Vangelo, Chiesa e missione, i compiti delle Confraternite secondo Papa Francesco

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É la festa della pietà popolare, ma anche e soprattutto della carità che contraddistingue l’operato delle Confraternite. A Piazza San Pietro, sotto la pioggia battente, sono in decine di migliaia da ogni parte del mondo. “Nei secoli- dice loro il Papa nella omelia della messa- le Confraternite sono state fucine di santità di tanta gente che ha vissuto con semplicità un rapporto intenso con il Signore. Camminate con decisione verso la santità; non accontentatevi di una vita cristiana mediocre, ma la vostra appartenenza sia di stimolo, anzitutto per voi, ad amare di più Gesù Cristo.” Papa Francesco celebra così un’altra tappa del cammino dell’ Anno della Fede aperto dal suo predecessore. E ne riprende le parole: “Benedetto XVI rivolgendosi a voi, ha usato questa parola: evangelicità. Care Confraternite, la pietà popolare, di cui voi siete un’importante manifestazione è un tesoro che ha la Chiesa e che i Vescovi latinoamericani hanno definito, in modo significativo, come una spiritualità, una mistica, che è uno «spazio di incontro con Gesù Cristo».”

La riflessione di Francesco parte dal rapporto con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. “Chi ama il Signore Gesù accoglie in sé Lui e il Padre e grazie allo Spirito Santo accoglie nel proprio cuore e nella propria vita il Vangelo. Qui ci è indicato il centro da cui tutto deve partire e a cui tutto deve condurre: amare Dio, essere discepoli di Cristo vivendo il Vangelo.” Cosa è essenziale allora per essere cristiani? Il Papa ricorda il primo concilio e come “le difficoltà furono superate non al di fuori, ma nella Chiesa.” Poi parla di l’ecclesialità, e dice : “Amate la Chiesa! Lasciatevi guidare da essa! Nelle parrocchie, nelle diocesi, siate un vero polmone di fede e di vita cristiana. In questa Piazza vedo una grande varietà di colori e di segni. Così è la Chiesa: una grande ricchezza e varietà di espressioni in cui tutto è ricondotto all’unità, all’incontro con Cristo.” Infine c’è la missionarietà. E la missione è quella di “tenere vivo il rapporto tra la fede e le culture dei popoli a cui appartenete, e lo fate attraverso la pietà popolare.”

Così, spiega il Papa, la processione con il crocifisso è un modo per indicare la centralità del Mistero Pasquale del Signore, della sua Passione, Morte e Risurrezione, o nella devozione alla Vergine Maria, “indicate la più alta realizzazione dell’esistenza cristiana, Colei che per la sua fede e la sua obbedienza alla volontà di Dio, come pure per la sua meditazione della Parola e delle azioni di Gesù, è la discepola perfetta del Signore.” Un modo per trasmettere la fede ai “piccoli” attraverso le diverse culture. Riprende spesso il Papa il Documento di Aparecida e dice: “il camminare insieme verso i santuari e la partecipazione ad altre manifestazioni della pietà popolare, portando con sé anche i figli e coinvolgendo altre persone, è in se stesso un’azione di evangelizzazione”. Siate ponti verso Cristo, attenti alla carità , missionari dell’amore e della tenerezza di Dio, dice il Papa.

E conclude: “Evangelicità, ecclesialità, missionarietà. Chiediamo al Signore che orienti sempre la nostra mente e il nostro cuore verso di Lui, come pietre vive della Chiesa, perché ogni nostra attività, tutta la nostra vita cristiana sia una testimonianza luminosa della sua misericordia e del suo amore.”

Prima della preghiera de Regina Coeli al termine della messa il Papa ha spiegato che “l’amore per la Madonna è una delle caratteristiche della pietà popolare, che chiede di essere valorizzata e ben orientata.” Ed ha invitato i fedeli a meditare” l’ultimo capitolo della Costituzione del Concilio Vaticano II sulla Chiesa, la Lumen gentium, che parla proprio di Maria nel mistero di Cristo e della Chiesa.” Un pensiero anche alle Chiese d’Oriente che seguono il Calendario Giuliano celebrano la festa di Pasqua. “Desidero inviare a questi fratelli e sorelle uno speciale saluto, unendomi di tutto cuore a loro nel proclamare il lieto annuncio: Cristo è risorto! Raccolti in preghiera intorno a Maria, invochiamo da Dio il dono dello Spirito Santo, il Paraclito, perché consoli e conforti tutti i cristiani, specialmente quanti celebrano la Pasqua tra prove e sofferenze, e li guidi sulla via della riconciliazione e della pace.”

Francesco ha ricordato che “ieri in Brasile è stata proclamata Beata Francisca de Paula De Jesus, detta «NháChica». La sua vita semplice fu tutta dedicata a Dio e alla carità, tanto che era chiamata «madre dei poveri».” Tra i gruppi presenti salutati gli Schützen provenienti dalla Germania e l’Associazione “Meter”, nella Giornata dei bambini vittime della violenza. “E questo- ha detto il Papa- mi offre l’occasione per rivolgere il mio pensiero a quanti hanno sofferto e soffrono a causa di abusi. Vorrei assicurare loro che sono presenti nella mia preghiera, ma vorrei anche dire con forza che tutti dobbiamo impegnarci con chiarezza e coraggio affinché ogni persona umana, specialmente i bambini, che sono tra le categorie più vulnerabili, sia sempre difesa e tutelata.”

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