Il Papa: la pace in Colombia passa per la ricerca del bene comune

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Ieri il Papa ha canonizzato la prima santa del paese, Maria Lupita, oggi l’udienza al presidente. La Colombia e il tentativo di pacificazione è al centro della attenzione della Santa Sede. Nella mattina di lunedì 13 maggio Papa Francesco ha ricevuto in udienza, il Presidente della Repubblica della Colombia Juan Manuel Santos Calderón. “Nel corso dei colloqui, che si sono svolti in un clima cordiale- si legge nel comunicato ufficiale-ci si è soffermati sull’attualità della figura di Madre Laura Montoya Upegui, prima Santa colombiana e feconda interprete delle radici cristiane del Paese, canonizzata il giorno precedente in Piazza San Pietro, come pure sull’apporto della Chiesa per la promozione della “cultura dell’incontro” e sulle sue opere a servizio del progresso umano e spirituale del Paese, in particolare, dei più bisognosi e dei giovani. Si sono prese in considerazione le sfide che il Paese deve affrontare, soprattutto al riguardo delle disuguaglianze sociali. Non è mancato un riferimento al processo di pace in corso e alle vittime del conflitto, auspicando che le parti implicate proseguano i negoziati, animate da una sincera ricerca del bene comune e della riconciliazione. Infine, è stato sottolineato l’impegno della Chiesa a favore della vita e della famiglia.”

Ieri Madre Laura di Santa Caterina da Siena, al secolo María Laura de Jesús Montoya y Upegui è stata proclamata santa per la Chiesa cattolica, un esempio per tutto il mondo. Il suo è stato un servizio all’evangelizzazione delle popolazioni indigene della selva colombiana, alla lotta contro la discriminazione razziale e a un rispetto speciale per la natura. In una intervista all’ Osservatore Romano a proposito dei negoziati con le Farc, le Forze Armate rivoluzionarie della Colombia che si stanno svolgendo a Cuba il presidente colombiano ha ricordato che “La Colombia ha vissuto per circa mezzo secolo un conflitto armato interno e ormai è ora di porre fine a questo spargimento di sangue che ha causato tanto dolore e tanta povertà. In passato sono stati tentati altri approcci e metodi per ottenere la pace, ma non hanno avuto un esito positivo, soprattutto per la mancanza di una volontà reale da parte della guerriglia. In questa occasione ci siamo presi un lasso di tempo più lungo, di quasi due anni, per sondare la serietà delle sue intenzioni. Credo che siamo di fronte a una possibilità senza precedenti. Indubbiamente anche l’indebolimento della guerriglia per l’azione costante delle nostre forze ha contribuito a questa possibilità. Né io né i colombiani siamo totalmente ottimisti e manteniamo un sano livello di realismo perché già in altre occasioni siamo rimasti delusi. Ma un moderato ottimismo c’è: credo sinceramente che possiamo riuscire e stiamo facendo tutto il possibile, imparando dagli errori del passato.”

L’impegno per la pacificazione del paese sarà ovviamente nell’agenda del nuovo nunzio nel paese Ettore Balestrero che tra qualche giorno arriverà a Bogotà. La sua è stata una delle ultime nomine di Benedetto XVI lo scorso febbraio. Dal 2009 Balestrero è stato sottosegretario ai rapporti con gli stati in Segreteria di Stato e ha in particolare seguito le procedure tra Santa Sede e Moneyval. La Chiesa è particolarmente impegnata nella pacificazione e una vera sovranità e chiede anche una assemblea costituente come ricorda l’arcivescovo di Cali, Darío de Jesús Monsalve Mejía: “una nuova Costituzione che collochi il Paese nel contesto dell’economia mondiale e della globalità, che apra porte per la riconciliazione dopo tanti decenni di violenza”.

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