Numeri ufficiali Covid-19 del 15 giugno 2021. Sì ai «cocktail» di Speranza nei richiami: sperimentazione di massa su persone sane. E le cure?

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Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, ricordiamo che è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI.

I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi martedì 15 giugno 2021
Ricoverati con sintomi: 3.333 (-132) (-3,81%) [Occupazione al 6%]
In terapia intensiva: 504 (-32) (-5,97%) [con 26 nuovi ingressi del giorno] [*] [Occupazione al 6%]
Deceduti: 127.101 (+63) (+0,05%)
Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose; oppure monodose): 14.410.345 (26,99% di una platea di 53.399.242 persone da vaccinare); vaccinati con la prima dosi: 28.687.391 (50,23% di una platea di 53.399.242 persone da vaccinare) [**] [Aggiornato al 15 giugno 2021 ore 21:07]

[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**] Vaccinazione in tempo reale: QUI.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 264 (-1).

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Il punto della situazione a cura di Lab24

In data 15 giugno i numeri quotidiani risentono di una pesante rettifica dei dati da parte della Regione Campania. Qualche giorno fa avevamo sottolineato le difficoltà nell’analisi dell’epidemia a causa dei continui errori e correzioni da parte delle Regioni, citando alcuni casi a titolo di esempio. Oggi riportiamo testualmente la comunicazione a corredo del Bollettino: “La Regione Campania riporta che, a seguito delle periodiche verifiche, si è riscontrato un disallineamento che, dopo un dettagliato ed accurato controllo da parte delle ASL, ha evidenziato 48.078 soggetti ancora riportati erroneamente in “Isolamento Domiciliare” e che, pertanto, sono stati assegnati alla categoria guariti”. L’entità del numero fa calare gli attualmente positivi, a livello nazionale, dai 157.790 di ieri agli odierni 105.906; fa calare, nella sola Campania, gli attualmente positivi dai 59.828 di ieri agli odierni 11.737; genera una discontinuità statistica puntuale (dati odierni); inficia la validità delle tre serie storiche (anche a livello nazionale) relative all’andamento delle positività in corso, dei pazienti in isolamento domiciliare e delle guarigioni/dimissioni quotidiane. Non sono state indicazioni sull’arco temporale nel quale si è verificato l’errore (Fonte Lab24.ilsole24ore.com/coronavirus).

Quello che vorrei sapere se qualcuno ha preso/è stato investito di responsabilità e quale sono state le conseguenze dal punto di visto amministrativo. STATO DI FOLLIA ALLO STATO PURO.

«Un tempo la stretta di mano misurava il vigore d’un uomo, sigillava patti, celebrava incontri, suggellava la “promisso boni viri”. Era simbolo di sincerità, di reciproca fiducia. Voler rimodulare tale comportamento significa rimodellare l’uomo, renderlo atomo, isolato, diffidente, che non crea legami reali, che vive ed estrinseca la sua socialità nel recinto digitale all’uopo edificato. È dalle piccole rivoluzioni, dalla criminalizzazione di gestualità apparentemente insignificanti, dei caratteri essenziali e distintivi dell’individuo, che si evince la reale portata del profondo mutamento in atto. Fa tutto parte del processo di destrutturazione dell’umano, delle sue abitudini, delle sue usanze, della sua cultura» (Weltanschauung Italia).

Fanno test coi vaccini, non con le cure

Arriva il sì dell’Aifa ai «cocktail» di Speranza nei richiami. Di fatto si tratta di una sperimentazione di massa su persone sane.

Gli effetti collaterali del caos vaccini
di Max Del Papa
Nicolaporro.it, 15 giugno 2021

L’ennesimo casino sui vaccini, questa volta proposti in versione cocktail al richiamo, comporta alcune conseguenze di carattere logico, cioè non smentibili. La prima: o questi sono dei pazzi furiosi, dei dottor Doolittle, degli apprendisti stregoni che davvero giocano con la pelle della gente sostenendo di salvargliela; oppure sanno che i marchi, Astrazeneca, Pfitzer, Moderna, Johnson & Johnson, sono solo una diversificazione del mercato che in realtà nasconde l’identico prodotto, e allora peggio mi sento. Farmaco sperimentale e va bene, chiunque provvisto di un minimo di senno, non intossicato dalle imbecillità distopiche alla Grillo (prima: poi si è riconvertito con la solita violenza infrangibile), capisce che un vaccino escogitato per arginare una crisi globale, sanitaria, economica, sociale, doveva per forza andare incontro a incognite e, disgraziatamente, i soggetti da testare sono tutti: non c’è alternativa o meglio ci sarebbero le cure alternative, sulle quali tutti si improvvisano luminari, solo che brancolano nel buio e noi con loro.

