Il cardinale Bagnasco: preoccupa la povertà, ma l’Italia non è un Paese da incubo
Troppo “pessimismo”, anche perché l’Italia “non è un Paese da incubo”. Giudizio positivo sul clima di confronto su scuola, giustizia e federalismo fiscale, ma permangono due settori dove la preoccupazione della Chiesa resta alta: l’immigrazione e la povertà. Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, apre la sessione autunnale del Consiglio permanente davanti ai vescovi italiani.
Nelle sue parole, un’Italia che “ciclicamente conosce gli spasmi di un travaglio incompiuto” ma dove “i segmenti luminosi non mancano, e i punti di forza neppure”. In una prolusione a 360 gradi, il numero uno dei vescovi passa in rassegna i temi più scottanti del Paese. E non solo. Le prime preoccupazioni vanno infatti all’India e all’Iraq, dove è in corso una “vera e propria pulizia religiosa”. Ma è poi l’analisi della situazione interna a prendere più spazio nelle riflessioni di Bagnasco. Punto primo: l’Italia non è in crisi, “c’è infatti troppo pessimismo”. Certamente, “c’è ancora una percezione di impoverimento” e sono in crisi le famiglie soprattutto monoreddito. Per questo, il presidente della Cei lancia la proposta del quoziente familiare. Bene invece il federalismo, la giustizia, la scuola. Fino a ribadire i caposaldi della Chiesa: vita e famiglia. Sul primo tema, il cardinale chiama in causa il caso Englaro, la giovane ragazza in coma dal 1992. E chiede che “non vengano in alcun modo legittimate o favorite forme mascherate di eutanasia”. Ed ancora: la vita è inviolabile anche se con menomazioni o infermità.
ITALIA NON E’ PAESE DA INCUBO, TROPPO PESSIMISMO. Il cardinale Bagnasco dice no a quella “pedagogia della catastrofe che di tanto in tanto riaffiora da alcune analisi che imperversano sulla pubblicistica dell’ultima stagione”. “Più che un Paese da incubo – sottolinea il presidente della Cei – il nostro è un Paese che ciclicamente conosce gli spasmi di un travaglio incompiuto, dove però i segmenti luminosi non mancano, e i punti di forza neppure”. “Un Paese non si spezza all’improvviso – rileva il porporato – come non si costruisce dalla sera al mattino. Ci sono processi più lunghi, che infatti hanno bisogno di analisi puntuali e non sommarie, e di un piglio che nell’individuare i punti di debolezza li persegua con metodo, senza tuttavia abbandonare mai un’ottica d’insieme, comprensiva delle diverse sfumature, che ne stabilizzi le terapie”.
ENGLARO, NO A FORME MASCHERATE DI EUTANASIA. “Partecipazione commossa” alla sorte di Eluana Englaro, ma dura condanna a ogni forma di eutanasia: “Non vengano in alcun modo legittimate o favorite forme mascherate di eutanasia, in particolare di abbandono teraupetico”. “Quel che in ultima istanza chiede ogni coscienza illuminata, pronta a riflettere al di fuori di logiche traumatizzanti indotte da casi singoli per volgersi al bene concreto generale – dice il presidente della Cei – è che in questo delicato passaggio, mentre si evitano inutili forme di accanimento terapeutico, non vengano in alcun modo legittimate o favorite forme mascherate di eutanasia, in particolare di abbandono terapeutico, e sia invece esaltato ancora una volta quel favor vitae che a partire dalla Costituzione contraddistingue l’ordinamento italiano”. “La vita umana è sempre, in ogni caso, un bene inviolabile e ndisponibile – prosegue il porporato – che poggia sulla irriducibile dignità di ogni persona, dignità che non viene meno, quali che siano le contingenze o le menomazioni o le infermità che possono colpire nel corso di un’esistenza”.
