Il Papa: il cristiano è una persona che agisce secondo Dio

“Ma chi è lo Spirito Santo?” si chiede il Papa. “ E’ la sorgente inesauribile della vita di Dio in noi. L’uomo di tutti i tempi e di tutti i luoghi desidera una vita piena e bella, giusta e buona, una vita che non sia minacciata dalla morte, ma che possa maturare e crescere fino alla sua pienezza. L’uomo è come un viandante che, attraversando i deserti della vita, ha sete di un’acqua viva, zampillante e fresca, capace di dissetare in profondità il suo desiderio profondo di luce, di amore, di bellezza e di pace. Tutti sentiamo questo desiderio! E Gesù ci dona quest’acqua viva: essa è lo Spirito Santo, che procede dal Padre e che Gesù riversa nei nostri cuori.” Allora ecco la domanda per ognuno di noi: “il cristiano è una persona che pensa e agisce secondo Dio, secondo lo Spirito Santo. E noi, pensiamo secondo Dio? Agiamo secondo Dio? O ci lasciamo guidare da tante altre cose che non sono prorpriamente Dio?” Lo Spirito è acqua viva che “ci rende partecipi della vita stessa di Dio che è Amore.”
E il Papa ha proseguito: “Questo è il dono prezioso che lo Spirito Santo porta nei nostri cuori: la vita stessa di Dio, vita di veri figli, un rapporto di confidenza, di libertà e di fiducia nell’amore e nella misericordia di Dio, che ha come effetto anche uno sguardo nuovo verso gli altri, vicini e lontani, visti sempre come fratelli e sorelle in Gesù da rispettare e da amare.” Vivere come Cristo, allora. “E noi, ascoltiamo lo Spirito Santo che ci dice: Dio ti ama, Dio ti vuole bene. Amiamo veramente Dio e gli altri, come Gesù?” Poi improvvisando il Papa ha ripetuto ancora che Dio è come un papà che ci ama ed è misericordioso e ci aspetta sempre a braccia aperte per essere amato. Francesco ha salutato in italiano i diversi gruppi internazionali presenti in Piazza, decine di migliaia di fedeli che hanno atteso il termine della udienza per poter vedere il Papa sulla jeep tra i fedeli.
Prima della udienza generale il Papa ha ricevuto 800 suore e le ha invitate a pensare “al danno che arrecano al popolo di Dio gli uomini e le donne di Chiesa che sono carrieristi e arrampicatori, che usano il popolo come trampolino per l’ambizione personale: fanno più danno alla Chiesa”. Francesco si è rivolto alle delegate delle congregazioni femminili che hanno partecipato nei giorni scorsi alla Assemblea plenaria dell’Uisg, le superiore generali dei vari ordini. L’udienza si è svolta nell’aula Paolo VI in Vaticano. “Che cosa sarebbe la Chiesa senza di voi? Le mancherebbe maternità, affetto, tenerezza! Grazie!”. “La consacrata – ha concluso il Papa – è madre, deve essere madre e non ‘zitella’! Questa gioia della fecondità spirituale animi la vostra esistenza”.