concreto dell’attenzione e della vicinanza della nostra Chiesa: noi siamo accanto ai più deboli» [QUI] e [QUI].

Già in passato ci siamo soffermati sui termini utilizzati, perché i termini utilizzati sono importanti (pensando alla “newspeak”, la neolingua descritta da George Orwell, per indicare il linguaggio eufemistico ambiguo usato principalmente nella propaganda politica, ma non solo, come osserviamo). Stranamente la parola “sessuali” dalla CEI non viene quasi mai affiancata alla parola “abusi”, che riguardano il clero et simili. A noi la questione è chiarissima: un “abuso” può anche non essere di rilevanza penale, ma un “abuso sessuale” è un reato. Punto.

Il contrasto alla pedofilia e al crimine delle violenze perpetrate su minori e su persone vulnerabili intende salvaguardare “in primis” le vittime delle violenze. Siamo convinti che non può esistere un’adeguata salvaguardia per le vittime se mancano trasparenza e verità. Da cristiani e da cattolici, non possiamo cercare la salvezza della nostra anima senza ambire alla verità in modo trasparente [QUI]. La Chiesa Cattolica Romana che è in Italia sembra immobile – anzi, sosteniamo la parola “sembra” con un secco “è” – in mancanza della trasparenza mostrata da altri episcopati nazionali. È ora, dopo i tanti appelli al riguardo – per ultimo nel tempo la petizione che facciamo seguire in chiusura – che la Conferenza Episcopale Italiana fornisca i dati italiani degli abusi sessuali del clero in Italia su minori e adulti vulnerabili. Un oceano europeo dell’orrore dove il dato italiano resta “non pervenuto”.

Sulla Gazzetta del Sud del 18 novembre 2021 Francesco Viviano ha scritto [QUI]: «La Cei è l’unica a ignorare la pedofilia. Commissione d’inchiesta inesistente. La piaga degli abusi sessuali sui minori: solo i vescovi italiani non indagano – Il Presidente dell’associazione italiana delle vittime di abusi in chiesa, Francesco Zanardi che da giovane ha subito abusi sessuali, che presiede la “Rete L’Abuso” fondata nel 2010, riferendosi alle dichiarazioni del sacerdote e teologo tedesco Zollner dice: “Penso che le parole di Zollner non avranno effetto. Perché nel 2019, come rappresentante delle vittime di abusi, sono andato dal Papa a Roma e gli ho chiesto chiarezza e chiarimenti. Dopo tutto, bisogna conoscere e capire un problema prima di poterlo risolvere. Ne avevo parlato anche con altri alti funzionari del Vaticano. Tutti hanno detto: ‘Hai ragione, dobbiamo fare qualcosa’. Ma ciò che conta è l’azione. E non ce ne sono”. Ed ancora: “Lo scandalo degli abusi all’interno della Chiesa cattolica va avanti da più di 20 anni; in un paese dopo l’altro la scioccante verità sta venendo a galla. Ma non in Italia. Non ci sono statistiche. Il fenomeno non viene indagato. Non esiste un fondo per risarcire le vittime. Il governo, la chiesa, il parlamento… non hanno mai fatto nulla in questa direzione”.
«Le uniche cifre che ci sono sugli abusi all’interno della chiesa italiana le ha raccolte Rete l’Abuso. Sul sito web c’è una mappa interattiva piena di puntine rosse con informazioni sui preti condannati. Se si clicca sul sud Italia, si può leggere ad esempio: ‘Don N. R., a Foggia condannato a due anni e due mesi di carcere nel 2007 per abusi su bambine nel confessionale. “Rete l’Abuso “ha raccolto anche i dati degli ecclesiastici che sono in attesa di giudizio o che sono stati denunciati: anche questi sono circa 160”. Ed ancora: “La matematica non è un’opinione “In Francia, ci sono 22.000 preti, di cui 3.000 perpetratori.
«Ognuno di questi ha fatto in media 72 vittime. In Italia ci sono 57.000 sacerdoti, quasi il triplo. E cosa accade quando un sacerdote viene arrestato o indagato in Italia? La Chiesa ed i suoi organismi adottano sempre un solo metodo, quello di trasferire il colpevole da una chiesa ad un’altra, da un paese all’altro, da una città all’altra, ma nulla di più».

