Corno d’Africa. E’ emergenza fame

La Caritas ha rivolto un appello per raccogliere 1,3 milioni di dollari per nutrire mamme e bambini in Etiopia, dove la mancanza di cibo ha portato a un brusco aumento del livello di malnutrizione. L’obiettivo di Caritas Internationalis, confederazione di 162 organizzazioni cattoliche di aiuto, sviluppo e servizio sociale presente in più di 200 Paesi e territori, è fornire cibo supplementare a 22.000 bambini e 4.500 donne incinte e neomamme per i prossimi cinque mesi. Il responsabile di Caritas Germania Wolfgang Fritz ha detto di essere stato in Etiopia due settimane fa e di aver visto morire bambini denutriti.
“Anche se avessero potuto recarsi in un centro sanitario, era troppo tardi per loro – confessa in un comunicato inviato dalla Caritas a Zenit –. Senza aiuto, il numero di bambini a rischio aumenterà”. Caritas Germania sta lavorando con Caritas Etiopia – il Segretariato Cattolico Etiope – per coordinare la risposta alla crisi per conto di Caritas Internationalis. “Ci concentriamo sui bambini sotto i dieci anni, con priorità per quelli al di sotto dei cinque. Stiamo anche raggiungendo donne incinte e neomamme con aiuti alimentari.
Le madri danno spesso il proprio cibo ai figli. Le mamme che allattano e i bambini più piccoli sono meno capaci di far fronte alla scarsità di cibo”, ha affermato Fritz. Madri e bambini ad Adigrat, Awassa, Emdebir, Hararghe, Meki e Soddo Hossana saranno al centro delle preoccupazioni della Caritas, che vuole anche fornire loro acqua potabile e medicinali. Quasi un milione di persone è morto in Etiopia tra il 1984 e il 1985 a causa di una carestia provocata dalla siccità. La Caritas ha lavorato nel Paese per cinque anni, collegando le azioni di emergenza alla riabilitazione e allo sviluppo sostenibile, e aiutando la gente ad aumentare la propria capacità di far fronte a disastri di questo tipo.
Rimane critica anche la situazione in Somalia, dove la popolazione sta affrontando una gravissima crisi umanitaria. Nel solo mese di maggio, le equipe di Medici Senza Frontiere (MSF) che lavorano a Mogadiscio nei sobborghi di Hawa Abdi e Afgoye hanno curato oltre 2500 bambini colpiti da malnutrizione acuta, e il numero dei bambini ricoverati nei programmi nutrizionali di MSF è raddoppiato in aprile e poi ancora in maggio. Da un anno i tassi di malnutrizione hanno superato la soglia d’emergenza. Il numero di nuovi casi sta aumentando drasticamente, mentre l’assistenza esterna continua a diminuire sia in quantità che in qualità a causa dell’elevato livello di insicurezza e dell’aumento degli attacchi agli operatori umanitari. I somali che tentano di fuggire dalla violenza hanno poche opzioni di fuga, poiché i principali punti di passaggio alla frontiera verso il Kenya e l’Etiopia sono chiusi. “La Somalia non è più sull’orlo della catastrofe. La catastrofe sta accadendo in questo momento”, ha detto Bruno Jochum, responsabile delle operazioni di MSF.