Educazione e istruzione. Il papa: “Scuola cattolica, nessun interesse di parte”

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Dedicata all’ educazione la giornata vaticana di oggi.  Il papa ha ricevuto i partecipanti al Convegno promosso dal Centro Studi per la Scuola Cattolica (CSSC) della Conferenza Episcopale Italiana in occasione del decimo anniversario della fondazione ed ha ricordato il valore della scuola cattolica non solo per la evangelizzazione della gioventù  ma anche per il mondo della cultura. Presentata alla stampa anche la nuova “Istruzione sugli Istituti Superiori di Scienze Religiose”.
SCUOLA – Una missione ricordata dai papi e dall’ Episcopato italiano. “Per essere scelta ed apprezzata, occorre che la scuola cattolica sia conosciuta nel suo intento pedagogico; è necessario che si abbia matura consapevolezza non solo della sua identità ecclesiale e del suo progetto culturale, bensì pure del suo significato civile, che va considerato non come difesa di un interesse di parte, ma come contributo prezioso all’edificazione del bene comune dell’intera società italiana.” Ha ricordato il papa. Ed ha poi posto l’ accento sul tema della parità: “Proprio nel contesto del rinnovamento a cui si vorrebbe tendere da chi ha a cuore il bene dei giovani e del Paese, occorre favorire quella effettiva uguaglianza tra scuole statali e scuole paritarie, che consenta ai genitori opportuna libertà di scelta circa la scuola da frequentare.”

ISTRUZIONE – Questa mattina è stata presentata alla stampa la nuova “Istruzione sugli Istituti Superiori di Scienze Religiose”, a cura della Congregazione per l’Educazione cattolica. “Con l’avvio del Processo di Bologna – ha fatto notare il card. Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica, – in molti Paesi sono state riviste le leggi relative al conseguimento dei titoli professionali per accedere all’insegnamento nei diversi gradi di scuola, provocando un riflesso anche sugli insegnanti di religione”, i quali “d’ora in poi potranno insegnare solo se avranno conseguito un titolo accademico rilasciato dopo almeno cinque anni di studio”. Grazie alla nuova normativa, gli Issr, come nel passato, saranno “collegati” alle Facoltà ecclesiastiche di Teologia, ma “lo studio della teologia e lo studio delle scienze religiose, si legge nella istruzione, si articolano in due percorsi distinti”: quello dei centri accademici ecclesiastici “ha lo scopo di assicurare allo studente una conoscenza completa e organica di tutta la teologia”, ed è finalizzato in particolare al sacerdozio, mentre gli Issr hanno lo scopo di “promuovere la formazione religiosa dei laici e delle persone consacrate, per una loro più cosciente e attiva partecipazione ai compiti di evangelizzazione nel mondo attuale. La durata degli studi degli Issr è ora di cinque anni, divisi in due cicli: un primo ciclo di tre anni, al termine del quale si consegue il baccalaureato in scienze religiose e un secondo ciclo di due anni, al termine del quale si consegue la licenza in scienze religiose.

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