Eminenza Bassetti, visto il suo sguardo così attento a fatto di cronaca (in altri Paesi), sui fatti recenti di cronaca che riguardano le commissioni indipendenti di Francia, Spagna e Germania, che hanno fatto emergere un oceano europeo dell’orrore, non ha da fare alcun commento?

Abusi sessuali Francia. 330mila le vittime di abusi sessuali e di crimini di pedofilia da parte di circa 3mila preti, religiose e laici cattolici impegnati in servizi ecclesiali negli ultimi 70 anni in Francia. Dal 1950 ad oggi il numero di abusi sessuali, stupro di minore e atti connessi al crimine della pedofilia, avvenuti in Francia sono sconvolgenti, spaventosi. Martedì 5 ottobre 2021 la Commissione indipendente sugli abusi sessuali (CIASE) ha consegnato il suo rapporto ufficiale sulla pedofilia nella Chiesa Cattolica Romana in Francia [QUI].

Abusi sessuali Germania. Nell’Arcidiocesi di Colonia identificati 243 abusatori e 386 vittime dal 1946 al 2018. L’Arcivescovo Cardinale Rainer Maria Woelki: “Mi vergogno” [QUI] e [QUI].

Abusi sessuali Spagna. 54 tra cardinali, vescovi e sacerdoti spagnoli hanno nascosto episodi di abuso negli ultimi decenni. El Paìs: 306 i casi noti di pedofilia nella Chiesa Cattolica Romana in Spagna. 816 le vittime, dagli anni trenta sino al 18 aprile 2021 [QUI]. El Paìs, nonostante abbia dichiarato tali numeri, afferma che la Spagna è un deserto statistico sulla reale estensione del crimine della pedofilia nella Chiesa Cattolica Romana. La domanda sorge spontanea: se la Spagna, nonostante rilievi evidenti, viene definita da El Paìs un deserto statistico. L’Italia, dove i dati, stando a quanto dichiarato, non ci sono. Cos’è?

Mons. Mariano Crociata, Vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno, già Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana, dal 25 settembre 2008 al 19 novembre 2013: “In Italia 100 processi canonici in 10 anni” [QUI].

Mons. Lorenzo Ghizzoni, Arcivescovo metropolita di Ravenna-Cervia, Vicepresidente della Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna, Presidente del Servizio nazionale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili nella Chiesa e Referente della Conferenza Episcopale Italiana per la Pontificia Commissione per la tutela dei minori: “I dati degli abusi sono il vero problema non c’è nessun organismo che li abbia” [QUI] e [QUI]. Il Vescovo Ghizzoni, nell’intervista del 18 novembre 2021 a Vatican News, in occasione della Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi, affronta molti aspetti della questione. Non c’è una sola parola sui dati degli abusi sessuali, perpetrati da preti predatori, di nazionalità italiani o straniera, incardinati in diocesi sul territorio nazionale italiano. Prendiamo atto che sul delicato punto, al prelato, non viene fatta alcuna domanda da parte dell’house organ della comunicazione ufficiale della Santa Sede. Il Vescovo Ghizzoni dovrebbe riferire quello che è a sua conoscenza in merito ai dati italiani. Se esistono e soprattutto se vengono cercati e catalogati, e come. Alla luce delle affermazioni fatte dallo stesso Vescovo Ghizzoni il 23 gennaio 2020, al SIR, l’agenzia stampa della Conferenza Episcopale Italiana: “I dati degli abusi sono il vero problema, non c’è nessun organismo che li abbia”. Su questo Blog dell’Editore abbiamo spesso affrontato questo argomento delicato, e negli ultimi anni abbiamo costatato l’inspiegabile contraddizione dei dati che riguardano il clero italiano in merito agli abusi sessuali perpetrati sui minori e su adulti vulnerabili. Il Vescovo Ghizzoni affronta molti argomenti nell’intervista a Vatican News, ma all’appello manca una risposta sui data mancanti degli abusi sessuali commessi in Italia da parte del clero. Il Vescovo Ghizzoni non risponde a nessuna domanda sui dati italiani. Anche perché tale quesito non viene fatto da nessuno. Tutto ciò è davvero singolare. Come andare al mare senza domandarsi se l’acqua dove ci facciamo il bagno è pulita o no e se ci sono dati sullo stato delle acque.

