Iniziato il processo dopo l’inchiesta “Angeli e Demoni” sull’orrore di Bibbiano

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L’inchiesta “Angeli e Demoni” scoppiò il 27 giugno 2019 quando i carabinieri, coordinati dalla Procura di Reggio Emilia, eseguirono un’ordinanza firmata dal Gip nei confronti di diverse persone, tra cui assistenti sociali, psicoterapeuti e amministratori ritenuti coinvolti, a vario titolo, in presunti illeciti su minori allontanati dai genitori naturali e presi in carico dai servizi sociali della Val d’Enza.

Nel “caso dell’orrore di Bibbiano” sono adesso arrivate le prime sentenze riguardante le presunte irregolarità nell’affido di minori: una condanna e un’assoluzione per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato, e 17 rinvii a giudizio. La prima udienza per chi andrà a dibattimento è stata fissata nel giugno prossimo.

L’impianto accusatorio della Procura di Reggia Emilia fa riferimento a minori allontanati ingiustamente dalle famiglie d’origine per un tornaconto economico, attraverso perizie falsificate, disegni manipolati, storie inventate o sedute di psicoterapia per fare il “lavaggio” del cervello ai bimbi. Gli indagati, dal canto loro, si sono difesi sostenendo, in sostanza, di aver agito per il bene dei bambini e negando che alla base degli affidi ci fosse un business.

Condannato a 4 anni Claudio Foti, 70 anni, Presidente Hansel&Gretel Onlus di Torino, che fu incaricata di fare la psicoterapia sui bambini di Bibbiano. La procura aveva chiesto 6 anni di condanna per le accuse di abuso d’ufficio, frode processuale e lesioni gravissime (ipotesi di reato formulata per la presunta alterazione psichica di una paziente). Per Foti è caduta l’accusa di frode processuale “perché il fatto non sussiste”, mentre resta in piedi quella di lesioni gravissime. Assolta invece con formula piena l’assistente sociale Beatrice Benati, l’unica altra imputata ad aver scelto il rito abbreviato, “perché il fatto non sussiste”. Il sindaco di Bibbiano, Andrea Carletti del PD, sottoposto agli arresti domiciliari nel giugno 2019 e libero da dicembre dopo la sentenza della Cassazione, diventato “simbolo” del “caso Bibbiano”, al processo dovrà rispondere solo del reato di abuso di ufficio, essendo stato prosciolto dall’accusa di falso. Ha dichiarato all’AGI attraverso suo avvocato: “Non vedo l’ora di dimostrare la mia completa estraneità rispetto a quest’ultima contestazione rimasta dopo un drastico ridimensionamento delle accuse”.

Gli avvocati difensori di Foti, Girolamo Andrea Cuffari e Giuseppe Rossodivita hanno dichiarato, che la sentenza per loro era «totalmente inaspettata. La situazione ambientale di questo tribunale evidentemente è stata fortemente condizionata dal processo mediatico e ovviamente faremo appello. Continuiamo ad avere fiducia nella giustizia e nel fatto che viviamo in uno stato di diritto».

Giorgia Meloni, il Presidente di Fratelli d’Italia ha scritto su Facebook: «Arrivano le prime condanne dell’inchiesta “Angeli e Demoni” riguardante lo scandalo degli affidi illeciti a Bibbiano. Da sempre, Fratelli d’Italia è stata in prima linea per denunciare questo sistema marcio che ha distrutto tante famiglie. Ci auguriamo che venga fatta definitivamente giustizia affinché non si verifichino più queste atrocità nei confronti di bambini innocenti».

I senatori della Lega della Toscana, Manuel Vescovi e Rosellina Sbrana hanno dichiarato: «Nessun trionfalismo, nessuna condanna fino al terzo grado, ma la consapevolezza che una nuova luce sta squarciando anni di orribili violenze e di vergognosi silenzi. Ora è dovere della politica lavorare perché simili scempiaggini non si ripetano mai più, ma ancora più doverose sono le attività di vigilanza e, senza travalicare limiti e competenze, di indagine di eventuali altri casi, perché non c’è crimine più ignobile che quello di negare l’infanzia o l’adolescenza ad innocenti senza alcuna colpa».

