Numeri ufficiali Covid-19 dell’8 luglio 2021. Perché c’è stato il rapido sviluppo di vaccini e non di farmaci antivirali? Perché quest’ultimo è medicina e non biotech?

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I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi giovedì 8 luglio 2021

Ricoverati con sintomi: 1.197 (-37) (-3,00%) [Occupazione al 2%]
In terapia intensiva: 180 (+0) (-0,00%) [con 8 nuovi ingressi del giorno] [*] [Occupazione al 2%]
Deceduti: 127.731 (+13) (+0,01%)
Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose; oppure monodose): 22.190.177 (41,60% degli over 12); vaccinati con la prima dose: 33.502.055(66,50% degli over 12) [**] [Aggiornato all’8 luglio 2021 ore 17:08]

Secondo il report online del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 aggiornato alle ore 17:08 di oggi 8 luglio 2021, sono 55.692.232 le dosi di vaccino contro il Covid-19 somministrate in Italia, l’88,3% del totale di quelle consegnate, pari finora a 63.046.538 (nel dettaglio, 43.065.615 Comirnaty (Pfizer/BioNTech), 5.940.806 Covid-19 Vaccine Moderna (Moderna), 11.775.510 Vaxzevria (AstraZeneca) e 2.264.607 Covid-19 Vaccine Janssen (Johnson&Johnson).

[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**] Vaccinazione in tempo reale: QUI.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 253 (-1).

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Quando ci sarà immunità di gregge e quanto durerà la pandemia nel mondo?

Secondo gli esperti, ci vorranno due anni per l’immunità di gregge. I dati indicano che al momento sono state somministrate 3,23 miliardi di dosi globalmente, di cui solo l’1% agli abitanti dei Paesi poveri. All’attuale ritmo di vaccinazione si arriverà a 6 miliardi di dosi entro la fine dell’anno. Per vaccinare con due dosi circa il 70% della popolazione mondiale servono 11 miliardi di dosi (Fonte SkyTG24).

Studio conferma: vaccini a mRNA riducono gravità sintomi

I vaccini a mRNA riducono del 91% il rischio di infezione da Sars-CoV-2. Inoltre, la malattia che provoca, il Covid-19 è significativamente più lieve nei rari casi di contagio post vaccino, con riduzione della gravità dei sintomi di Covid-19 e della durata. La notizia arriva da un nuovo studio internazionale, chiamato RECOVER (Research on the Epidemiology of SARS-CoV-2 in Essential Response Personnel), realizzato in otto diverse aree geografiche dal Rocky Mountain Center for Occupational and Environmental Health (RMCOEH) dell’Università dello Utah. Lo studio, pubblicato online sul New England Journal of Medicine, si basa sui dati preliminari rilasciati dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC) a marzo. I ricercatori affermano che questi risultati sono tra i primi a dimostrare che la vaccinazione con mRNA avvantaggia anche i rarissimi casi di infezione post vaccino (Fonte SkyTG24).

Obbligo vaccinale?

Ma l’obbligo vaccinale non serviva per evitare il contagio da parte dei sanitari verso i pazienti? Quindi viene a mancare il pilastro con cui hanno imposto l’obbligo. Covid, quattro infermieri positivi a Gela: erano tutti vaccinati. Avevano ricevuto la seconda dose a gennaio. I sindacati chiedono uno screening.

Quattro infermieri, tutti in servizio nell’ospedale di Gela, in provincia di Caltanissetta, sono risultati positivi al covid nonostante avessero nei mesi scorsi già avuto somministrata la seconda dose di vaccino. I quattro hanno lievi sintomi influenzali ed ora i sindacati Nursind e Uil Fpl chiedono di avviare uno screening dei lavoratori per misurare il livello degli anticorpi. «È paradossale che ancora oggi gli operatori sanitari si trovino nuovamente a fronteggiare l’emergenza nell’emergenza: ma quella di infettarsi appare superflua» dicono i segretari sindacali dell’ospedale Domenico Corfù e Giuseppe Di Fede. Secondo i sindacati, la campagna vaccinale è iniziata nell’ospedale il 31 dicembre scorso e i richiami sono stati fatti il 23 gennaio «per cui è opportuno adesso verificare la risposta del sistema immunitario degli operatori sanitari. È fondamentale effettuare uno screening per coloro che sono già vaccinati, che operano nei reparti con pazienti fragili – dicono – e che potrebbero involontariamente diventare veicolo di contagio essi stessi nel momento in cui si infettano anche se già sottoposti alla seconda dose».

«“Covid, caccia ai non vaccinati”, titola Agorà. Dalla giungla è tutto» (Azzurra Barbuto @AzzurraBarbuto – Twitter, 8 luglio 2021).

Repetita iuvant. Non sono un no-vax. Mi sono fatto vaccinare per libera scelta. Sono per la libertà di scelta delle cure sanitarie, inclusa la scelta di vaccinarsi o di non vaccinarsi, senza ingerenza scomposte da un #brancodibalordi.

