Le persone con disabilità intellettiva e noi. Riflessioni e proposte operative dall’Ordine di Malta

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Un documento ufficiale e condiviso con due obiettivi ben precisi: affrontare, in un’ottica cristiana le questioni salienti di natura morale, pastorale e teologica sull’assistenza e la cura delle persone con disabilità intellettive ed evolutive; e predisporre linee guida operative per famiglie e assistenti sociali, da unire a raccomandazioni per i servizi di sanità pubblici e privati e le istituzioni di cura pastorale. E’ stato questo l’obiettivo del 6° Colloquium mondiale dell’Associazione Internazionale dei Bioeticisti Cattolici (IACB), promossa dall’Ordine di Malta, svoltasi in questi giorni a Rocca di Papa, alle porte della Capitale. Al Colloquium, dal tema “Sostenere e assistere le persone con disabilità intellettive e le loro famiglie: riflessioni etiche e raccomandazioni operative” hanno preso parte sessanta esperti mondiali di bioetica, che hanno anche incontrato il Gran Maestro dell’Ordine Fra’ Matthew Festing, mentre una delegazione dei convegnisti è stata salutata da Papa Francesco nel corso dell’udienza generale di mercoledì 12 giugno.

L’argomento trattato dal Colloquium rientra pienamente nel vasto ventaglio di attività assistenziali e benefiche promosse nel millenario arco della sua storia dall’Ordine di Malta, che proprio quest’anno festeggia il nono centenario della promulgazione del Privilegio solenne da parte di Papa Pasquale II. Accanto alle necessità del corpo, che impegnano l’Ordine in tanti teatri di guerra e di emergenza umanitaria nel mondo intero, anche i deficit psichici e intellettivi trovano una pronta risposta da parte delle associazioni che si richiamano all’insegnamento evangelico propugnato dai Cavalieri di Malta. In una società che postula sempre di più il mito dell’efficienza, della produttività e dell’assenza del dolore, le persone con disabilità intellettiva ed evolutiva (IDD) vengono troppo spesso messe ai margini della vita sociale, considerate un peso difficile da sostenere ed escluse dalla partecipazione attiva ad una esistenza in cui anche il loro contributo può e deve essere adeguatamente riconosciuto e valorizzato.

Queste persone hanno specifici e complessi problemi di salute, sia comportamentale che psichica e devono affrontare spesso una serie di ostacoli per ricevere un’adeguata assistenza clinica e sanitaria. In ogni Paese circa il 2% della popolazione è colpita da IDD, come la sindrome di Down, alcune forme situabili all’interno della sindrome di Asperger e dell’autismo in generale, e delle sindromi feto-alcoliche. Vulnerabili alla povertà, all’isolamento e all’abbandono, esse dipendono dal sostegno delle famiglie e delle comunità. Eppure una vita senza la loro testimonianza risulterebbe essere vuota. “Il nostro mondo sarebbe senz’altro migliore se accogliessimo le persone con disabilità nelle nostre vita e comunità con un genuino rispetto per la loro libertà”, ha affermato William F. Sullivan, membro dell’Associazione Canadese dell’Ordine di Malta, direttore IACB e organizzatore del Colloquium, con all’attivo una feconda esperienza professionale e di ricerca in Ontario e a Toronto.

Gli ha fatto eco padre Scott Borgman, segretario della Pontificia Accademia della Vita e consulente religioso del Colloquium: “Quello che mi ha colpito di più, nel corso dell’incontro, oltre alla sua dimensione spirituale, sono stati gli scambi informali tra le persone in una armonia di competenze e di saperi. Tutti siamo convinti che ogni vita umana è creata da Dio, e il valore di una vita non viene da ciò che possiamo fare o non fare, ma da ciò che essa è ontologicamente. In questo senso, l’esperienza di vita di comunità all’interno dell’Ordine di Malta o come l’Arche fondata da Jean Vanier, sono esempi assoluti di fraternità, condivisione e rispetto, e sono modello di riferimento per tutti noi”.

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