Chiesa caldea: è svolta pastorale
Un conflitto particolare. Perché a Oriente, da dove viene la Chiesa caldea, la vocazione alla spiritualità è preponderante. Mentre a Occidente, dove la Chiesa caldea è emigrata, è emersa la tendenza al nazionalismo (e non è un caso che Sako abbia pubblicato la sua lettera proprio nel mezzo di un viaggio negli Stati Uniti, lì dove il nazionalismo caldeo si è fatto più aggressivo e potente, perché economicamente ben messo. Nella lettera, c’era anche una denuncia quasi esplicita a un sito di nazionalismo caldeo.
Non è nemmeno un caso che Sako abbia voluto che il primo sinodo da lui gestito come patriarca si svolgesse a Baghdad. In 14 vescovi si sono uniti per sviluppare una agenda difficile, che toccava anche il tema dell’esodo dei caldei dall’Iraq nonché quello di un “diritto caldeo” da sottoporre all’approvazione della Santa Sede. Le conclusioni del sinodo sono state riassunte in un comunicato finale in 9 punti inviato all’agenzia Fides.
I vescovi caldei invocano la ripresa del cammino ecumenico con tutte le altre chiese e comunità cristiane, a partire dalla Chiesa assira. Ribadiscono la necessità di continuare il dialogo con l’Islam e con tutte le sue articolazioni e di porre massima attenzione alla gestione trasparente delle risorse economiche della diocesi. Sako aveva sottolineato, nella sua lettera, che la “politica è la competenza di laici di competenti”, e che “noi li incoraggiamo ad aprire scuole per insegnare la lingua caldea, cecntr culturali e sociali che si occupano della cultura e dell’arte, partiti politici che difendono i diritti, ma non possiamo inserirci come aderenti o esserne sostenitori”. Al termine del sinodo, il comunicato finale specifica che la politica rimane un campo affidato alla responsabilità specifica dei laici cristiani, e sul quale i vescovi e i sacerdoti non devono esercitare nessun intervento diretto.
Però un impegno i vescovi caldei se lo prendono, ed è quello di creare una commissione mista di laici e sacerdoti per cercare risposte concrete al problema del lavoro e favorire gli investimenti in Iraq che aiutino a frenare la diaspora dei cristiani Iraqeni.
Altri temi affrontati: l’elezione di vescovi per diverse eparchie vacanti (ma i nomi non sono specificati), la necessità di curare la formazione dei candidati al sacerdozio (non inviandoli all’estero), l’indicazione di evitare di confondere la pastorale vocazionale per campagne d’arruolamento per riempire spazi vuoti.
Un colpo duro per l’ala nazionalista della Chiesa caldea, tutta sviluppata negli Stati Uniti. Dove c’è un trio di personaggi che stanno guadagnando influenza all’interno della Chiesa caldea. Due sono i vescovi caldei Mar Ibrahim Ibrahim (vescovo caldeo di Detroit) e Mar Sarhad Jamo (vescovo caldeo di San Diego). A loro si unisce uno che ancora caldeo non è, è Ashur Soro, prima vescovo della Chiesa assira dell’Est e poi da questa scomunicato. Loro stanno crescendo in influenza all’interno della Chiesa caldea. Le diocesi di San Diego e Detroit, messe insieme, hanno probabilmente più soldi del resto delle diocesi caldee messe insieme. Questo ha fatto sì che i due vescovi si siano sentiti in potere di prendere in mano alcune situazioni indipendentemente dall’autorità centrale della Chiesa caldea in Iraq.
A loro si aggiunge il problema di Ashur Soro. Il quale potrebbe anche avere buone intenzioni per la sua nuova chiesa, ma che l’ha comunque cominciata a dividere in due sezioni: chi lo vuole ufficialmente riconoscere e chi no, e quelli che non vogliono sono proprio quelli che pensano che questo andrebbe e mettere a rischio le relazioni con la Chiesa assira. Chiesa con la quale i caldei vogliono riunirsi, come si legge nel comunicato finale.
Sempre dagli Stati Uniti è venuta la forte pressione per un maggiore impegno politico della Chiesa caldea. Resta la domanda: i due potenti vescovi USA ascolteranno il sinodo e giocheranno di forza?
È a questa chiesa spaccata tra Oriente e Occidente che il sinodo caldeo si è rivolto con un appello all’unità. E forse la possibile creazione di un proprio codice darà alla Chiesa caldea un nuovo impeto. Andando oltre il dibattito.