Ora, farmaco in fieri, sperimentale, a base di rischio, passi pure, se vogliamo essere ragionevoli e tolleranti; ma qui gli esperimenti si fanno tipo Pierino con la nitroglicerina, riassunto delle puntate precedenti: habemus vaccinum et erga omnes, fanno bene, sono buoni e sviluppano i superpoteri; no, AZ no, per la Germania sono micidiali e li blocca; anche noi, anche noi però contrordine virologi, non c’è problema, però se li fate dai 60 anni in su è meglio; passa la buriana e zitti zitti l’età si abbassa, si arriva a spararli ai ragazzini, ne muoiono 4 tra cui una sportiva 18enne sanissima, però che sarà mai, Speranza fa finta di niente, Draghi fa finta di niente tanto le maledizioni se le piglia Speranza, che sta lì per quello, Crisanti ammette che i vaccini li fanno ai bambini perché c’è da smaltire le scorte, l’imprenditore Cartabellotta, gastroenterologo con la passione delle profezie sballate, propone “i vaccini di scarto diamoli ai poveri”, lanciano gli open day cioè una trovata da balordi, li ritirano trafelati, nessuno sa chi li abbia voluti, attenzione però, con Pfitzer si schianta peggio che con AZ (e chi scrive, maledetto lui quando si è deciso, ne sa qualcosa), AZ solo ai vecchi, no, solo ai giovani, no a nessuno, saltano tutti gli schemi e tutti piglian di tutto a prescindere dall’anagrafe, Draghi, sempre più somigliante alla Sfinge o alla Sibilla cumana, col suo sorriso un po’ rettilesco ripete, avanti, avanti, si va avanti e di qui si arriva al long drink vax. Intanto, piaccia o non piaccia, la gente ci resta secca (pochi, pochi, ma giustamente Gianni Rivera, facendo inorridire Vespa, osserva: se capito tra quei pochi, non sono contento).

La sensazione è che, detto alla francese, nessuno ci capisca un cazzo. Su tutto e niente, anche perché si dice di tutto e il contrario di tutto su ogni cosa. Solo che la pelle è nostra e allora sentirsi cavie diventa inevitabile: non in quanto sottoposti a vaccino assassino siccome sono tutti Hitler (anche Bill Gates? Anche lui) ma perché a questo punto è chiaro che la totale incertezza si traduce in sconsideratezza, aleatorietà, insomma a chi tocca tocca. La comunità scientifica è più che sputtanata, le istituzioni dal Csm al Cts peggio che peggio, a fronte della questione di base, che tuttora rimane: grazie agli insabbiamenti cinesi ancora non si sa come diavolo lo abbiano inventato questo Covid, anche se ormai è incontrovertibile che è uscito dai loro laboratori di Wuhan, che pagavano il silenzio bugiardo di mezzo mondo e dei santoni alla Fauci, uno che quando Trump lo silurò tutti gridarono al maiale (Trump, è chiaro) e adesso nessuno vuole neanche sentirlo nominare, più svalutato di un Galli, uno Zorzi, uno Scanzi, una Murgia. Anche senza scomodare “le multinazionali del big pharma che ci sterminano per i loro profitti”, così, tutto d’un fiato, come da comandamento unico del lunatico, della serie “quello che sai è falso, quello che non sai è vero”, ce n’è abbastanza per mandarli tutti all’inferno, per non fidarsi più di nessuno, e per pentirsi di essersi vaccinati, come è successo a tanti di noi. E adesso uno come me che dovrebbe fare? Andare al richiamo per ricevere 1/3 di Pfitzer, 1/4 di AZ, 1/8 di &J e poi pepe, cajenna, noce moscata, nduja, torrente de fuego, nitro, glicerina e lingua del diablo come i suppostoni lassativi del duca conte Semenzara?

Ci avete preso per coglioni e per i coglioni: questo è. Nostra culpa? Forse, anche. Ma se non ci si può più fidare neanche della scienza, con le dovute cautele, che altro resta? L’omeopatia? La danza della pioggia?

L’«impazzimento» su Astrazeneca e il metodo scientifico
di Alessandro Trocino, editorialista
Rassegna Stampa Il Punto | La newsletter del Corriere della Sera, 15 giugno 2021


La decisione di sostituire la seconda dose di Astrazeneca con un altro vaccino ha suscitato sconcerto e confusione. La morte della giovane Camilla Canepa ha portato a una decisione «emotiva» che non ha basi scientifiche, scrive il Foglio. Opinione non da tutti condivisa, anche se il caos lascerà probabilmente qualche effetto negativo anche nell’opinione pubblica. Quello che conta, scrive Paolo Giordano, è sempre e solo vaccinarsi. In attesa che arrivino farmaci antivirali efficaci. E su questo fronte si muove qualcosa, per di più con medicinali liberi da copyright.