Visto l’esperienza già acquisita da altri episcopati nel mondo, non dovrebbe essere molto difficile di pronunciare quella parola “sessuale”, che fa paura ed è innominabile insieme ad “abusi” per la CEI. Si potrebbe iniziare con la raccomandazione dell’Arcidiocesi di Madrid: «Ogni relazione sentimentale, tra un adulto e un minore è motivo di cessazione immediata dell’attività pastorale». Poi, i presuli (come amano a farsi chiamare) italiani dovrebbero rileggere ogni giorno le parole di Valentina Alazraki, corrispondente a Roma dell’emittente messicana Televisa, da Papa Francesco recentemente fatta Dama nell’Ordine Piano [QUI]: «Noi abbiamo scelto da quale parte stare. Voi, lo avete fatto davvero, o solo a parole? Se voi non vi decidete in modo radicale di stare dalla parte dei bambini, delle mamme, delle famiglie, della società civile, avete ragione ad avere paura di noi, perché saremo i vostri peggiori nemici” [QUI].

Quindi, Eccellenze Reverendissime della Chiesa Cattolica Romana di Rito latino in Italia, iniziate a tremare. Terminatelo con il tergiversare. Come ben sapete, si tratta di un verbo che viene dal latino – una lingua che voi ben conoscete, ma non amate se usata per celebrare il Sacrificio del Signore nel Vetus Ordo – “tergiversari”, composto di “tergum” (tergo) e “versare” (volgere), significa propriamente “voltare le spalle”, temporeggiare, nicchiare. Inutile che voi cercate di eludere la questione, o di rinviare una decisione, evitando di esprimere chiaramente il proprio parere, di far conoscere le proprie intenzioni, di assumere responsabilità sull’orribile crimine degli abusi sessuali commesso da sacerdoti incardinati o ospiti nelle vostre diocesi. E certamente sapete – visto che avete studiati e siete custodi della tradizione – quello che diceva Giuseppe Montesano: «Io tergiversavo, dicevo di sì per prendere tempo».

E voi, giornalisti italiani, avete scelto da che parte stare? Voi vaticanisti, non solo italiani, ma anche coloro insigniti di onorificenze pontificie, avete scelto da che parte stare. Avete fatto la vostra scelta, rischiando di perdere posto sul Volo Papale (fino ad essere disposti a fare “carte false”), pagando di persona, se necessario?

«Vedevo la mia fede calpestata, sentivo la mia onestà umiliata, percepivo il bivio davanti a me. Erano il bene e il male. Davanti a me. Noi sicuramente abbiamo scelto da che parte stare. Abbiamo pagato, paghiamo e pagheremo sempre di persona, se necessario. La vita è sempre una questione di scelte, e delle conseguenze delle nostre scelte. La vita è una questione di coraggio, è una questione di fede di paura di verità» [In equilibrio sopra la follia – Numero Zero. La vita è sempre una questione di scelte, di coraggio, di fede, di paura, di verità].

