A Todi l’ideologia del pensiero unico cancella il diritto costituzionale alla libertà di pensiero degli altri. Da festival del libro a festival della censura

“Todi – Città del Libro” è un festival letterario, che si tiene tutti gli anni nella cittadina umbra. L’obiettivo, spiegano gli organizzatori, «è creare una vetrina per gli editori italiani di qualunque dimensione» e un’occasione di visibilità per gli autori esordienti e non. Quest’anno il festival si svolge dalle ore 15.00 di giovedì 17 fino a domenica 20 giugno, nella cornice medievale di Piazza del Popolo a Todi. Tra i relatori che quest’anno parteciperanno al Festival di Todi ci sono i giornalisti Costanza Miriano, gli inviati di guerra Fausto Biloslavo e Gian Micalessin, Gianluca Veneziani e Antonio Rapisarda di Libero, Stenio Solinas, Rodolfo Casadei, Massimo Fini, Toni Capuozzo, Giampiero Mughini, Laura Tecce, Gennaro Malgieri e Francesco Borgonovo. Inoltre, lo storico Marco Gervasoni, il filosofo Stefano Zecchi, lo psicanalista Alessandro Meluzzi.

Ecco, e qui parte la protesta di Anpi, Cgil e una trentina di associazione facinirosi di sinistra: i compagni annunciano proteste contro il festival, rea di ospitare autori ed editori sgraditi a sinistra. Ne ha parlato Renato Farina nel suo articolo su Libero Quotidiano di ieri, 14 giugno 2021, che riportiamo di seguito.
Si parte con la giornata inaugurale di giovedì 17 giugno. Tra gli eventi “Raccontare il territorio: l’Umbria”, con i Consiglieri regionali Francesca Peppucci e Eleonora Pace e il Consigliere comunale Massimo Serafini. A seguire, la scrittrice, giornalista e blogger Costanza Miriano affronterà il tema “Passione o travaglio, la sofferenza all’ombra del Covid”. In serata, il concerto di Federico Meli.
Ricco il programma di venerdì 18 giugno. Il giornalista sportivo Paolo Bargiggia parlerà del tema “Tra campo e politicamente corretto, il futuro dello sport”. Poi Gian Micalessin e Fausto Biloslavo che insieme con Franco Nerozzi parleranno di “Reporter d’assalto, il giornalismo di guerra”. A chiudere, l’intervento del sindaco di Todi Antonello Ruggiano. Alle 21.00 lo spettacolo del comico Stefano Chiodaroli.
Sabato 19 giugno si comincerà fin dalla mattina con un programma ricchissimo di eventi. “Conservatrice o progressista: l’Italia negli anni ‘20”, con Marco Gervasoni. A seguire l’imperdibile presentazione di “1984: George Orwell a fumetti”, con Massimo Fini, Toni Capuozzo e Stefano Zecchi. Altro appuntamento clou, “Oltre le ideologie: 2021 odissea nello spazio”, con Stenio Solinas e Giampiero Mughini. La presentazione e la premiazione del concorso letterario Todi Città del Libro. Presenti il Sindaco di Todi, gli Assessori, i Consiglieri regionali e il Presidente di Etab La Consolazione. Ad assegnare il premio letterario Gianluca Veneziani e Francesco Borgonovo.
Domenica 20 giugno si chiuderà con “Todi città identitaria”, insieme con Nicola Alemanno e l’Assessore comunale alla Cultura Claudio Ranchicchio.
Nel corso della quattro giorni all’insegna del mondo dei libri e di chi lo popola – dagli editori con i loro numerosi stand, agli scrittori fino al pubblico, ossia i lettori – non mancheranno anche spettacoli, musica e divertimento. Ci sarà spazio anche per i più piccini, con lo spettacolo in programma venerdì 18 giugno alle ore 11.00 “Una famiglia intera di Pinocchi”.
Anche gli editori avranno il loro cartellone di eventi, con una serie di incontri molto interessanti alla presenza degli autori dei libri presentati, nella Sala del Consiglio comunale di Todi, a partire dalle ore 18.00 di venerdì 18 giugno. Gli incontri riprenderanno sabato 19 fin dalla mattina alle ore 10.30.

Ma “Todi – Città del Libro” è anche la prima edizione del concorso letterario omonimo, indetto dall’Associazione Castelli di Carta. Una importante occasione di visibilità e, al contempo, un trampolino di lancio nel mondo dell’editoria, troppo spesso sovraffollato. Sono già decine e decine i manoscritti giunti alla giuria. Indetto per le due categorie di saggistica e narrativa, il concorso era aperto a tutti i testi in lingua italiana inediti, senza limiti di età e gratuito. La giuria di qualità del premio sarà composta da tre membri designati dall’associazione. Il comitato di preselezione era composto da redattori, editor, librai, blogger, professori e scrittori di rilievo.
Nel corso della serata di premiazione, sabato 19 giugno, la giuria proclamerà i vincitori della prima edizione del concorso letterario “Todi – Città del Libro nelle categorie saggistica e narrativa. Gli autori selezionati potranno leggere un estratto della propria opera. Il premio in palio è la pubblicazione del testo vincitore.

