Milano, i nuovi poveri? I precari della casa
Nel corso di un convegno della Caritas ambrosiana è stato presentato il settimo rapporto sulle povertà nella diocesi di Milano. Un rapporto ricco di cifre e dati dal quale emerge il ritratto dei poveri, di cui il 69,9 % sono donne, che si sono rivolti alla Caritas (61 centri di ascolto campione) e ad altri servizi operanti a Milano. Gli stranieri sono ancora la maggioranza (75,4%) e per il 47% sono extracomunitari.
Nel dato complessivo colpisce, tra gli italiani il dato che vede le persone separate/divorziate/vedove attestarsi al 21,5% (percentuale doppia rispetto agli stranieri). Inoltre, poco più della metà di chi si è rivolto alla Caritas è senza lavoro (51,5%) o in cerca di prima occupazione (7,4%). Non stupisce quindi che tra i bisogni e le richieste rilevate dagli operatori ben il 58,7% riguardino l’occupazione e il reddito (33,3%). La mancanza di un’abitazione è un problema che riguarda quasi il 15% delle persone. L’indagine è stata condotta dall’”Osservatorio diocesano delle povertà e delle risorse” su un campione di quasi 16.000 persone incontrate in 61 centri di ascolto presenti in altrettante parrocchie della diocesi milanese e agli sportelli dei servizi della Caritas Ambrosiana.
Tra i bisogni emergenti, il nuovo rapporto mette in luce proprio il disagio abitativo legato non solo a situazioni di grave emarginazione, ma anche a condizioni sociali ben più ordinarie. Sembra, dunque, affermarsi insieme alle altre forme di precariato, anche quella legata alla casa. Il problema si fa più pesante se correlato alle nuove forme di lavoro, precarie e con basse retribuzioni, che non permettono da un lato di acquistare una casa e rendono insostenibili gli affitti. Per non parlare delle difficoltà degli immigrati ai quali vengono richiesti affitti alti al punto che una fascia di essi si è orientata all’acquisto con le conseguenti difficoltà di accesso al sistema creditizio.
Nei centri Caritas si è notato anche come, se per gli stranieri le situazioni di emergenza nascono dal sovraffollamento e dalla marginalità, soprattutto per gli uomini soli, per gli italiani il problema siano gli sfratti per morosità. Inoltre gli operatori dei centri di ascolto rilevano come la mancanza del supporto della famiglia di origine per gli stranieri o la fragilità e disgregazione familiare per gli italiani privano le persone di quel sostegno tanto utile a fronte di problemi abitativi e non solo. Infine, si avverte, da parte degli operatori, la necessità di coinvolgere sempre di più la comunità, sensibilizzandola e informandola affinché possa scegliere di offrire alloggi a canoni accessibili o possa attivare altre forme di sostegno a quanti vivono il disagio abitativo.