Numeri ufficiali Covid-19 del 18 maggio 2021. I numeri vanno contestualizzati, per capire cosa sta accadendo e soprattutto cosa potrebbe accadere

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I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi martedì 18 maggio 2021
Ricoverati con sintomi: 11.539 (-485) (-4,03%) [Occupazione al 19%] [*]
In terapia intensiva: 1.689 (-65) (-3,71%) [con 86 nuovi ingressi del giorno] [**] [Occupazione al 19%]
Deceduti: 124.497 (+201) (+0,16%)
Vaccinati [***] e percentuale sulla platea da vaccinare (aggiornato al 18 maggio 2021 ore 22:14): 8.999.223 (17,72% di una platea di 50.773.718 persone da vaccinare)
[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**] Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose; oppure monodose). Vaccinazione in tempo reale: QUI.
[***] La soglia del 30% di occupazione per le terapie intensive e del 40% per le aree non critiche è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020, oltre la quale sono a rischio le prestazioni sanitarie per le altre patologie. Per area non critica si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.
Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia
Media giornaliera dei decessi: 275 (-).

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.
Il punto della situazione a cura di Lab24
Affrontiamo oggi il delicato tema della percezione dei numeri: cosa ben diversa da quello che i numeri dicono nella realtà, se analizzati in modo asettico.
L’occasione ci viene offerta da una notizia largamente ripresa dai media: il record di decessi registrato in India, 4.329 nelle ultime 24 ore, presentato come una catastrofe.
La premessa doverosa, come abbiamo ripetuto più volte, è che ogni singola morte è una sconfitta inaccettabile per chi ha studiato al fine di salvare vite umane. E, quindi, da questo punto di vista, i 4.329 decessi giornalieri dell’India sono davvero una catastrofe.
Se però cambiamo approccio, e cerchiamo di valutarli da un punto di vista strettamente epidemiologico e della statistica medica, vediamo che la nostra percezione istintiva ci porta a conclusioni diverse dalla realtà.
Come prima cosa contestualizziamo i numeri: l’India ha circa1,4 miliardi di abitanti; se rapportiamo i 4.329 decessi alla popolazione residente, vediamo come corrispondano a 185 nell’arco delle 24 ore per il nostro Paese (60 milioni di abitanti). Un dato non dissimile da quello che abbiamo faticosamente raggiunto proprio in questi giorni, dopo mesi di lentissima riduzione: nel periodo 11-17 maggio la media giornaliera dei deceduti è infatti scesa a quota 180, soprattutto grazie alla crescente messa in protezione delle fasce più anziane della popolazione.
In sintesi: visti nel proprio contesto di riferimento, i 4.329 decessi dell’India corrispondono ai nostri 180: ma (e qui entra in gioco la percezione emotiva) consideriamo i primi un disastro e i secondi un risultato positivo che dimostra come l’epidemia sia finalmente sotto controllo, per cui possiamo e dobbiamo procedere a ulteriori allentamenti. Questo nonostante un impatto sulla popolazione esattamente identico.
Facciamo un altro esempio, usando un altro Paese con 1,4 miliardi di abitanti: la Cina. Da inizio pandemia i decessi “ufficiali” (l’unico dato al quale possiamo rifarci) sono stati 4.636: un numero molto simile a quello certificato dalle autorità indiane in un solo giorno. In quest’ottica torniamo a parlare di disastro, questa volta con solidi numeri a conforto. Tuttavia se utilizziamo i decessi della Cina per verificare il tasso di letalità del Sars-CoV-2 (morti su infetti totali, al momento 90.894 sempre “ufficiali”) arriviamo al risultato di 5,1%. Molto più alto del 2,9% registrato in Italia (al 17 maggio 124.296 decessi su 4.162.576 casi). La differenza è ovviamente nel denominatore, ma se confrontiamo solo il tasso di letalità, esercizio peraltro spesso praticato da molti in quest’ultimo anno, arriviamo a una conclusione che ci porta fuori strada. E una prova ulteriore ci arriva dal tasso di letalità dell’India (fonte Oms) che al momento è fermo all’1,08%: ovvero poco più di un terzo di quello dell’Italia. Insomma, se vediamo i numeri in questo modo non riusciamo più a capire, di primo acchito, dove le cose vadano bene e dove siano un disastro: anche se in realtà, nel corso di una pandemia, il disastro è ovunque perché il virus circola senza rispettare i confini.
Da questo rapidissimi e semplici esempi ricaviamo alcune lezioni pratiche:
1) I numeri non vanno mai presi singolarmente, ma contestualizzati.
2) Non devono essere letti estrapolandoli dal proprio contesto di riferimento, per poi valutarli usando la lente di ingrandimento delle emozioni e delle percezioni istantanee.
3) Non ci si deve accontentare di “prendere atto” di un risultato, in particolare quando è diverso da quello atteso. E qui torniamo all’Italia: la forte riduzione dei nuovi casi, quando le riaperture avrebbero al contrario indicato una ripresa del contagio, è il classico caso di un risultato ottimo per tutti del quale occorre però trovare la spiegazione. Limitarsi a registrarlo potrebbe nascondere elementi importanti non solo per capire cosa sta davvero accadendo, ma soprattutto cosa potrebbe accadere in futuro. Il compito dell’epidemiologia è proprio questo (Fonte Lab24.ilsole24ore.com/coronavirus).
Coprifuoco alle 23.00 già da stasera
È stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il Decreto legge Covid-19 approvato ieri in Consiglio dei ministri. Il decreto entra in vigore “il giorno stesso della sua pubblicazione”. Quindi tutte le sue misure si applicano da oggi, 18 maggio, inclusa quella sul coprifuoco: il blocco notturno degli spostamenti già da stasera scatta alle 23.00, anziché alle 22.00. Il 7 giugno un ulteriore spostamento alle 24.00, e la possibilità dell’abolizione della misura nelle regioni che passeranno in zona bianca. L’eliminazione su tutto il territorio nazionale è prevista per il 21 giugno (Fonte SkyTG24.it).
Green pass valido per nove mesi dopo vaccino
La “certificazione verde Covid-19” ha validità di nove mesi dalla data del completamento del ciclo vaccinale. È quanto prevede il testo finale del nuovo Decreto legge Covid-19, firmato questa sera dal Capo dello Stato. Il testo dispone inoltre che il “green pass” sia rilasciato “anche contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino” e che sia valido dal quindicesimo giorno dopo la somministrazione fino “alla data prevista per il completamento del ciclo vaccinale” (Fonte SkyTG24.it).
Il 60% degli Statunitensi adulti ha ricevuto una dose di vaccino anti-Covid-19
Procedono a ritmo serrato le vaccinazioni anti-Covid-19 negli Stati Uniti. Ad oggi almeno il 60% degli Statunitensi dai 18 anni in su ha ricevuto almeno una dose. Si tratta di una pietra miliare sottolineata dal Direttore dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc), Rochelle Walensky. Nell’ ultima settimana, inoltre, hanno iniziato ad aggiungersi alla platea dei vaccinati i teenager per i quali è stato appena approvato il vaccino Pfizer: più di 4.1 milioni di adolescenti tra i 12-17 anni hanno ricevuto la prima dose (Fonte SkyTG24.it).