Le cinque piaghe della Santa Chiesa Cattolica Romana. Il rosminiano “Trattato dedicato al clero cattolico”

Il saggio Delle Cinque Piaghe della Santa Chiesa di Antonio Rosmini Serbati (Rovereto, 24 marzo 1797 – Stresa, 1º luglio 1855) è una lucida disamina dei mali che a suo giudizio affliggevano la Chiesa Cattolica Romana nella prima metà del XIX secolo. In alcuni casi si tratta di questioni poi superate dalla storia, ma in molti altri si tratta di problematiche che sarebbero state dibattute vari anni dopo. E, in questo senso, diversi osservatori hanno letto in alcune pagine un’anticipazione di temi che sarebbero stati poi ripresi dal Concilio Vaticano II. Il libro fu scritto dal filosofo e teologo roveretano tra il 1832 e il 1833 come Trattato dedicato al clero cattolico. Però, solo dopo l’elezione al soglio pontificio di Papa Pio IX, nel 1846 l’autore ritenne giunto il momento per la pubblicazione. Il saggio uscì prima in forma anonima a Lugano e a Brussel nel 1848, mentre nel 1849 fu stampato anche a Napoli e Perugia senza più l’anonimato. Nello stesso anno 1849 la Congregazione dell’Indice poneva l’opera all’Indice dei libri proibiti, ma poi fu prosciolta già nel 1854 dalla stessa Congregazione dell’Indice con il decreto Dimittantur.

Sebbene l’opera fosse stata concepita e scritta dal beato Antonio Rosmini sedici anni prima, essa non rimase affatto estranea al clima carico di speranze del primo Quarantotto italiano. Rosmini guarda il corpo del Cristo Crocifisso, vede le cinque ferite – delle mani, dei piedi e del costato – che lo deturpano, e il suo pensiero va alla Chiesa. È essa che rinnova la presenza salvifica di Cristo nella storia, ma anche il suo corpo è segnato da piaghe che ne sfigurano i lineamenti.

Prima di elencare quelle che Rosmini indicava come le cinque piaghe della Chiesa, è importante cogliere lo spirito con cui l’autore scriveva queste note, a tratti anche dure. Alla domanda se “sia bene che un uomo senza giurisdizione componga un trattato sui mali della santa Chiesa”, egli stesso nell’introduzione rispondeva spiegando: «Il meditare sui mali della Chiesa, anche a un laico non potea essere riprovevole, ove a ciò fare sia mosso dal vivo zelo del bene di essa e della gloria di Dio; e parevami, esaminando me stesso, per quanto uomo si può assicurare di sé, che non d’altro fonte procedessero tutte le mie meditazioni».

Rosmini così descrive, nei titoli dei cinque capitoli del suo libro, le cinque piaghe:
1. Della piaga della mano sinistra della santa Chiesa, che è la divisione del popolo dal clero nel pubblico culto.
2. Della piaga della mano diritta della santa Chiesa, che è la insufficiente educazione del clero.
3. Della piaga del costato della santa Chiesa, che è la disunione dei vescovi.
4. Della piaga del piede destro della santa Chiesa, che è la nomina de’ vescovi abbandonata al potere laicale.
5. Della piaga del piede sinistro della santa Chiese, che è la servitù dei beni ecclesiastici.