Cosa c’entra con la libertà chi rifiuta il vaccino
di Giuseppe De Lorenzo
Nicolaporro.it, 8 luglio 2021


I vaccini sono importanti, nessuno lo mette in dubbio. Ma anche la libertà lo è altrettanto. La libertà di disporre del proprio trattamento sanitario come meglio si crede, senza ideologie, decidendo – giusto o sbagliato che sia – di non sottoporsi alla punturina di AstraZeneca, Pfizer o Moderna. Lo so, è vero: per alcuni appare maledettamente difficile da accettare. Tuttavia in uno Stato democratico bisogna pur tener conto della volontà di chi non intende sottoporsi alla campagna di vaccinazione di un farmaco tutto sommato sperimentale, di cui neppure gli esperti del Cts oggi conoscono esattamente gli effetti a lungo termine né la durata degli anticorpi.

Sbagliano gli scettici? Probabilmente sì. I dati estivi sembrano incoraggianti: il tasso di letalità della Covid-19 è sceso dal 10% dell’anno scorso al 3% di adesso. E questi due numerini applicati alla vita reale significano centinaia, forse migliaia di vite in meno. Chi scrive ha ricevuto la prima dose, dunque nessun ostruzionismo ideologico da no vax arrabbiato. Però negli ultimi giorni è tutto un fiorire di moralisti che su social e giornali si prestano a fare la paternale a chi non si vaccina. Su Repubblica, Massimo Antonelli, primario di rianimazione al Gemelli di Roma, ha sentenziato: “Ci capita abbastanza spesso di curare persone che avrebbero avuto diritto al vaccino ma hanno scelto di non farlo, e che dopo la malattia inevitabilmente si ricredono”. Alessandro Longo, giornalista scientifico, pone invece una domanda: “Si può fare che i no vax contagiati dal Covid (categoria che tende a diventare i principali soggetti in terapia intensiva) si curino pagandosi le spese, con l’esclusione solo dei redditi più bassi?”. Enrico Letta è già salito sul carro: “L’obbligo vaccinale non mi sembra sbagliato”. E in Lombardia è partita la caccia ai 500 sanitari che hanno detto “no” alla puntura: si tratta di medici e infermieri, va precisato, che non si oppongono ai vaccini in generale ma contestano solo “quello anti-Covid, che non ha ricevuto la sperimentazione necessaria secondo le regole scientifiche”.

«”Uno studio preliminare compilato dal Ministero della salute [israeliano] questa settimana ha indicato che il vaccino BioNTech/Pfizer era ancora efficace al 93% contro malattie gravi e ospedalizzazioni, ma solo al 64% efficace nel prevenire l’infezione”.
Delle domande essenziali rimangono senza risposta:
1. Come si confrontano le infezioni in un insieme rappresentativo di persone non vaccinate con un insieme rappresentativo di persone vaccinate? Idem per l’ospedalizzazione.
2. Le infezioni di vaccinati e non vaccinati sono simili, con la stessa variante?
3. In quale direzione avviene la trasmissione tra vaccinati e non vaccinati?
Incredibile non è vero, questo tipo di “scienza”»
[Essentiële vragen blijven onbeantwoord:
1. Hoe verhouden zich infecties in een representatieve set niet-gevaccineerden tegenover een representatieve set gevaccineerden? Idem voor hospitalisering.
2. Zijn de infecties van gevaccineerden en niet-gevaccineerden gelijkaardig, bij dezelfde variant?
3. In welke richting verloopt de transmissie tussen gevaccineerden en niet-gevaccineerden.
Ongelooflijk toch, dit soort “wetenschap”]
(Fernand Keuleneer @FKeuleneer -Twitter, 8 luglio 2021).

«Un giorno bisognerà indagare sul motivo perché all’inizio del COVID-19 tutto è stato concentrato sul rapido sviluppo di vaccini e non sul rapido sviluppo di farmaci antivirali. Perché quest’ultimo è medicina e non biotech?»
[Ooit zal eens moeten onderzocht worden waarom het zo is dat bij het begin van #COVID19 alles gezet is op de snelontwikkeling van vaccins en niet op de snelontwikkeling van antivirale geneesmiddelen. Omdat het laatste geneeskunde is en geen biotech?] (Fernand Keuleneer @FKeuleneer -Twitter, 8 luglio 2021).

Europei forse la causa aumento casi in Inghilterra

I campionati Europei di calcio potrebbero essere la causa del rapido aumento di casi di Covid-19 rilevato nelle ultime due settimane in Inghilterra, soprattutto tra gli uomini. Lo studio React dell’Imperial College di Londra, segnalato dalla Bbc, conferma un aumento dei contagi, con il 30% in più di positività tra gli uomini. Le infezioni, meno frequenti nelle persone vaccinate, non si sono finora tradotte in una crescita dei ricoveri e delle morti. “L’aver visto le partite di calcio potrebbe aver portato gli uomini ad avere più attività sociale del solito”, rileva Steven Riley, autore dello studio, in cui sono state testate oltre 47.000 persone tra il 24 giugno e 5 luglio. In particolare la ricerca segnala che la prevalenza del Sars-CoV-2 è passata dallo 0,15% dell’inizio di giugno allo 0,59% dell’inizio di luglio. La crescita delle infezioni è diffusa in tutte le fasce d’età sotto i 75 anni, soprattutto tra quelle più giovani, con l’1,33% tra i 13-17 anni e l’1,4% tra i 18-24 anni. Londra è la città che ha visto il maggior incremento delle infezioni, cresciute di otto volte. Si è inoltre visto che i vaccinati under65 sono pero tre volte meno a rischio di essere infettati rispetto ai non vaccinati della stessa età, e che due dosi di vaccino danno una protezione del 72% contro il contagio (Fonte SkyTG24).

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