31 ottobre, Cena di Stato G(attopardesca)20 al Quirinale: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi». Esiste la terza via… 1° novembre, buona Festa di Ognisanti. E nulla accade per caso

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Salmone marinato all’aneto con polvere d’olive. Risotto alla zucca. Filetti di spigola. Verdure dell’orto presidenziale. Questi sono i piatti principali della Cena di Stato offerta ieri sera da Sergio Mattarella ai leader mondiali giunti a Roma per il G(attopardite)20, ovvero la gita turistica con photo shoot all’Urbe.

«A me questi cosiddetti grandi della terra
in realtà sembrano dopolavoristi sfaccendati
che dicono minchiate»
(Vittorio Feltri).

“Vacanze romane. La dolce vita dei grandi. Lancio della monetina, pranzo in terrazza e poi visita al museo. Finito il vertice dei capi di Stato dei 20 Paesi più potenti: non si è concluso nulla. Ma i politici ne hanno approfittato per fare un bel giro turistico nella Capitale” (Renato Farina – Libero Quotidiano, 1° novembre 2021).

Affiancato da Mario Draghi e dalla moglie Serena, il Presidente della Repubblica ha accolto con la figlia Laura i gattopardiani e le loro consorti nel sontuoso Salone delle Feste, non per recitare il Rosario come in “Il Gattopardo”, ma per gustare il menu ideato da Fabrizio Boca, il cuoco del Quirinale.

«Se vogliamo che tutto rimanga come è,
bisogna che tutto cambi»

È la frase è pronunciata da Tancredi Falconeri, il nipote del Principe di Salina, nel libro “Il Gattopardo” del 1958.

Nel romanzo postumo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa si svolge la storia di un’aristocratica famiglia, nella quale spicca la figura del protagonista, Don Fabrizio Corbera, il Principe di Salina (che aveva un gattopardo come figura araldica nell’arme gentilizia), ambientato nel momento del trapasso del Regno delle Due Sicilie dei Borbone, con l’occupazione da parte del Regno di Sardegna e del Regno d’Italia dei Savoia poi, seguita alla Spedizione dei Mille di Garibaldi. Quindi, il libro narra le trasformazioni avvenute nella vita e nella società in Sicilia durante il Risorgimento. Imparare dalla storia per capire il presente e prepararsi al futuro.

La celebre frase pronunciata da Tancredi è la risposta di un rivoluzionario assennato, nel momento in cui decide di andare coi garibaldini, che conosce il dolore della frattura con la classe dirigente in declino e non vuole tradirla.

Dal libro – e dalla frase di Tancredi in particolare – deriva l’espressione “gattopardismo” o “gattopardite”, così come la concezione e la prassi che con esso vengono espresse, per indicare l’atteggiamento (definito come trasformismo) proprio di chi (definito “gattopardiano”), avendo fatto parte del ceto dominante o agiato in un precedente regime, si adatta (in modo “gattopardesco”) a un nuova situazione politica, sociale o economica, fingendo d’esserne promotore o fautore, per poter conservare il proprio potere e i privilegi della propria classe.

Il racconto di Giuseppe Tomasi di Lampedusa inizia con la recita del Rosario in una delle sontuose sale del Palazzo Salina, dove Don Fabrizio Corbera (il Gattopardo), abita con la moglie Stella e i loro sette figli. Lui è un signore distinto e affascinante, raffinato cultore di studi astronomici ma anche di pensieri più terreni e a carattere sensuale, nonché attento osservatore della progressiva e inesorabile decadenza del proprio ceto. Infatti, con lo sbarco in Sicilia di Garibaldi e del suo esercito, va prendendo rapidamente piede un nuovo ceto, quello borghese, che il Principe di Salina, dall’alto del proprio rango, guarda con malcelato disprezzo, in quanto prodotto deteriore dei nuovi tempi. L’intraprendente e amatissimo nipote Tancredi Falconeri non esita a cavalcare la nuova epoca in cerca del potere economico, combattendo tra le file dei garibaldini (e poi in quelle dell’esercito regolare del Re di Sardegna), cercando insieme di rassicurare il titubante zio sul fatto che il corso degli eventi si volgerà alla fine a vantaggio della loro classe. Poi è legato da un sentimento, in realtà più intravisto che espresso compiutamente, per la raffinata cugina Concetta, profondamente innamorata di lui.