IMMIGRATI, ALLARME PER VIOLENZA IN ITALIA. Preoccupazione per il fenomeno dell’immigrazione che “resta uno degli ambiti più critici della nostra vita nazionale”. “Vogliamo credere – afferma Bagnasco – che non si tratti già di una regressione culturale in atto, ma motivi di preoccupazione ce ne sono, e talora anche allarmi, che occorre saper elaborare in vista di risposte sempre civili, per le quali il pubblico dibattito deve lasciar spazio alla ricerca di rimedi sempre compatibili con la nostra civiltà”. Bagnasco è preoccupato anche per l'”incessante” arrivo di “nuovi irregolari, sempre nostri fratelli, che a prezzo della vita si accostano alle rive italiane, interrogando la nostra coscienza e inevitabilmente sfidando ogni volta le nostre potenzialità d’accoglienza”. Ed invoca “ciascuna delle parti interessate” ad assumersi “responsabilità e doveri”. “Su questo fronte sarà bene procedere, anche in un contesto europeo – prosegue il presidente Cei – cercando con impegno accordi di cooperazione con i Paesi di provenienza e volendo progressivamente guadagnare alla legalità situazioni irregolari compatibili con il nostro ordinamento, accettando di dare, appena vi siano le condizioni, risposte positive sia alle esigenze di una progressiva ed equilibrata integrazione sociale, sia alle domande di ricongiunzione familiare presentate nella trasparenza e per il benessere superiore delle persone coinvolte, oltre che della società tutta”.
FEDERALISMO, BENE RIFORME MA MANTENERE UNITA’ NAZIONALE. Bagnasco plaude la riforma sul federalismo fiscale promossa dal governo Berlusconi. “Si sta procedendo, pare con maggiore serenità – dice – verso un sistema più federalista, che faccia perno su processi decisionali più autonomi e responsabilizzanti. A nessuno sfugge la rilevanza anche culturale di questo passaggio che richiede una elevata capacità di previsione circa il congegnarsi efficace di meccanismi anche delicati”. “Non ci sono tuttavia toccasana prodigiosi – osserva il numero uno della Cei – se si vuole che il nuovo assetto si riveli effettivamente un passo avanti, è necessario che ciascun ente si interroghi su come fare un passo indietro rispetto a metodi di spesa che saranno presto insostenibili. Così come è necessario che rimanga forte e appassionato il senso della solidarietà e della comune appartenenza ad un solo popolo e alla sua storia, preoccupandosi e operando perché nessuna parte, rispetto alle altre, rimanga per strada”.
GIUSTIZIA, CERCARE CLIMA PIU’ COMPRENSIVO. La Chiesa incoraggia un “clima reciprocamente più comprensivo” sul fronte della giustizia. “Scenari più sereni sembrano profilarsi sul fronte della giustizia – sottolinea il cardinale Bagnasco – e noi non possiamo non incoraggiare un clima reciprocamente più comprensivo, che abbia come obiettivo la domanda, proveniente anzitutto dai cittadini, di una giustizia più tempestiva e funzionante”.
SCUOLA, RIFORME IN CAMPO RESTITUISCONO CREDIBILITA’. Bene anche le riforme sulla scuola. Le restituiscono credibilità. “Sul fronte della scuola – osserva il presidente della Cei – si stanno mettendo in campo innovazioni e recuperi volti a dare una maggiore credibilità ed efficacia all’istruzione e ai suoi operatori. Una parola di sincera e cordiale stima – prosegue il porporato – va a tutto il personale scolastico, a cominciare dai docenti per l’importanza e la nobiltà del ruolo che ricoprono a livello culturale, educativo e sociale. Ma anche qui pensiamo che la vera chiave di volta non potrà non venire dal riconoscimento del ruolo primario della famiglia, messa in condizione di scegliere all’interno di un sistema effettivamente paritario e integrato, in cui ad emergere siano le diverse opportunità in vista di abilità giovanili obiettivamente più apprezzabili”.