La piaga della mano sinistra
La prima piaga della Santa Chiesa Cattolica Romana è la «divisione del popolo dal clero nel pubblico culto», ossia la separazione troppo netta venutasi a creare nel corso della storia tra ceto sacerdotale, esclusivo amministratore delle cose sacre, e fedeli laici, ridotti in stato di passività e soggezione. Ciò che è andato perduto, nota Rosmini, è il senso dell’altissima dignità che, nella chiesa primitiva, aveva la «plebe», chiamata ad essere «nel tempio del Signore, non solo spettatrice ma attrice» (Cinque piaghe, n. 21, p. 33). È necessario pertanto un recupero di consapevolezza e di partecipazione del popolo cristiano alla vita della chiesa e un definitivo superamento di ingiustificate logiche ecclesiali autoritarie ed escludenti.
La piaga della mano diritta
La seconda piaga della Santa Chiesa Cattolica Romana è l’«insufficiente educazione del clero». Essa ha la sua radice nell’infausta prassi, in cui erano incorse nel medioevo le gerarchie ecclesiastiche, di privilegiare le funzioni politiche, amministrative ed economiche, su quelle pastorali dell’evangelizzazione e della carità. Sensibile come pochi alle esigenze del pensiero e della cultura, Rosmini lamenta la triste condizione degli studi ecclesiastici del suo tempo e auspica che la chiesa, come avveniva nei tempi antichi, torni a formare sacerdoti di grande cuore e di grande spirito, capaci di promuovere l’intelligenza della fede e una conoscenza profonda delle Scritture.
La piaga del costato
La terza piaga della Santa Chiesa Cattolica Romana «è la disunione de’ Vescovi». Qui si fa serrata l’analisi del processo di mondanizzazione della Chiesa, provocata dall’«ambizione secolaresca», cioè dalla lotta senza esclusione di colpi per l’accaparramento della dignità episcopale, divenuta, a partire dall’età feudale, una garanzia di rendite, di privilegi, di onori, di interessi politici, e perciò fonte di laceranti conflitti tra i ceti più elevati della società e all’interno dello stesso corpo ecclesiale.
La piaga del piede destro
La quarta piaga della Santa Chiesa Cattolica Romana è «la nomina de’ Vescovi abbandonata al potere laicale». Ad essa Rosmini riserva poco meno della metà dell’intera sua opera, sviluppando una memorabile requisitoria contro l’asservimento dei vescovi al potere politico, e contro il loro distacco dal popolo cristiano, costretto ad accettare – in contrasto con l’originaria prassi ecclesiale – pastori sconosciuti ed estranei. Per questo Rosmini propone che le elezioni vescovili siano sottratte alle mani delle autorità politiche, e che in esse venga coinvolto in modo più significativo l’intero popolo cristiano. Il popolo, sosteneva Rosmini, «non ha diritto di eleggersi e darsi i propri pastori, il che appartiene al clero», ma «ha il diritto di avere de’ pastori a lui ben accetti, i quali godano la sua stima e la sua confidenza» (Filosofia del diritto, IV, n. 920, p. 971). Prima della nomina episcopale è dunque doveroso un accertamento dell’esistenza di questi sentimenti di apprezzamento e di amicizia del popolo cristiano nei confronti del suo futuro pastore. Per questo il principio regolativo delle elezioni dovrebbe tornare ad essere quello della più antica ed autorevole tradizione ecclesiale, riassumibile nella seguente formula: «il clero giudice, il popolo consigliere» (Cinque piaghe, n. 77, p. 94). Solo così l’autorità episcopale potrà liberarsi dalla subordinazione ai poteri politici e mondani, e ritrovare il coraggio della libertà cristiana.
La piaga del piede sinistro
La quinta piaga della Santa Chiesa Cattolica Romana è «la servitù de’ beni ecclesiastici», cioè la schiavitù economica creata dall’assoggettamento dei patrimoni della chiesa a finalità diverse dalle uniche due legittime: il sostentamento del clero e l’aiuto ai poveri. Il processo di mondanizzazione provocato dal feudalesimo ha fatto smarrire il senso della povertà, così radicato nella chiesa primitiva: «Cristo avea fondato l’apostolato sulla povertà […]. Così l’entrare nel Clero, ne’ bei tempi della Chiesa, equivaleva ad una professione di evangelica povertà [e] il Vescovo era il primo fra i poveri. […] La Chiesa primitiva era povera, ma libera: la persecuzione non toglieva la libertà del suo reggimento: né pure lo spoglio violento de’ suoi beni pregiudicava punto alla sua vera libertà» (Cinque piaghe, n. 133, 151, pp. 183, 193-94).
Il potere mondano, dice Rosmini, nuoce sempre alla Chiesa, non solo «colla violenza delle predazioni», ma anche e soprattutto «colle sue stesse liberalità […], le sue grazie, le sue carezze». Esso mette in pericolo la chiesa quando la «arricchisce […] di privilegi e d’immunità, di una protezione esagerata ed eccezionale, talora contro giustizia» (Cinque piaghe, n. 160, pp. 201-202). Un’epoca nuova si può aprire per la Chiesa. È giunto il momento di capire «che è scoccata l’ora in cui l’impoverire la Chiesa è un salvarla» (Cinque piaghe, n. 73, p. 91). Per svolgere la sua missione e rimanere fedele alla sua natura, la chiesa non ha bisogno di favori economici o di privilegi, ha bisogno solo della sua libertà.
Fonte: M. DOSSI, Il santo proibito. Il Margine, Trento 2007, pp. 126-138.
Il testo integrale del trattato Delle Cinque Piaghe della Santa Chiesa: QUI.
Foto di copertina: Francesco Hayez, Ritratto di Antonio Rosmini, 1853/56, olio su tela, Galleria d’Arte Moderna, Milano.