Il festival della censura: vietati i libri di destra
di Renato Farina
Libero, 14 giugno 2021
Una bella manifestazione, da segnarsi, è in programma da giovedì 17 a domenica 20 giugno. Si intitola “Festival Città del libro” ed è organizzata a Todi dall’associazione Castelli di Carta. Perché dico che è “bella”? Perché, in una cornice di totale splendore medievale di cielo e di pietre nel verde, prevede incontri con autori e intorno a testi ai quali potendo andrei di corsa e magari ci vado davvero. Non sono i consueti volumi e i prelibati scrittori di pronto consumo televisivo con il bollino rosso, ma hanno qualcosa di splendidamente doloroso che li accomuna. Ecco, non sono conformisti. Gente di destra? Alcuni dichiaratamente sì, altri no, oppure rifiutano la catalogazione. Estremisti? E il nome che si dà sempre agli altri per emarginarli. Propalatori di odio? Chi ha il misurino si faccia avanti, e certo che si fanno avanti in tanti inquisitorelli mozza orecchi, come dimostra quello che sta accadendo proprio contro l’evento di Todi.
CELLULE GRIGIE
A nessuna persona con due “celluline grigie” (Agatha Christie) verrebbe in mente una simile scemenza censoria leggendo i nomi di persona con cui ci si può anche sfidare a duello, ma prima accidenti a me se non vale la pena ascoltarli e leggerli. Alla rinfusa, e dimenticando ingiustamente qualcuno: Giampiero Mughini, Massimo Fini, Toni Capuozzo, Marco Gervasoni, Stenio Solinas, Gennaro Malgieri, i fantastici reporter di guerra Fausto Biloslavo e Gian Micalessin, i nostri, nel senso di Libero, Gianluca Veneziani e Antonio Rapisarda. Ancora: Rodolfo Casadei e Francesco Borgonovo, e la popolarissima scrittrice e polemista cattolica Costanza Miriano, il vescovo (poco) ortodosso Alessandro Melu77i, il filosofo Stefano Zecchi. Fa la comparsa, gemma solitaria in questa Italia che ha paura dei reprobi, anche una serata dedicata all’irredimibile ma violentemente estasiante Ferdinand Celine.
Qui non si tratta però di chiedere il diritto alla libertà in nome della qualità di Mughini e C, o del loro non essere “sovranisti e fascisti”. Arrivasse anche un autore sgangherato e dalle idee stravaccate, guai a chi non lo lascia parlare (ma non è questo il caso nostro).
Poteva passare una faccenda di questo tipo, senza una contromossa? Me lo sarei augurato, e credo anche gli organizzatori. Libro contro libro. Non però aut aut, ma et et. A sinistra e nel mondo del politicamente corretto può esistere solo un campo e con un solo padrone. Chi innalza il proprio padiglione, e chiama a raccolta il pubblico per un dialogo, senza passare dal filtro del Sant’Uffizio del pensiero unico, deve scomparire. In questo caso poi, è chiaro il perché. Il festival nasce in Umbria ma ha una forza di richiamo ben oltre i confini regionali, con annesso un premio letterario, concerti e spettacoli teatrali. Si stanno infatti muovendo, con al seguito fantaccini e fantaccine, i carrarmati ideologici del vetero e neo progressismo uniti nella lotta. Hanno limato dalle lamiere zincate la simbologia sovietica per non farsi riconoscere, ma è sempre quella roba lì. Invece dell’Internazionale cantano Bella Ciao e sventolano la legge Zan al posto del capitale di Marx, e una finta Costituzione repubblicana amputata dal concetto di libertà (ovviamente degli altri) e poi tradotta nella loro lingua di legno. Si tratta di provare a impedire e comunque delegittimare, spaventando la gente, una manifestazione culturale che, siccome se ne impipa dei loro numi da sindacato moscovita degli scrittori, per loro è da soffocare. Una manovra vecchia come il cucco che si chiama marketing dello sputtanamento. Funzionerà?
In aprile erano già intervenuti, a sarchiare il terreno e seminare zizzania, alcuni parlamentari della nomenclatura del Pd quali Walter Verini e Debora Serracchiani.
COSTITUZIONE A FETTE
L’accusa dominante era «sovranismo». Il pretesto: scandalizzarsi per il patrocinio dato dalla Regione Umbria e dalla Città di Todi. Era il segnale per chiamare a coorte le truppe cammellate. Ieri è toccato a Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana, a convocare la folla contro il «festival Littorio che irride la Costituzione». Lo scopo? Uccidere un pochino di libertà a Todi, ma siccome essa è indivisibile tale nequizia dovrebbe riguardare tutti, non solo la parte lesa, perché la parte lesa è comunità nazionale cui viene sottratto un pezzo della propria essenza che è l’autodeterminazione del pensiero e della parola; chi voler ascoltare e chi no.
A muoversi sul terreno sono la Cgil, l’Anpi e un’altra trentina di associazioni con la loro presunzione ridicola di essere l’incarnazione «dei diritti e dei valori». Non ci sono di mezzo solo facinorosi locali. Sembrano le prove generali organizzate da centrali politiche nazionali per rivendicare il possesso esclusivo della casamatta culturale. E il totalitarismo del politicamente corretto, che non indude né in teoria né in pratica la libertà d’opinione altrui e il diritto di trasmetterla in pubblico. Riusciranno a bloccare in nome della Costituzione alcuni articoli decisivi della Costituzione che a costoro non garba valgano al di fuori dai loro circolini progressisti? Ne ricordiamo un paio: l’art. 21 (libertà di parola e di stampa), l’art. 3 (uguaglianza di tutti i cittadini).