«Prima condanna per Bibbiano. L’orrore a cui il PD non credeva», scrive Renato Farina su Libero Quotidiano: responsabilità penali individuali presunte, ma la responsabilità politica e morale per l’insediarsi sereno di una macchina micidiale ruba bambini c’è: «L’orrore di Bibbiano torna sotto i nostri occhi. Ce n’eravamo dimenticati. Lo scandalo emerso nel giugno del 2019 prese presto una piega politica, perché questa sorta di fabbrica di bambini rubati era stata impiantata sotto il mantello ideologico e amministrativo del Partito democratico. A settembre di quell’anno il Pd andò al governo, e sta ancora lì. L’emergenza ha aiutato l’oblio. Ora Bibbiano riemerge dalle nebbie padane e torna di prepotenza alla memoria perché, al primo vaglio di un giudice, l’impianto accusatorio è stato tragicamente confermato. Una condanna a quattro anni, dunque applicando uno sconto di due anni, è stata decisa dal gup di Reggio Emilia nei confronti del personaggio più eminente tra gli imputati, il professor Foti, psicoterapeuta e leader della Onlus dai nomi beati di Hans e Gretel, cuore crudele – secondo la procura – di una caccia perversa ai «bambini da rubare». Altre 17 persone sono state rinviate a giudizio. Siamo agli inizi dell’iter processuale.
Dobbiamo sempre conservare il dubbio, mai deflettere dalla presunzione di innocenza. Chiarito questo, che orrore torna davanti ai nostri occhi. Improvvisamente, nella primavera 2019, ci trovammo tutti davanti all’evidenza che nel cuore della civilissima Emilia una sorta di ramificata associazione ufficialmente dedita a salvare i bambini in realtà li torturava. Non torcevano le dita, ma le piccole anime. In nome della buona causa dell’infanzia, si scoprì che nel comune di Bibbiano e nei dintorni, si operava una sorta di prelievo sistematico di creature dalle famiglie per darli ad altre famiglie, o a coppie preferibilmente omosessuali. Oppure deportati in istituti che per ciascun minore incassavano 100, o anche 200 euro al giorno.
Insomma, secondo il gup, quella di carabinieri e procura non è stata una caccia alle streghe rosse per ragioni ideologiche. Ma l’emergere di fatti, al di là delle responsabilità penali indicate dai pm e considerate solide dal gup, ha mostrato che nel cuore dell’Emilia governata da più di mezzo secondo da comunisti ed ex comunisti si era sviluppata una sorta di sperimentazione per instaurare un mondo nuovo, liberato dall’oppressione familiare generatrice di abusi, da ricercare e alla fine inventare.
Ricordiamo come è nata l’indagine. I carabinieri guardarono i numeri. Possibile che Bibbiano fosse la bolgia infernale dell’abuso dei figli? Una percentuale sbalorditiva di genitori crudeli venivano identificati da assistenti sociali e psicologi. Emersero da intercettazioni e testimonianze particolari agghiaccianti. Tecniche sofisticate per generare odio dei bimbi verso padri e madri. E il Partito democratico che c’entra? Tutta la politica educativa e sociale ereditata dal Pci e fatta propria dal Pd ha individuato le famiglie come paludi da bonificare, i bambini germogli da trasferire nelle serre organizzate dalle amministrazioni rosse.
Questa è la realtà emersa dai fatti di Bibbiano. L’anello politico è stato indispensabile per il costituirsi della catena di acciaio dell’orrore. Le responsabilità penali dei singoli sono tutte presunte. Ma la responsabilità politica e morale per l’insediarsi sereno di una macchina micidiale ruba bambini c’è, eccome se c’è».

