Numeri ufficiali Covid-19 del 13 novembre 2021. La falsa sicurezza dell’infame Green Pass: un orrore antiscientifico e antilogico

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Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, ricordiamo che è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI.

I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi sabato 13 novembre 2021

Positivi al Sars-CoV-2:
ricoverati con sintomi da Covid-19: 3.597 (+72) [Occupazione al 6%]
in terapia intensiva: 453 (+8) [con 39 nuovi ingressi del giorno] [*] [Occupazione al 5%]
deceduti: 132.739 (+53)

Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose; oppure monodose): 45.417.696 (84,08% degli over 12) [Aggiornato al 14 novembre 2021 ore 07:14] [**]

[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione. Anche se sarebbe opportuno sapere chi tra coloro che sono usciti dalla terapia intensiva sono guariti o in fase di guarigione, oppure deceduti.
[**] La vaccinazione in tempo reale [cioè, in differita… e anche molto]: QUI.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 210 (-1).

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

«Kyle Warner, 29 anni, campione di mountain bike enduro, ha sviluppato una gravissima pericardite, dopo aver effettuato la vaccinazione anti-Covid, con il vaccino Pfizer. L’ennesimo caso di pericardite improvvisa in un soggetto giovane e in salute. Il ciclista ha sviluppato i sintomi della pericardite dopo quindici giorni dalla somministrazione della seconda dose, è stato ricoverato d’urgenza per diversi giorni in ospedale. I medici gli hanno diagnosticato pericardite da vaccino con tachicardia posturale ortostatica e artrite reattiva, condizioni che hanno posto fine alla sua carriera agonistica» (Cicloturismo.it https://www.cicloturismo.it/kyle-warner-mi-e-venuta-una-grave-pericardite-dopo-il-vaccino-pfize/).

«Una slide realizzata dal prof. Bellavite che mostra in modo plateale l’assurdità del metodo algoritmico usato attualmente dall’AIFA per la valutazione del nesso causa-effetto nel caso dei vaccini anti-Covid. Ogni commento è assolutamente superfluo» (Alessandro Desideri @ADesideri – Twitter, 13 novembre 2021).

La clamorosa uscita dell’Oms: “Niente vaccino ai bambini. E la terza dose non è urgente”
Iltempo.it, 12 novembre 2021


Niente vaccino ai bambini. E la terza dose per gli adulti sani non è così urgente. Non sono parole di un’attivista no-vax ma del direttore generale dell’Oms, l’organizzazione mondiale della sanità. Un’uscita destinata a far discutere e riflettere nell’ormai inarrestabile scontro fra due vere e proprie fazioni.

«Vaia (Spallanzani): “Pretendere la solidarietà sociale da chi ha meno di dodici anni rasenta l’ideologia e il fanatismo. Il vaccino non va fatto ai bambini per impedirgli di contagiare gli adulti, ma solo se sono fragili di loro”. Cosa facciamo, lo radiamo?» (Matteo Mattioli @autocostruttore – Twitter, 13 novembre 2021).

«Ma non vengono sfiorati dal dubbio che una propaganda becera, un’informazione menzognera, un coro di imbonitori da sagra paesana che si contraddice continuamente, stiano facendo venire dei dubbi anche a chi finora ha obbedito in silenzio?» (Ora Basta @giuslit – Twitter, 13 novembre 2021).

«Positivi vaccinati ovunque, ma questo orrore è figlio del Green Pass, una misura che ha dato FALSA SICUREZZA ai vaccinati e consentito al virus di contagiare. Il Ministro Speranza andrebbe arrestato, epidemia colposa, ha omesso controlli sui vaccinati per forzare alla vaccinazione» (Francesco Mosca @FmMosca – Twitter, 13 novembre 2021).

«L’assenza di verifiche durante il periodo di validità della Certificazione Verde non consentirebbe di rilevare eventuali positività dell’intestatario, eludendo le finalità di salute pubblica e ponendosi in contrasto col principio di esattezza del trattamento dati #GarantePrivacy» (Garante Privacy @GPDP_IT – Twitter, 12 novembre 2021). Capite cosa significa? «Quindi? Basta parole vogliamo FATTI» (Giulio Marini @GiulioMarini2 – Twitter, 13 novembre 2021).

«I reparti Covid riorganizzati a settembre sono pieni. Il carico assistenziale è notevole, anche perché stiamo ricoverando soprattutto anziani vaccinati, con un’età media di 78 anni e punte di 97» (Dott.ssa Annamaria Cattelan, Dirigente del Reparto di Malattie infettive dell’ospedale di Padova, riferimento regionale).

«Sempre a Trento, il garante dei Minori si è scagliato contro le «rigide norme di sicurezza sanitaria applicate nelle scuole» ma soprattutto contro il green pass. La giunta vuole silurarlo» (Ricerca della verità @Cirenderaliberi – Twitter, 13 novembre 2021).

