Papa Francesco: Gioia, Croce e preghiera gli strumenti della evangelizzazione
Sono gli stessi ragazzi e ragazze che hanno passato il sabato sera pregando con il rosario in mano nei Giardini Vaticani, stamattina sono di nuovo con il Papa a messa, dopo aver ascoltato il discorso “pirotecnico” di Papa Francesco. Novizi, novizie e seminaristi cui il Papa spiega come si fa evangelizzazione. E Francesco riparte da Benedetto XVI: la Chiesa non è nostra, ma è di Dio. Da qui l’idea di fondo che la missione è grazia e necessita della forza della preghiera. “Senza il rapporto costante con Dio la missione diventa mestiere” dice il Papa per cui occorre coltivare “la dimensione contemplativa, anche nel vortice degli impegni più urgenti e pressanti. E più la missione vi chiama ad andare verso le periferie esistenziali, più il vostro cuore sia unito a quello di Cristo, pieno di misericordia e di amore.”
Parla di giovinezza della Chiesa il Papa : “Se la Chiesa è la Sposa di Cristo, in un certo senso voi ne raffigurate il momento del fidanzamento, la primavera della vocazione, la stagione della scoperta, della verifica, della formazione.” Come sempre tre punti per la predica che spiega la missione: “la gioia della consolazione, la croce e la preghiera.” Quando tutto sembra difficile arriva la consolazione di Dio e “ogni cristiano, soprattutto noi, siamo chiamati a portare questo messaggio di speranza che dona serenità e gioia: la consolazione di Dio, la sua tenerezza verso tutti. Ma ne possiamo essere portatori se sperimentiamo noi per primi la gioia di essere consolati da Lui, di essere amati da Lui.”
Ma la missione è la Croce di Cristo, come spiega San Paolo, e “nell’ora del buio e della prova è già presente e operante l’alba della luce e della salvezza. Il mistero pasquale è il cuore palpitante della missione della Chiesa! E se rimaniamo dentro questo mistero noi siamo al riparo sia da una visione mondana e trionfalistica della missione, sia dallo scoraggiamento che può nascere di fronte alle prove e agli insuccessi.”
Il successo della missione non va valutato secondo il mondo ma secondo Dio. E questo si fa con la preghiera: “gli operai per la messe non sono scelti attraverso campagne pubblicitarie o appelli al servizio e alla generosità, ma sono «scelti» e Gesù manda i suoi senza «borsa, né sacca, né sandali» (Lc 10,4). La diffusione del Vangelo non è assicurata né dal numero delle persone, né dal prestigio dell’istituzione, né dalla quantità di risorse disponibili. Quello che conta è essere permeati dall’amore di Cristo, lasciarsi condurre dallo Spirito Santo, e innestare la propria vita nell’albero della vita, che è la croce del Signore.” Le parole finali della omelia sono il mandato per chi sta scegliendo uno stile di vita, per “prendere le decisioni definitive con libertà, senza paura” con l’aiuto di Maria.
La foto è di Roberto Oliva