Dopo la prima condanna, l’assordante il silenzio sul “sistema Bibbiano” da parte di Enrico Letta, PD e di Luigi Di Maio, M5S non desta meraviglia. Ricorda Alessandro Della Guglia su Il Primato Nazionale, “quando i grillini parlavano di Bibbiano”: «“Mai al governo con il partito di Bibbiano”. Un imperativo categorico, una sorta di mantra grillino che ricorreva appena due anni fa. Il M5S tuonava così contro il Pd, accusandolo delle peggiori nefandezze. Molti ricorderanno pure l’invettiva ad hoc di Luigi Di Maio. “Io con il partito di Bibbiano – tuonò l’esponente stellato – non voglio averci nulla a che fare”. E ancora, per ribadire meglio il concetto: “Con il partito che in Emilia Romagna toglieva alle famiglie i bambini con l’elettroshock per vendersi, non voglio avere nulla a che fare. E sono stato in questo anno quello che sicuramente ha attaccato di più il Pd di quanto lo abbiamo fatto altri partiti”. Com’è andata finire è noto a tutti, ovvero con il M5S al governo proprio col Partito Democratico nel Conte II e di nuovo insieme nella maggioranza allargata guidata da Mario Draghi. C’era una volta insomma quello che per Di Maio non era altro che il “partito di Bibbiano”, trasformatosi d’un tratto in alleato di governo. Sin qui però l’attualità e la storia recente. Entrambe ben conosciute dai cittadini italiani, ormai tristemente abituati alle giravolte politiche, anche alle più imbarazzanti. Aspetto, questo, che certo non giustifica gli improvvisi mutamenti di partiti e movimenti che usano ammantarsi di purezza, ma tant’è».

(Agenzia Vista) – Roma, 18 Luglio 2019 – “Ricordo che la Lega ha votato con il PD, col partito che in Emilia toglieva i bambini io non voglio avere nulla a che fare”. Lo ha detto il ministro e vicepremier Di Maio in diretta su Facebook. Courtesy Facebook Di Maio.

Prosegue Della Guglia: «Sta di fatto che riascoltare oggi le parole pronunciate da Di Maio fa venire i brividi, se non altro perché palesano l’inaffidabilità di certi personaggi. Ed è altrettanto emblematico notare il silenzio grillino di fronte alla condanna rifilata ieri allo psicoterapeuta Claudio Foti, il “guru” a capo del noto studio di cure torinese Hansel&Gretel al centro dell’inchiesta “Angeli e Demoni” sugli affidi illeciti di Bibbiano e della Val d’Enza. A lui sono stati inflitti quattro anni per abuso di ufficio, nonché per reato di lesioni dolose gravissime su una minorenne. Secondo i giudici Foti avrebbe ingenerato nella ragazzina il convincimento di aver subito abusi sessuali dal padre e di conseguenza avrebbe sottoposta alla cosiddetta tecnica della EMDR, ovvero la ‘macchina dei ricordi’, “in totale violazione dei protocolli di riferimento”. Ecco, oggi i grillini – di fronte a tutto questo – non ci parlano più di Bibbiano».

Su Il Tempo Francesco Storace scrive: «Di Bibbiano bisognava parlare e si tornerà a parlarne: perché è stato condannato a 4 anni Claudio Foti, lo psicoterapeuta titolare dello studio di cura torinese Hansel&Gretel per la vicenda degli affidi illeciti. Il sindaco di Bibbiano Carletti (Pd) è stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio, ma prosciolto dalle accuse di falso. Il processo dovrà verificare se sia stata commessa qualche illegittimità nell’affidamento dell’appalto per il servizio terapeutico di cura dei minori. Siamo dunque nel pieno della vicenda processuale, che riguarderà – da giugno in poi – 17 imputati con ben 97 capi d’imputazione complessivi. Una storia davvero drammatica che registrò reazioni durissime anche a livello politico. E oggi sarebbe da chiedere a Luigi Di Maio se si è pentito di aver definito il PD come “il partito di Bibbiano”, salvo rimangiarsi tutto per un’alleanza di puro potere col Nazareno. Non è certo casuale il silenzio glaciale osservato ieri proprio da Pd e pentastellati, quasi a voler rimuovere un ostacolo pesantissimo al loro rapporto. Chissà quanti gradi di giudizio bisognerà attendere per sentirli parlare sui fatti. Suona davvero sinistro quanto accaduto e che ora sarà sottoposto alla verifica dei magistrati.
I giudici dovranno dire una parola definitiva per quei minori allontanati ingiustamente dalle famiglie d’origine per un tornaconto economico, attraverso perizie falsificate, disegni manipolati, storie inventate o sedute di psicoterapia per fare il ‘lavaggio’ del cervello ai bimbi: questo l’impianto accusatorio imbastito dalla Procura reggiana nei vari passaggi dell’inchiesta (dalle prime misure cautelari, al fine indagini fino alle richieste di rinvio a giudizio). Gli indagati, dal canto loro, si sono difesi sostenendo, in sostanza, di aver agito per il bene dei bambini e negando che alla base degli affidi ci fosse un business.
Su questo sistema orribile hanno speso parole importanti molti parlamentari che hanno seguito una vicenda davvero straziante sin dall’inizio, a partire da Maria Teresa Bellucci di Fdi e Laura Cavandoli della Lega. Per l’esponente del partito della Meloni “si conferma l’esistenza di un sistema malato e perverso che doveva essere sradicato. L’arrivo della prima condanna rappresenta un segnale forte che di certo non sanerà le ferite inferte a intere famiglie dal ‘Sistema Bibbiano’, ma che certamente darà un segnale sulla necessità di interventi normativi incisivi e puntuali per far sì che quello degli affidi non resti un cono d’ombra ignorato dallo Stato”. Per la Cavandoli, “in attesa della fine del processo, il risultato più importante è già stato raggiunto: tutti i bambini sottratti alle famiglie sono tornati a casa. Nessuno potrà mai ripagare loro e le loro famiglie per ciò che hanno subito, ma l’incubo è finito”».