Cosa fare con i cittadini che non si vaccinano? Libero propone: “Un’idea: arrestarli”
Per la rubrica “Panna smontata”
di Azzurra Barbuto
La Finestra di Azzurra, 13 novembre 2021


Su Libero di ieri, venerdì 12 novembre 2021, in prima pagina, compariva un pezzo dal titolo: “Un’idea: arrestarli”. Il riferimento, che purtroppo mancava nel titolo, era ai no-vax. Ecco alcune frasi estrapolate dal testo: “I no-vax sono socialmente pericolosi, che è uno dei presupposti per l’arresto e, nel caso, per la cura nell’infermeria del carcere”; “sono untori che portano in giro non opinioni, ma infezioni”; “sono nocivi”. L’autore del brillante pezzo, che costituisce un inno all’odio nonché un concentrato di pregiudizi e quindi di pessima informazione, ignora che il presupposto per l’arresto non è la percezione della pericolosità di un soggetto dettata da turbe interiori o infondate paure nutrite da chi lo osserva, bensì condizione indispensabile per la privazione della libertà personale è o una condanna passata in giudicato, o la sussistenza di gravi indizi di reato a carico di una persona indagata la quale, a piede libero, potrebbe o fuggire o inquinare le prove o commettere illeciti simili a quelli che si presume questa abbia già posto in essere. Ipotizzare la detenzione e proporla sulla prima pagina di un quotidiano per coloro i quali legittimamente compiono una scelta prevista e riconosciuta, ossia quella di non farsi inoculare il vaccino contro il coronavirus, è operazione indegna di un Paese civile. Un cittadino, infatti, non può essere ritenuto reo di esercitare un diritto. Si può essere rei soltanto di violare una norma, non di certo di rispettarla.

Colpisce, in particolare, l’acredine di cui è intriso il componimento (chiamarlo “articolo” mi sembra eccessivo) vergato da Facci e pubblicato, lo ripeto, sulla prima pagina di Libero. Facci punta il dito contro i non vaccinati, li reputa pericolosi untori che se ne vanno in giro a spargere virus, danneggiare l’economia e infettare la gente uccidendola, e sostiene che andrebbero rinchiusi, ossia spogliati della libertà personale, messi dietro le sbarre, magari gettando via la chiave. Ciò configura il reato di istigazione all’odio sociale. Ed è l’odio sociale ad essere pericoloso nonché gli individui che lo diffondono a mezzo stampa, non di sicuro una persona non vaccinata, la quale non può essere ritenuta “contagiosa”, “infetta”, “malata” per il solo fatto di non essere vaccinata, ovvero in quanto non vaccinata. Non esiste una giuridica o scientifica “presunzione di contagiosità” derivante dalla non avvenuta vaccinazione. Occorre inoltre fare una precisazione certificata da mesi dalla osannata scienza: i vaccinati, ove infetti, mostrano una carica virale uguale a quella dei non vaccinati, ove infetti. Quindi perché sui giornali leggiamo ancora che i non vaccinati sono assassini e andrebbero buttati in gattabuia?

«NO PASS Un grande ringraziamento a @BelpietroTweet @Capezzone @fdragoni @franborgonovo e @LaVeritaWeb per il lavoro che stanno facendo per informare correttamente le persone in questo difficile periodo. E così i brandelli di verità cominciano a affiorare» (Guido De Martini @GuidoDeMartini – Twitter, 13 novembre 2021).

«No comment. Passo e chiudo» (Ora Basta @giuslit – Twitter, 13 novembre 2021).

Covid, tutte le balle sull’Inghilterra
Dall’Oltremanica una lezione sulla gestione dei contagi e della libertà
di Giancristiano Desiderio
Nicolaporro.it, 13 novembre 2021


La stampa italiana è sempre molto attenta alle cose che accadono in Inghilterra in realtà. Non si vede l’ora di poter dire che l’Inghilterra di Boris Johnson, l’Inghilterra della libertà personale e delle responsabilità personali ha sbagliato tutto, mentre in Italia tutto è andato per il verso giusto.

Nelle ultime settimane, vi è stato un aumento dei contagi, tuttavia in Inghilterra non hanno drammatizzato e non hanno fatto ricorso a chiusure o divieti oppure ancora a limitazioni delle libertà (che poi significa limitazioni delle responsabilità dei cittadini).

Ora, da circa dieci giorni-due settimane, Oltremanica accade che non vi è un aumento dei contagi, ma al contrario una diminuzione drastica della circolazione del virus. Per gli esperti è grazie soprattutto alla modalità della campagna vaccinale inglese: le due dosi dei vaccini sono state somministrate con tempi diversi per evitare che poi ci fosse un calo eccessivo della difesa dello scudo del vaccino. Non discuto: sarà stato sicuramente un escamotage intelligente che ha dato buoni risultati. Mi soffermo piuttosto su un elemento fondamentale che distingue l’Inghilterra dal resto del mondo e soprattutto da noi italiani: la narrazione dell’epidemia e delle misure di contrasto offerta all’opinione pubblica. In Inghilterra, infatti, le libertà non sono state limitate granché e, dunque, e si è puntato le responsabilità individuali dei cittadini inglesi.

«Dopo 6 mesi la copertura del vaccino scende al 50%. Lo rivela L’Istituto Superiore della Sanità» (Matteo Mattioli @autocostruttore – Twitter, 13 novembre 2021).