L’abbiamo già scritto più volte [Non basta più esprimere il “grande dispiacere” per le ferite delle vittime degli abusi sessuali e dei crimini di pedofilia] e non ci stancheremo mai (memore la lezione di Tolkien) di ripeterlo, finché la congrega dei presuli italiani non ha mostrato con i fatti di averlo capito. Non è più tempo di esprimere “sentimenti” di “dispiacere” e di “vergogna”. È tempo di verità. È tempo di giustizia. È tempo del giudizio di Dio. Esprimere il “grande dispiacere” per le ferite delle vittime degli abusi sessuali e dei crimini di pedofilia non basta più. Il limite della decenza è stato oltrepassato da un pezzo. Oltre al riconoscimento e alla “gratitudine” per il “coraggio nel denunciare” degli abusi da parte delle vittime, servirebbe fare ben altro. Il Primate d’Italia può fare di più. I Vescovi d’Italia possono fare di più. Il Primate d’Italia deve fare di più. I Vescovi d’Italia devono fare di più. Invece di continuare a far emettere e di emettere comunicati insulsi.

Sia il Primate d’Italia, sia il Capo dei presuli italiani peraltro sanno come esprimersi in modo chiaro e decisivo (se vogliono). Come esempio: “Distruggere il pianeta è un peccato che va confessato ed espiato”, ha detto Papa Francesco e la Conferenza Episcopale, durissima nel condannare chi protesta in Italia contri l’infame Green Pass, come “irresponsabili ed egoisti” ma soprattutto “ben lontani dal Vangelo e dai valori della Costituzione”.

Abbiamo atteso, dal 18 novembre 2021, con fiduciosa speranza (non che muore mai), il Comunicato ufficiale e la Conferenza Stampa del Cardinal Presidente Bassetti a conclusione dei lavori della 75° Assemblea Generale Straordinaria della Conferenza Episcopale Italiano, per capire le cose “straordinari” che sono state poste all’attenzione dei presuli italiani, per poter esprimere una nostra valutazione conclusiva e ordinaria.

Abbiamo atteso, perché secondo la consuetudine, nei Comunicati dell’Episcopato italiano o della Santa Sede non si legge mai la parola “condanna” o la parola “scomunica” per chi compie il crimine dell’abuso sessuale. Perché tale è. Ma non viene definito tale dall’Uomo che Veste di Bianco o dagli Uomini che Vestono di Viola e di Porpora che compongono la gerarchia della Chiesa Cattolica Romana in Italia.

Come annunciato, oggi pomeriggio, giovedì 25 novembre 2021, il Cardinal Bassetti ha illustrato il Comunicato finale nella 75ª Assemblea Generale Straordinaria della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) nella conferenza stampa che si è tenuto nella Sala Baalbek dell’Ergife Palace Hotel (con l’accesso adeguatamente segnalato, si era premurato l’Ufficio Stampa della CEI, pur non avventurarsi in luoghi “riservati”) e che è stata trasmessa anche in diretta streaming sul canale YouTube della Conferenza Episcopale Italiana [QUI].

Nel Comunicato finale si legge, in riferimento agli “abusi” e le “ferite”:

