Il Papa: solo rimettendo l’uomo al centro si supera la crisi

Ripensare la solidarietà significa anzitutto coniugare il magistero con l’evoluzione socio-economica e far emergere tutta la fecondità di un valore che attinge dal Vangelo. Con queste parole il Papa questa mattina ha salutato i membri della Fondazione Centesimus Annus – Pro Pontifice che hanno celebrato il Convegno internazionale sul tema: “Rethinking Solidarity for Employment: The Challenges of the Twenty-First Century”. Il Papa parla della crisi economica come crisi etica ed antropologica che rende necessario il ripensare la solidarità. Francesco cita la Laborem exercens e mette il dito sulla piaga della disoccupazione che “si sta allargando a macchia d’olio in ampie zone dell’occidente e che sta estendendo in modo preoccupante i confini della povertà. E non c’è peggiore povertà materiale, mi preme sottolinearlo, di quella che non permette di guadagnarsi il pane e che priva della dignità del lavoro.”
Ma cosa non funziona allora? Occorre un ripensamento “globale di tutto il sistema, come ricerca di vie per riformarlo e correggerlo in modo coerente con i diritti fondamentali dell’uomo, di tutti gli uomini.” E se la parola solidarietà, dice il Papa, sembra una brutta parola nel mondo economico, bisogna ridargli cittadinanza sociale, perché è un valore sociale. Un concetto che la Chiesa cattolica ripete sempre nella Dottrina Sociale e sul quale si è discusso nel Convegno della Centesimus Annus proprio per trovare nuove formulazioni più adatte alla attuale crisi mondiale. Seguire il potere e il denaro e non rispettare la persona è il più grande peccato sociale contemporaneo come hanno ricordato i pontefici del XX secolo. “Ci si è dimenticati – ha detto il Papa- e ci si dimentica tuttora che al di sopra degli affari, della logica e dei parametri di mercato, c’è l’essere umano e c’è qualcosa che è dovuto all’uomo in quanto uomo, in virtù della sua dignità profonda: offrirgli la possibilità di vivere dignitosamente e di partecipare attivamente al bene comune.” In conclusione Francesco ha riportato una concetto della enciclica Caritas in veritate Di Benedetto XVI per cui ogni attività umana, anche quella economica, proprio perché umana, deve essere articolata e istituzionalizzata eticamente: “Dobbiamo tornare alla centralità dell’uomo, ad una visione più etica delle attività e dei rapporti umani, senza il timore di perdere qualcosa.”
Il convegno internazionale della Fondazione Centesimus Annus – Pro Pontifice Ha messo al centro dei lavori il problema giovanile lanciando il tema di uno sviluppo più eco-compatibile per creare occupazione. “Alla fine del 2013 saranno sei anni di crisi europea con la disoccupazione salita al 12% e quella giovanile al 25%” ricorda il prof. Alberto Quadrio Curzio, presidente del comitato scientifico della Fondazione Centesimus Annus – Pro Pontifice. “In un contesto, così grave come quello che stiamo attraversando, per evitare che la situazione socio-economica peggiori ulteriormente, è oggi essenziale, per l’Italia e per l’Europa intera, rilanciare l’occupazione, quella giovanile in modo particolare. Sempre più forte è il dubbio che le politiche socio-economiche europee siano sbagliate a fronte di quelle di altri Paesi, come Usa e Giappone, dove la crescita sta riprendendo e la disoccupazione scendendo”. Sotto questo profilo, per il prof. Quadrio Curzio “è fondamentale rilanciare lo sviluppo con modalità più eco-compatibili e che diano adeguati livelli di occupazione soprattutto giovanile”.