21 per XXI. Al MAXXI di Roma i progetti delle nuove chiese italiane
La Chiesa Cattolica italiana rinnova il dialogo con la creatività artistica contemporanea e riprende il filo del rapporto tra liturgia e architettura degli spazi del sacro. C’è tempo fino al prossimo 2 giugno per andare al MAXXI di Roma e visitare la mostra “21 per XXI. Nuove chiese italiane”, dedicata alle proposte architettoniche di complessi parrocchiali nazionali di prossima edificazione. L’esposizione, nata dalla collaborazione tra il Servizio Nazionale per l’edilizia di culto della Conferenza Episcopale Italiana e la direzione del Museo progettato da Zaha Hadid, presenta i risultati della sesta serie di concorsi nazionali, indetti dalla CEI, per la costruzione di nuovi templi di culto. I 21 progetti di questa edizione, bandita nel 2011, riguardano la realizzazione di tre chiese: una al nord (Ferrara), una al centro (Olbia) e una al sud d’Italia (Mormanno, Cosenza), formulate da 7 gruppi di progettazione per ogni area d’intervento. E’ dal 1998 che la CEI propone concorsi per la realizzazione di progetti architettonici, nell’ambito di una elaborata operazione culturale finalizzata a promuovere e sostenere la qualità dell’architettura sacra, in nome di un ritrovato colloquio tra la Chiesa e il mondo della cultura che possa favorire la diffusione della bellezza artistica sul territorio.
Il visitatore che si recherà al MAXXI compirà un viaggio attraverso gli elaborati proposti per Nord, il Centro e il Sud, attraverso video, foto, testi e disegni (questi ultimi peraltro raccolti anche in una elegante pubblicazione edita da Casabella, che funge da catalogo della mostra) e osservando da vicino i tre modelli dei progetti vincitori degli architetti Benedetta Tagliabue, Francesca Leto e Mario Cucinella. Benedetta Tagliabue (dello studio Miralles Tagliabue Embt), vincitrice per la sezione Nord Italia, ha proposto per la Parrocchia di San Giacomo apostolo a Ferrara, nella diocesi di Ferrara-Comacchio, un edificio dall’architettura leggera e organica che si distingue e dialoga con la solida e compatta materialità dello storico patrimonio edilizio ferrarese. Francesca Leto, che ha vinto per la sezione Centro Italia per la Parrocchia di Sant’Ignazio da Laconi a Olbia, nella diocesi di Tempio Ampurias, ha progettato un edificio che si staglia in altezza col suo volume perfettamente delineato, bianco, privo d’interruzioni tra la copertura e le pareti. Mario Cucinella (Mario Cucinella e Associati) che ha avuto il riconoscimento per la sezione del Sud Italia, ha ideato per la Chiesa di Santa Maria Goretti a Mormanno, provincia di Cosenza e diocesi di Cassano allo Jonio, ha disegnato un elemento solitario, unico e irripetibile, in cui il portale di ingresso e la croce diventano elementi essenziali ispirati alle curve dell’architettura barocca romana frutto del genio di Bernini e Borromini.
A completare la mostra anche le immagini fotografiche delle chiese già realizzate in seguito alla precedenti edizioni del concorso, che testimoniano l’efficacia dell’intero processo, dal progetto alla realizzazione. E insieme ai progetti, la mostra illustra anche il lungo processo che precede e accompagna la progettazione: un lavoro articolato, che passa dalla redazione del bando di concorso e del documento preliminare alla stesura del progetto, fino agli incontri tra i diversi attori del processo edilizio: committenti, architetti, liturgisti e artisti. Un vero e proprio ‘laboratorio di pensiero’, come è stato definito dal responsabile del Servizio nazionale edilizia di culto della Chiesa italiana e curatore della mostra monsignor Giuseppe Russo. “Tra gli interessi sviluppati dal concorso in questi anni c’e’ stata la possibilità di far lavorare insieme professionalità e sensibilità diverse. Siamo consapevoli – afferma monsignor Russo – dei rischi connessi alla ricerca di nuove soluzioni formali e all’adozione di impianti liturgici meno convenzionali, ma riteniamo importante che lo sguardo in avanti non perda le tracce da cui proviene, quella tradizione nella quale da sempre la Chiesa cammina, cresce e si rinnova”.
Per la responsabile della Direzione Architettura del MAXXI Margherita Gruccione, “la cesura netta che esiste tra concorso e realizzazione produce in Italia un numero sconsolante di concorsi non realizzati. Questa mostra fa comprendere come sia possibile innescare un circuito virtuoso che dalla progettazione arrivi all’opera edificata, e come sia possibile oggi dare voce a progettisti in grado di produrre architettura di qualità sul territorio”. Per il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, l’alleanza tra fede e arte è ”possibile e vitale. La liturgia non deve prendere le distanze dall’arte contemporanea, ma deve favorirne il legame. E’ auspicabile che in futuro la Chiesa continui a coltivare il terreno delle sinergie con l’arte e l’architettura, e che anche la cultura non mostri reticenze e chiusure alle domande profonde della fede, ma accolga le istanze della liturgia cristiana. Senza arte c’e’ banalità, senza preghiera la fede langue. Siamo dentro a un dialogo in cui la fede ha da dire all’arte e l’arte e’ sempre più capace di dare espressione al senso della vita. C’e’ un arricchimento reciproco tra arte e fede”. E le nuove proposte architettoniche, secondo monsignor Crociata, possono convivere con il patrimonio esistente, che ”non può essere abbandonato.
Ci sono le condizioni per non viverlo come un museo ma come un luogo di incontro accogliendo al contempo le proposte architettoniche di oggi”. Tra le attività connesse alla mostra, giovedì 16 maggio alle 17.30 nell’Auditorium del MAXXI è previsto un incontro dal tema ‘Nuove alleanze. Dialogo sulle nuove chiese italiane’, a cui parteciperanno Giovanna Melandri (Presidente della Fondazione MAXXI), Giuseppe Busani, Vittorio Gregotti e Mimmo Paladino, moderati da Margherita Guccione e da monsignor Giuseppe Russo.