«Di fronte alle ferite che le persone portano sulla loro pelle, la Chiesa è chiamata a mostrare il suo volto misericordioso. Ma per fare questo, è necessario mettersi in cammino, condividere le fatiche del viaggio, fare silenzio per dare voce a ciò che il “Popolo di Dio” ha da dire. Quello attuale, è stato ribadito, è il tempo del coraggio e della profezia, fondamentali per colmare quella distanza che separa il Vangelo dalla vita e per riorganizzare la speranza. (…) All’Assemblea è stato anche offerto dal Presidente del Servizio nazionale per la Tutela dei Minori, S.E. Mons. Lorenzo Ghizzoni, Arcivescovo di Ravenna-Cervia, un aggiornamento circa le iniziative e le strutture finora messe in campo per contrastare la piaga degli abusi sui minori e le persone vulnerabili, dentro e fuori dalla Chiesa, dopo l’emanazione delle Linee Guida del giugno 2019. Queste hanno senz’altro segnato una svolta nel tipo di approccio a questo gravissimo fenomeno. Ne sono testimonianza la cura educativa svolta nelle comunità ecclesiali (seminari, istituti di formazione, parrocchie, oratori, consultori, associazioni, movimenti, etc.) per l’educazione alla relazione e alla maturità affettiva e sessuale; la creazione della rete dei Referenti nei Servizi per la Tutela dei Minori in tutte le Diocesi italiane e di numerosi Centri di ascolto per la raccolta di denunce e segnalazioni; la pubblicazione di tre Sussidi per formare gli operatori pastorali e adottare misure per contrastare i rischi e rendere più sicuri gli ambienti; la promozione di numerosi incontri di informazione e formazione a favore del clero e dei religiosi, dei catechisti e laici educatori e allenatori e degli operatori della Caritas; la celebrazione della Giornata nazionale di preghiera del 18 novembre, data scelta dall’Europa per combattere il fenomeno e sostenere le vittime. Su questa linea verranno compiuti ulteriori passi per implementare e rafforzare l’azione a tutela dei minori e delle persone vulnerabili. La Chiesa, hanno ribadito i Vescovi, vuole essere sempre accanto alle vittime, a tutte le vittime, alle quali intende continuare a offrire ascolto, sostegno e vicinanza, non dimenticando mai la sofferenza che hanno provato».

Di nuovo, come ormai consuetudine, menzionando gli abusi, è stato accuratamente evitata la parola “sessuale” e ogni riferimento agli abusatori. Il Consiglio Permanente, riunitisi a margine dei lavori assembleari ha sonoramente ignorato la questione.

Questo Comunicato ufficiale, illustrato dal Cardinal Presidente della CEI, è semplicemente un ulteriore offesa nei confronti di chi ha subito violenze indicibili. Comunicati come questo sono carta straccia per le vittime degli abusi sessuali del clero, che hanno visto la loro vita distrutta e devastata, da chi avrebbe avuto il compito e l’onere di tutelarla la loro vita.

Abbiamo già detto in più occasioni che non c’è guarigione per le vittime se non c’è giustizia. E se non c’è giustizia non ci sarà mai il perdono. Senza il perdono, le vittime non avranno mai la pace. Quella pace che ogni essere umano dovrebbe ricevere. Ma questa pace legittima, alle vittime dei preti, non viene concessa.

Le parole di questo comunicato sono l’ennesima offesa a tutte le vittime e a tutto il Popolo di Dio. Un Popolo stanco; stremato; afflitto e indignato da parole di circostanza che sanno di beffa. Il vero rispetto per le vittime, riconosciute tali, arriverà solo quando leggeremo che la Conferenza Episcopale Italiana ha instaurato una commissione indipendente – veramente indipendente però, come la CIASE in Francia – Il vero rispetto arriverà solo se verranno condannati i colpevoli senza se e senza ma. Il vero rispetto arriverà solo quando verranno condannati, scomunicati e denunciati alle autorità civili, processati e se ritenuti colpevoli dai tribunali ordinari civili, detenuti per la giusta pena da espiare. Senza corsie preferenziali, senza scudi penali, senza scappatoie ecclesiastiche d’altri tempi.

In conclusione, ci rimangono sempre le domande al Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, S.Em.R. il Signor Cardinale Gualtiero Bassetti.

Eminenza, lei è favorevole alla costituzione di una commissione d’inchiesta indipendente, utile anche per indagare sugli abusi sessuali da parte del clero italiano et simili, nei confronti di bambini e adulti vulnerabili?

Eminenza, secondo lei, la CEI concederà mai il nulla osta alla costituzione di tale commissione indipendente?

