Giovanni XXIII, santo per volontà di Francesco

Giovanni XXIII, una canonizzazione voluta da Francesco Hanno votato a maggioranza, su proposta di Papa Francesco, i cardinali della commissione teologica che hanno deciso in favore della canonizzazione di Giovanni XXIII. Nella promulgazione dei decreti per le Cause dei Santi, la prima sorpresa è proprio lì, nel nome in fondo alla lista. Giovanni XXIII sarà santo. Ma non è segnalata l’approvazione di un miracolo. È semplicemente segnalato che la Sessione Ordinaria dei Padri Cardinali e Vescovi ha votato a favore della canonizzazione. Che avrà luogo anche senza che un miracolo sia stato riconosciuto. E questo può avvenire solo su proposta del Papa, l’unico ad avere la “scienza certa” per poterlo fare.
Ha spiegato padre Lombardi, direttore della Sala Stampa per la Santa Sede: “C’è una volontà presentata dalla congregazione delle Cause dei santi, e accolta dal Papa, di arrivare alla canonizzazione anche senza un secondo miracolo, una procedura semplificata che però arriva in porto secondo la volontà del Papa”. E il Papa “ha il potere dal dispensare una causa dal secondo miracolo”.
Eppure, alcune fonti raccontano che mercoledì, in Congregazione per la Causa dei Santi, si è discusso anche di un miracolo attribuito a Giovanni XXIII. Cosa è successo a quel miracolo? Non è stato approvato dalla Congregazione e dunque il Papa ha chiesto la canonizzazione subito? Oppure è subito arrivata sul tavolo la proposta di Papa Francesco, e seguendo questa si è proceduto alla votazione che ha avuto un esito positivo? Questo, ovviamente non è dato sapere.
Certo è che per Giovanni XXII si era proposta la canonizzazione per acclamazione subito dopo la morte, in pieno Concilio. Ed è significativo che la canonizzazione avverrà (in una data che molti indicano nell’8 dicembre) proprio a cinquant’anni dalla morte e a cinquanta anni dalla promulgazione dell’enciclica Pacem in Terris, indirizzata a tutti gli uomini di buona volontà, una “utopia” ancora attualissima.
E’ uno strano destino, quello che accomuna Giovanni XXIII a Giovanni Paolo II, che saranno forse proclamati santi nello stesso giorno e che entrambi hanno rischiato di essere canonizzato per acclamazione. Nel caso di Giovanni Paolo II, fu Benedetto XVI a non voler derogare a nessuna delle rigide procedure per la canonizzazione stabilite proprio dal suo predecessore. Papa Ratzinger concesse solo la possibilità di iniziare subito il processo di beatificazione, senza aspettare i canonici cinque anni dalla morte. Questo ha forse rallentato un iter, ma ha permesso una totale chiarezza nella canonizzazione di un Papa il cui ruolo nella storia è troppo attuale per poter essere considerato da un punto di vista storico.
Avrebbe, Benedetto XVI, proposto una canonizzazione senza miracolo per Giovanni XXIII? Difficile dirlo. Certo è che nel 2006, Benedetto XVI inviò alla plenaria della Congregazione per le Cause dei Santi, allora presieduta dal card. Saraiva Martins (che oggi si è improvvisamente palesato alla presentazione dell’enciclica Lumen Fidei) un messaggio in cui puntualizzava: “Non si potrà iniziare una Causa di beatificazione e canonizzazione se manca una comprovata fama di santità, anche se ci si trova in presenza di persone che si sono distinte per coerenza evangelica e per particolari benemerenze ecclesiali e sociali”. E poi esortava a salvaguardare la serietà delle investigazioni che si svolgono nelle inchieste diocesane sulle virtù dei Servi di Dio oppure sui casi di asserito martirio o sugli eventuali miracoli, valutando anzitutto se i candidati agli onori degli altari godano realmente di una solida e diffusa fama di santità e di miracoli oppure di martirio. Era il 2006.