Il Principe di Salina trascorre con tutta la famiglia le vacanze nella residenza estiva di Donnafugata. Il nuovo Sindaco del Paese è Don Calogero Sedara, un parvenu, ma intelligente e ambizioso, che cerca subito di entrare nelle simpatie degli aristocratici Salina, mercé la figlia Angelica, cui il passionale Tancredi non tarderà a soccombere. Non essendo una nobile, Angelica non avrà immediatamente il consenso di Don Fabrizio, ma grazie alla sua travolgente e incantevole bellezza riesce a convincere Casa Salina e a sposare Tancredi. Inoltre Calogero Sedara, il padre di Angelica fornisce alla figlia nel contratto matrimoniale tutto quello che possiede.

Arriva il momento di votare l’annessione della Sicilia (parte del Regno delle Due Sicilie dei Borbone) al Regno di Sardegna dei Savoia. A quanti, dubbiosi sul da farsi, gli chiedono un parere sul voto, il Principe di Salina risponde suo malgrado in maniera affermativa. Alla fine, il plebiscito per il sì sarà unanime. In seguito, giunge a Palazzo Salina un funzionario piemontese, il Cavaliere Chevalley di Monterzuolo, incaricato di offrire al Principe la carica di Senatore del Regno, che egli rifiuta garbatamente dichiarandosi un esponente del vecchio regime, ad esso legato da vincoli di decenza.

Il Principe condurrà da ora in poi vita appartata fino al giorno in cui verrà serenamente a mancare, circondato dalle cure dei familiari, in una stanza d’albergo a Palermo dopo il viaggio di ritorno da Caserta, dove si era recato per cure mediche. L’ultimo capitolo del romanzo, ambientato nel 1910, racconta la vita di Carolina, Concetta e Caterina, le figlie superstiti di Don Fabrizio.

Poi, tornando ai giorni nostri, è patetico veder spuntare in contemporanea alla cena gattopardesca al Quirinale, nella propria casella postale – non richiesto – la email “con fiera speranza” spedita da “Greta dalla Svezia, con Vanessa dall’Uganda, Dominika dalla Polonia, Mitzi dalle Filippine, giovani attivisti di tutto il mondo e tutto il team di Avaaz”. A modo loro, anche loro: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi».

Nel frattempo proseguiamo ovviamente con la motorizzazione, Biden dando il buon esempio con la sua scorta di 85 macchine.

“Il G20 è un flop, però i grandi del mondo si godono la «cacio e pepe di Draghi» e il cenone senza le mascherine. E Joe Biden fa il green con 85 auto” (La Verità).

Certo, ci convertiamo all’elettrico: «Allora funziona così: prendo il gas o il petrolio, li brucio per fare energia elettrica, perdo il 10% per trasportarla ed un altro 20% per immagazzinarla; bambini schiavi scavano il Litio nelle miniere in Africa, il litio è una merda che inquina tutto, ma chi se ne frega tanto le batterie le fanno in Cina; produco le auto elettriche che hanno effettivamente una notevole coppia sulle ruote facendo durare meno le gomme anche per via del peso dell’auto. Smuoverò automobili che invece di pesare 2000 Kg ne pesano 3000. Ogni anno avrò più pneumatici da smaltire ed ogni decina di anni enormi batterie da 100 KW da sotterrare a Scampia. Tutto questo la chiamo “scelta ecologica” e vengo eletto al parlamento. Intanto ex operai della Fiat motori, ora in cassa integrazione, pagano IMU più alta affinché si possano dare sussidi alle auto elettriche» (Cit).

Bambini schiavi scavano il Litio nelle miniere in Africa, il litio è una merda che inquina tutto.

E visto che è oggi Ognisanti, pensando al Giorno dei Morti, condivido quanto segue, da Facebook:

«Se fossimo in condizioni normali, oggi, primo novembre, mi limiterei ad augurarvi buon Ognissanti, ma purtroppo, come ormai sapete, non siamo più nel mondo che conoscevamo e che, lo ricordo, è quello a cui dovremmo tornare subito, senza esitazioni.

No, non è incoscienza, non è disconoscimento della realtà; al contrario, sono proprio coloro che vorrebbero un’emergenza senza fine certa, basata sull’arbitrio, che ci hanno scaraventato dentro un incubo in cui la paura è la vera regina ed in cui quasi più niente è come dovrebbe essere.

È un cocktail micidiale già visto: il terrore della morte, un morbo presentato come la peste del Terzo Millennio, la caccia all’untore, l’attesa di un deus ex machina che ci salvi, l’invocazione del sacrificio delle vittime per placare l’ira degli dei.

Il meccanismo è perverso, addirittura diabolico: se osate far presente che ogni anno, in questo periodo, i “contagi” risalgono per qualsiasi virus influenzale, siete dei cinici, se invitate a tornare alla ragionevolezza, siete degli egoisti, se parlate di libertà, siete degli irresponsabili.