«Dlin dlon. Si ricorda che quelli che raccomandano di non fare test sierologici per accertare il titolo anticorpale in previsione della terza dose sono gli stessi che raccomandavano di non eseguire autopsie all’inizio del 2020. Dlin dlon» (Luca Pagani @Luca__Pagani – Twitter, 13 novembre 2021).

«Il virus riconosce i nostri anticorpi NATURALI ma il governo no. Merde» (elena chrysos @El3nakimou – Twitter, 13 novembre 2021).

«L’efficacia della doppia dose Pfizer cala dopo pochi mesi: lo dice uno studio israeliano» (Giuliano Aluffi – Repubblica.it, 2 novembre 2021).
Vaccini Covid, l’Istituto superiore di sanità: “Dopo sei mesi l’efficacia diminuisce”
La tendenza è “forte” per quanto riguarda le infezioni in generale (dal 76 al 50%). Ma la protezione dai casi gravi cala in maniera meno significativa (dal 92 all’82%). Per chi non ha fatto il vaccino il tasso di ospedalizzazione è di circa 7 volte superiore rispetto a chi lo ha ricevuto
di Michele Bocci

Repubblica.it, 13 novembre 2021

“Dopo i 6 mesi dal completamento del ciclo vaccinale, si osserva una forte diminuzione dell’efficacia vaccinale nel prevenire le diagnosi in corrispondenza di tutte le fasce di età”. L’Istituto superiore di sanità pubblica per la prima volta i dati sulla capacità del vaccino di fermare il virus anche in base ai tempi nei quali è avvenuta la somministrazione.

Come noto, per molte categorie, adesso gli over 60 e i fragili e dal primo dicembre gli over 40, è prevista la terza dose a partire da sei mesi dalla somministrazione della seconda. I numeri vogliono permettere una valutazione sulla utilità del booster.

La copertura in calo dopo 180 giorni

La sintesi a cui arrivano i ricercatori è che “in generale, su tutta la popolazione, l’efficacia vaccinale passa dal 76% nei vaccinati con ciclo completo entro i sei mesi rispetto ai non vaccinati, al 50% nei vaccinati con ciclo completo oltre i sei mesi rispetto ai non vaccinati”. Le coperture quindi tendono a scendere dopo 180 giorni. Però la tendenza è meno accentuata se si valutano i casi gravi. “Nel caso di malattia severa, la differenza fra vaccinati con ciclo completo da oltre e da meno di sei mesi risulta minore. Si osserva, infatti, una decrescita dell’efficacia vaccinale di circa 10 punti percentuali, in quanto l’efficacia per i vaccinati con ciclo completo da meno di sei mesi è pari al 92% rispetto ai non vaccinati, mentre risulta pari all’82% per i vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi rispetto ai non vaccinati”. Gli esperti dell’Istituto aggiungono però che i dati sono condizionati dal fatto che i primi ad essere stati vaccinati, all’inizio della campagna, sono le persone che hanno già di partenza un alto rischio di infezione, ricovero e morte, perché si tratta di grandi anziani e ospiti delle Rsa, ad esempio.

Nelle terapie intensive soprattutto non vaccinati

Negli ultimi 30 giorni, ossia dall’inizio di ottobre, il 53,1% delle ospedalizzazioni, il 66,4% dei ricoveri in terapia intensiva e il 46,8% dei decessi, hanno riguardato coloro che non hanno ricevuto alcuna dose di vaccino. Bisogna sempre tenere conto, ovviamente, del fatto che la gran parte dei cittadini over 12, circa l’84%, hanno concluso il ciclo vaccinale e malgrado questo la maggior parte dei casi gravi riguardano persone che non hanno ricevuto nemmeno una dose. Anche le altre due percentuali, se proiettate sulla platea dei non vaccinati, dimostrano che queste persone rischiano di più. Per correggere questo “paradosso” l’Istituto calcola il tasso di ospedalizzazione. Per i non vaccinati è di 184,1 ricoveri per 100.000 persone e quindi “circa 7 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da meno di sei mesi (25,0 ricoveri per 100.000) e 6 volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi (31,5 ricoveri per 100.000)”.

I malati gravi

Anche in questo caso si osserva come dopo sei mesi ci sia un calo della protezione. “Analizzando il numero dei ricoveri in terapia intensiva e dei decessi negli over 80 – aggiungono dall’Istituto – si osserva che il tasso di ricoveri in terapia intensiva dei non vaccinati (10,9 ricoveri in terapia intensiva per 100.000) è circa 7 volte più alto di quello dei vaccinati con ciclo completo da meno di sei mesi (1,5 ricoveri in terapia intensiva per 100.000) e da oltre sei mesi (1,4 ricoveri in terapia intensiva per 100.000)”.

Il tasso di mortalità

Infine, nel periodo compreso tra il 17 settembre e il 17 ottobre “il tasso di decesso nei non vaccinati (64,1 per 100.000) è circa dieci volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo entro sei mesi (6,2 per 100.000) e sei volte più alto rispetto ai vaccinati con ciclo completo da oltre sei mesi (9,9 per 100.000)”

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