Eminenza, la CEI potrebbe essere di esempio alla Chiesa che è in tutte le parti del mondo? Come si apprende dalla conclusione dell’intervento del Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi alla 75° Assemblea Generale Straordinaria della CEI: “Nella lettera alla Chiesa che è pellegrina in Germania il Papa ha ripetuto come condizione irrinunciabile quanto detto ai Vescovi italiani, di realizzare un Sinodo a partire “dal basso”, dall’ascolto del Popolo di Dio nelle Chiese particolari. La sottolineatura pone di fatto la Chiesa Italiana – e perciò le decisioni della CEI – sul candelabro, e non sotto il moggio. Per questo, un esempio di processo sinodale ben attuato aiuterà tutta la Chiesa nella crescita di quella mentalità e di quello stile sinodale che tutti attendiamo dalla celebrazione di questo Sinodo” [QUI].

Eminenza, ci chiediamo come la CEI possa essere presa come esempio, dalla Chiesa negli altri parti del mondo se, proprio in Italia, non sono stati ancora presentati dati trasparenti, né è stata manifestata una volontà di ricercare, raccogliere e divulgare pubblicamente, tali dati sugli abusi sessuali da parte del clero, et simili, perpetrati su bambini e adulti vulnerabili? Quindi, ben vengono appelli e petizioni “dal basso”, come a voi piace dirlo.

La petizione per la costituzione di una commissione indipendente sugli abusi sessuali del clero italiano

Paola Lazzarini ha lanciato sulla piattaforma Change.org una petizione per la costituzione di una commissione indipendente sugli abusi sessuali del clero italiano [QUI]. La petizione chiede al Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il Cardinale Gualtiero Bassetti, di affrontare la piaga degli abusi sessuali nella Chiesa italiana avviando una indagine conoscitiva come quella portata a termine dall’episcopato francese, da quello tedesco, irlandese, belga, austriaco.

Il testo della petizione:
«Pochi giorni fa sono emersi i risultati del lavoro della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa Cattolica commissionato dalla Conferenza Episcopale Francese. Le dimensioni dell’orrore che emergono (più di 200.000 vittime in settant’anni) ci dice ancora una volta quant’è importante che le vittime vengano ascoltate e che la verità venga alla luce.
«La Chiesa italiana, pur avendo attivato dei servizi rivolti alle vittime, non ha ancora voluto una vera, sistematica, approfondita inchiesta sugli abusi che si sono verificati nel nostro Paese e questa è una grave mancanza, dal momento che nessun intervento può essere efficace finché non si conoscono le dimensioni del problema.
«Riteniamo che questo grave ritardo debba essere recuperato e pertanto chiediamo, come battezzate e battezzati, alla presidenza della Conferenza episcopale italiana, di provvedere al più presto a commissionare una indagine analoga a quella francese ad un organismo altrettanto serio e indipendente.
«La nostra fiducia nella nostra Chiesa, incrinata dagli scandali, ha bisogno di questo passo. La verità del Vangelo lo richiede».

Ancora nulla

In un aggiornamento, Paola Lazzarini ha scritto:
«Purtroppo ancora non ci sono notizie di una Commissione indipendente che indaghi sugli abusi commessi in Italia, nonostante Papa Francesco pochi giorni fa abbia mandato un messaggio in occasione del Convegno “Promuovere Child safeguarding al tempo del Covid-19 e oltre” nel quale diceva: “La tutela dei minori sia sempre più concretamente una priorità ordinaria nell’azione educativa della Chiesa; sia promozione di un servizio aperto, affidabile e autorevole, in contrasto fermo ad ogni forma di dominio, di sfregio dell’intimità e di silenzio complice”.
«Finché queste parole resteranno uno slogan, non sarà possibile nessuna giustizia per le vittime e nessuna riparazione (quantunque sempre insufficiente). I vescovi francesi hanno scelto di vendere parte del patrimonio immobiliare della Chiesa di Francia per risarcire le vittime, in Italia si continua a ignorare».

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