«Impazzimento». Non usano mezzi termini Enrico Bucci e Luciano Capone sul Foglio per descrivere le decisioni del governo su Astrazeneca, prese dopo la morte della diciottenne ligure Camilla Canepa. Ovvero il dirottamento obbligatorio, per chi ha fatto la prima dose, verso altri vaccini. Decisioni che dividono, e non è la prima volta, scienziati ed esperti.

Partiamo dalle conclusioni e ricostruiamo le ragioni di questa dura critica: «In questo caso i responsabili della perdita di fiducia nella scienza e nelle istituzioni non sono i complottisti, le fake news, gli svitati antivaccinisti, ma il governo e le autorità regolatorie che impongono alla cieca ai cittadini decisioni irresponsabilmente volte a inseguire la cronaca, invece della ragione scientifica». Insomma, dicono gli autori, il governo è partito con l’elogio del «rischio calcolato» ed è finito «a rincorrere il panico e l’emotività».

Proviamo a capire cosa si imputa a Cts e governo. Due le decisioni sotto accusa: vietare la seconda dose di Astrazeneca sotto i 60 anni e sostituirla con un altro vaccino. A questi si aggiunge la questione del consenso informato.

I rischi della seconda dose Astrazeneca

Nel verbale del Cts si spiega che nel caso della prima dose i fenomeni tromboembolitici presentano «un rischio molto basso». Al richiamo, secondo stime provenienti dal Regno Unito e richiamate dal Cts, il rischio corrisponde «a un decimo dei già rari fenomeni osservati dopo la prima dose». Se il rischio era stato considerato accettabile per la prima dose, perché, considerando che diventa un decimo nel richiamo viene proibita la seconda dose con Astrazeneca?

Il vaccino eterologo (la seconda dose con Pfizer o Moderna)

Qui l’accusa è ancora più dura. Perché il mix vaccinale non è stato approvato da nessuna sperimentazione clinica o protocollo scientifico. Ci sono solo alcuni «studi preliminari» su «qualche centinaio di individui». Sulla base di questi, scrive il Cts il mix «non appare essere sconsigliabile». Da qui, scrivono Bucci e Capone, con «assurdo salto logico e lessicale, Cts e ministero trasformano il «non essere sconsigliabile» in un obbligo alla vaccinazione eterologo.

Il consenso informato

Chi ha fatto il primo vaccino, ha firmato un consenso informato e sospendere le seconde dosi «impedisce ai cittadini di completare un ciclo vaccinale approvato in Europa e in Italia» e costituisce «una violazione del diritto di salute».

Sullo stesso tema interviene il microbiologo Andrea Crisanti, intervistato da Tpi: «Hanno fatto un casino apocalittico. Tutto il Cts si dovrebbe dimettere». Sulla seconda dose spiega: «Io darei la possibilità di scegliere». E comunque «si potrebbe mantenere la vigilanza sulla produzione anticorpale dei soggetti. E quindi arrivare fino a ottobre». Poi aggiunge che la morte di Camilla Canepa poteva essere evitata: «Il suo problema non è stato il vaccino ma l’anamnesi. La scheda non è mai stata discussa né approvata dal Cts». Crisanti, che il 7 aprile aveva spiegato come Astrazeneca sia «uno dei vaccini più sicuri al mondo e lo consiglierei senza dubbio anche alle donne giovani», ora non è dello stesso parere di Bucci sulla seconda dose. Per quest’ultimo bisognava continuare con Astrazeneca. Il microbiologo dell’università di Padova, invece, solo un paio di giorni fa, se la prendeva con gli Open day di Astrazeneca: «Gravissimo errore». Ieri riprendeva la teoria di aspettare fino a ottobre, verificando gli anticorpi.

Il mix vaccinale, comunque, non è stato approvato solo dal Cts, ma anche dall’Aifa, l’agenzia italiana del farmaco: «Sulla base di studi clinici pubblicati nelle ultime settimane», la Commissione tecnico-scientifica dell’Aifa ha ritenuto, «a fronte di un rilevante potenziamento della risposta anticorpale e un buon profilo di reattogenicità» di approvare il mix vaccinale. Il presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, aggiunge: «Ci sono studi nel Regno Unito, in Francia, in Germania che dimostrano cose che sapevamo: due vaccini diversi stimolano meglio il sistema immunitario».

Paolo Giordano, sul Corriere, aveva parlato dei rischi: «A ogni cambio di procedura ci rimettiamo inevitabilmente una quota di fiducia da parte della cittadinanza». Ma alla fine la conclusione resta la stessa: «Vaccinarsi, e vaccinare quanta più popolazione possibile adesso – anche tra i giovani e i molto giovani, e con entrambe le dosi – rimane la sola via per scongiurare un altro autunno di difficoltà e di varianti più trasmissibili e di morti. Vale ancora lo stesso principio scomodo che ci si è presentato davanti un anno e mezzo fa: non si sa tutto, si agisce al meglio in base a quello che si sa, ma non si agisce solo per sé stessi, né guardando solo a un ingannevole presente».

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