È una religione in cui non esiste battesimo che lavi le colpe: siete colpevoli a prescindere, senza appello. È una partita persa, comunque.

Poi guardate il calendario: domani commemoreremo tutti i defunti e la risposta è sotto gli occhi. Moriremo tutti, è una certezza.

Chi vi promette di sconfiggere la morte, di controllare il clima, di cambiare le regole della vita, mente e vuole solo sostituirsi a Dio, o, se non credete, a Madre Natura.

Se darete ascolto a questa menzogna, crederete a tutte le altre e non otterrete nulla in cambio, in ogni caso, perché comunque vi ammalerete e morirete, solo che sarete già morti mentre vivete. Esiste una terza via. Ma sta a voi cercarla.

P.S. Non risponderò a commenti offensivi o provocatori, inaugurando così la strategia del silenzio. Un intervento cattivo (s)qualifica da solo il suo autore. Invito tutti ad usare sempre la gentilezza contro la follia, perché un pazzo, a sentirsi dare di pazzo, diventa ancora più pazzo. Discutere con loro vi porta solo alla follia. Non caschiamoci. Buona Festa di Ognissanti» (Stefano Burbi).

Moriremo tutti.
Anche i gattopardi.
E niente portiamo via.
Neanche loro.
Questa è l’unica certezza della vita.
E tutti staremo al cospetto del nostro Creatore.
Anche loro.
E risponderemo.
Loro pure.

Appello del Papa a Cop26:
ascolti il grido della Terra


E nulla accade per caso

Per concludere… nulla accade per caso. Nulla. Ironia della sorte: albero caduto blocca la linea ferroviaria per Glasgow, sede del vertice Cop26.

Il clima colpisce ancora: albero caduto annulla i servizi ferroviari per il vertice COP26
di Kurt Zindulka
Breitbart, 31 ottobre 2021


Un albero caduto sui binari può annullare una conferenza sul clima?

Migliaia di viaggiatori sono rimasti a porsi questa domanda, dopo che un albero caduto ha mandato in tilt la linea ferroviaria da Londra a Glasgow, la città sede del vertice sui cambiamenti climatici Cop26 delle Nazioni Unite.

Ironia della sorte, coloro che hanno scelto di raggiungere Glasgow con il treno, mezzo ritenuto più rispettoso dell’ambiente, piuttosto che in aereo, sono rimasti bloccati, e tutto per un albero caduto sui cavi della linea elettrica di presa tra le località di Rugby e Milton Keynes, sulla West Coast Main Line, in base a quanto riferisce The Telegraph [QUI].

La compagnia ferroviaria che gestisce la linea e la maggior parte dei servizi tra la capitale britannica e Glasgow, Avanti West Coast, ha affermato che sono previste interruzioni durante tutta la giornata. “Per favore, non mettetevi in viaggio”, ha detto la compagnia ferroviaria al The Telegraph, spiegando che “a causa di un oggetto rimasto impigliato nei cavi elettrici sospesi tra Rugby e Milton Keynes Central tutte le linee sono bloccate. I servizi ferroviari che riguardano queste stazioni possono essere cancellati o ritardati. Si consiglia quindi ai clienti di non tentare di viaggiare per il resto della giornata”.

L’interruzione si è verificata solo poche ore dopo che il segretario per l’energia ombra del partito laburista, Ed Miliband, aveva chiesto l’eliminazione della maggior parte dei voli interni in Gran Bretagna per ridurre le emissioni di carbonio. Parlando al programma Andrew Marr della Bbc, Milliband aveva affermato [QUI] che i voli nazionali dovrebbero essere limitati “per quanto possibile”, aggiungendo: “Dobbiamo offrire alternative. L’equità è offrire alle persone alternative, ed è una parte assolutamente fondamentale di questa transizione”.

I venti forti e le piogge hanno causato interruzioni dei servizi ferroviari in tutto il paese, con la South Western Railway che ha affermato che i servizi sarebbero stati “gravemente interrotti” fino alle 17, a causa del crollo degli alberi sulle linee in otto diverse località.

Queste interruzioni sono solo l’ultimo di una lunga serie di incidenti imbarazzanti  per il primo ministro Boris Johnson, che sta tentando di organizzare una grande iniziativa, Build Back Better, dedicata al clima questa settimana.

Tuttavia, qualsiasi possibilità che l’incontro raggiunga effettivamente un tale obiettivo potrebbe essere stata vanificata fin dall’inizio, dato che il comunista cinese Xi Jinping [la Cina continentale comunista è il più grande e indisturbato inquinatore del mondo. V.v.B.] e il russo Vladimir Putin hanno rifiutato di recarsi a Glasgow.

Proprio nulla

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