Il Papa alla Roaco: “Cessi la violenza in Siria e la tribolazione in Terrasanta”
Papa Francesco dice che la Chiesa è “vicina con riconoscenza” ai membri delle agenzie della Roaco; li esorta a non “perdere la speranza” di fronte alle difficoltà e lancia un vibrante appello “perché si ponga fine ad ogni dolore, ad ogni violenza, ad ogni discriminazione religiosa, culturale e sociale”. “Lo scontro che semina morte – soggiunge il Papa – lasci spazio all’incontro e alla riconciliazione che porta vita”. Poi l’esortazione a non dimenticare la Siria che vive “una grande tribolazione”.
“Vi chiedo di fare tutto il possibile per alleviare le gravi necessità delle popolazioni colpite, in particolare quelle siriane. La gente dell’amata Siria, i profughi, i rifugiati sempre più numerosi. Proprio sant’Ignazio di Antiochia chiedeva ai cristiani di Roma: ‘ricordatevi nella vostra preghiera della Chiesa di Siria… Gesù Cristo sorveglierà su di essa e la vostra carità’ (Lettera ai Romani IX,I). Anche io a voi ripeto questo: ‘Ricordatevi nella vostra preghiera della Chiesa di Siria”… Gesù Cristo sorveglierà su di essa e la vostra carità’. Al Signore della vita affido le innumerevoli vittime e imploro la Santissima Madre di Dio perché consoli quanti sono nella ‘grande tribolazione’ (Ap 7,14). E’ vero questa è una grande tribolazione!”.
Non solo la Siria è nel cuore del Papa ma anche la Terra Santa, i “luoghi Santi della nostra Redenzione” . Papa Francesco si dice preoccupato “per la condizione di tanti fratelli e sorelle che vivono in una situazione di insicurezza e di violenza che sembra interminabile e non risparmia gli innocenti e i più deboli. A noi credenti è chiesta la preghiera costante e fiduciosa perché il Signore conceda la sospirata pace, unita alla condivisione e alla solidarietà concreta”.
Esprimendo la gratitudine a Dio per la fedeltà a Cristo, al Vangelo e alla Chiesa, il Papa ricorda i cattolici orientali che, nell’arco dei secoli, hanno affrontato la fatica di dirsi cristiani ma che hanno conservato la loro fede: “Desidero incoraggiarvi e sostenervi nell’esercizio della carità, che è il solo motivo di vanto per i discepoli di Gesù. Questa carità scaturisce dall’amore di Dio in Cristo: la Croce ne è il vertice, segno luminoso della misericordia e della carità di Dio verso tutti, che è stata riversata nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo (cfr Rm 5,5)”.
Un dovere – prosegue il Papa – “esortare alla carità” che è inscindibile dalla fede. “Il nostro operare – aggiunge – sarà efficace solo se radicato nella fede, nutrito dalla preghiera, specialmente dalla Santa Eucaristia, Sacramento della fede e della carità”. Infine, l’invito a proseguire e a realizzare i progetti finalizzati alla formazione soprattutto dei giovani:
“Ma non dimenticate mai che questi progetti devono essere un segno di quella professione dell’amore di Dio che costituisce l’identità cristiana. La Chiesa, nella molteplicità e ricchezza delle sue componenti e delle sue attività, non trova la sua sicurezza nei mezzi umani. La Chiesa è di Dio, ha fiducia nella sua presenza e nella sua azione, e porta nel mondo la potenza di Dio che è quella dell’amore”.
(fonte Radio Vaticana)