Nella Lampedusa che aspetta Papa Francesco la Festa del Turismo responsabile e dei diritti umani
Lunedì 8 luglio gli occhi del mondo saranno tutti concentrati su Lampedusa, meta del primo viaggio di Papa Bergoglio al di fuori delle mura vaticane. “Un messaggio epocale che restituisce dignità alle migliaia di vittime della guerra a bassa intensità che da quindici anni si combatte nel Mediterraneo”, secondo il presidente della Camera Laura Boldrini. “Un segno forte per richiamare l’attenzione di tutti e certamente per rendere noto che la buona novella di Gesù è rivolta a ogni vita e per ogni situazione. Un nuovo inizio per tutti noi”, ha scritto sull’Osservatore Romano il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del Pontificio Consiglio della pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Una mattinata densa, sei ore in tutto, in cui il vescovo di Roma va alle ‘periferie’ dell’Italia e – metaforicamente – del mondo per lanciare un forte messaggio di solidarietà e di accoglienza. Due concetti che sono stati al centro della Festa del Turismo Responsabile e dei Diritti Umani, che si svolta nei giorni scorsi nell’isola delle Pelagie. Uno modo per riflettere sulla drammaticità degli sbarchi delle centinaia di profughi, con esiti talvolta anche mortali, che approdano quotidianamente sulle coste lampedusane.
Ma anche per provare a interrogarsi su un modello di integrazione e di convivenza possibile, in un momento di incrocio mondiale che interpella economia e morale, globalizzazione e territorialità su nuove scelte di sostenibilità e di stili di vita. “Questa Festa, articolata in visite e incontri – ha dichiarato Maurizio Davolio, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Responsabile, promotrice dell’evento insieme ad Amnesty International e con il sostegno di altri enti e associazioni – ha permesso di scoprire le tante attrattive di un’isola che non offre solo il suo mare meraviglioso, le spiagge e le calette. A Lampedusa è stato possibile incontrare artisti, pescatori, artigiani, studiosi locali, associazioni culturali, imprese legate alla riproduzione, alla conservazione e alla trasformazione del pesce; abbiamo visitato i centri di recupero delle tartarughe e i siti legati alla storia dell’isola, luoghi di forte significato simbolico. A nostro giudizio Lampedusa può offrire un turismo diverso, da proporre anche in altre stagioni, basato su visite e incontri di grande interesse, sul rapporto fra gli abitanti dell’isola e i suoi ospiti. Abbiamo anche riscontrato interesse da parte dell’amministrazione comunale e di diversi operatori turistici locali. La nostra associazione è pronta a collaborare mettendo in campo la propria esperienza e la propria rete di relazioni, in Italia e all’estero”.
Molto attiva nella manifestazione anche Amnesty International Italia, che ha organizzato attività ludiche presso le spiagge della Guitgia e di Cala Croce, dove piccoli turisti e bambini lampedusani hanno giocato insieme ai diritti umani con il gioco “Iure. La città dei diritti”. L’organizzazione mondiale per i diritti umani è inoltre intervenuta in incontri pubblici in cui è stato sottolineato il nesso virtuoso tra il turismo responsabile e l’accoglienza dei migranti. “Lampedusa è un luogo autenticamente accogliente, perché lo è con tutti, migranti e turisti” – ha dichiarato Giusy D’Alconzo, Direttrice Campagne e ricerca dell’associazione, che ritornerà a Lampedusa dal 20 al 27 luglio con il suo terzo campo estivo sui diritti umani. “Il presunto conflitto tra le esigenze dell’accoglienza e la vocazione turistica dell’isola, generato negli ultimi anni da allarmi mediatici e politiche di sicurezza, è stato ulteriormente smentito”.
Anche i Laboratori Mediterranei promossi sull’isola dalla rete italiana della Fondazione Anna Lindh, sono stati molto proficui. Gli incontri sul turismo partecipato con il sindaco Giusi Nicolini, lo scambio di esperienze tra le associazioni presenti, i laboratori artistici e la riflessione su come i media raccontano l’isola hanno fornito gli strumenti per definire un futuro progetto collettivo per Lampedusa. “Credo che quest’incontro – ha dichiarato Sebastiano Venneri della Segreteria Nazionale di Legambiente, che a Lampedusa è di casa per la cura e la gestione della spiaggia dell’isola dei Conigli, e che per la Festa hoa orhanizato incontri e visite naturalistiche guidate – abbia presentato il profilo migliore dell’isola, abbia fatto toccare con mano come l’accoglienza sia il tratto caratteristico dei lampedusani ai quali va, naturalmente, il nostro ringraziamento”. Un’accoglienza che gli abitanti aspettano ora di tributare anche a Papa Francesco.