Su Linkiesta.it Cataldo Intrieri scrive: «Pseudoscienza. La sentenza di Bibbiano e il processo alla psicoterapia del trauma – Adesso che Claudio Foti, è stato condannato due anni dopo il suo arresto, il peggior servizio che si potrebbe rendere alla giustizia è proprio quello di etichettarlo come mostro, come un’anomalia, un fenomeno da baraccone della cronaca giudiziaria. Prima di tutto Foti ha ancora il diritto di essere considerato innocente fino a una condanna definitiva, semmai ci sarà. Anche perché dietro la sua storia professionale c’è molto di più degli epiteti dati finora. (…) A seguito delle indagini condotte dalla procura di Reggio Emilia tutti gli affidi sono stati revocati e sono venuti alla luce metodi inaccettabili di alterazione della realtà con falsi referti oppure come nel caso di Foti di manipolazione mentale fino all’accusa di aver provocato alla minore sottoposta alle sue cure un disturbo di personalità. È la prima volta in Italia e uno dei rarissimi casi in cui si ipotizza un nesso causale tra il trattamento del terapeuta e l’insorgere di una malattia mentale, nel caso di specie un disturbo borderline di personalità e un «disturbo depressivo d’ansia» determinato anche dalla privazione della figura paterna in base alle false accuse cui era stata indotta la ragazza. (…) Qui il tema si fa delicato perché la condanna di Foti non è solo una vicenda personale di un condannato ma investe una scuola terapeutica di cui Luigi Cancrini è uno dei massimi esponenti, che ha come tema cruciale il significato del trauma psichico come spia rivelatrice di inconfessati abusi subiti e rimossi dai minori. (…) Il processo ha evidenziato un altro punto cruciale: il rischio gravissimo che nel processo penale trovino posto teorie e prassi pseudo-scientifiche che nulla hanno a che vedere con la buona scienza. Nel capo di accusa per cui Foti è stato condannato la procura di Reggio ha contestato allo psicoterapeuta l’uso di una pratica denominata EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing). Con questo nome si indica una tecnica ma anche un’associazione che la diffonde: come si può leggere dal sito la sigla sta per «Desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari». Ovviamente delle solite memorie traumatiche rimosse (il sole della teoria del professor Cancrini). (…) Nel caso Foti come in centinaia di altri procedimenti civili e penali, si utilizzano le terapie di sollecitazione del ricordo per consentire ai Tribunali di decidere sull’affidamento dei bambini, sull’allontanamento dai loro genitori sino a pesanti condanne per abusi magari solo immaginati. Sarebbe stato sicuramente utile un pubblico e storico dibattimento come fu quello a Galileo. Ma nonostante i proclami, Foti ha preferito sottrarsi e avventurarsi subito in un processo a porte chiuse. Quanto emerso dopo il clamore del suo arresto ha trovato una prima conferma e per ora ha avallato i numerosi dubbi sull’uso e sulla diffusione di prassi e teorie più vicine alla cultura dei No vax che al rigore scientifico. Pratiche che non dovrebbero mai più entrare in un’aula di giustizia».

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