Numeri ufficiali Covid-19 del 14 maggio 2021. Il caso Lombardia

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Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, ricordiamo che è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI.

I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi venerdì 14 maggio 2021

Ricoverati con sintomi: 13.050 (-558) (-4,10%) [Occupazione al 21%] [*]
In terapia intensiva: 1.860 (-33) (-1,74%) [con 99 nuovi ingressi del giorno] [**] [Occupazione al 21%]
Deceduti: 123.927 (+182) (+0,15%)
Vaccinati [***] e percentuale sulla platea da vaccinare (aggiornato al 14 maggio 2021 ore 21:12): 8.233.495 (16,22% di una platea di 50.773.718 persone da vaccinare)

Secondo il report online del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 aggiornato alle 17:13 di oggi, sono 26.141.926 le dosi di vaccino contro il Covid-19 somministrate in Italia, l’88,4% del totale di quelle consegnate, che sono finora 29.583.060: nel dettaglio 19.988.280 Pfizer/BioNTech, 2.583.100 Moderna, 6.668.880 Vaxzevria (AstraZeneca) e 342.800 Janssen (Johnson&Johnson). Sono state vaccinate 14.693.346 donne e 14.693.346 uomini.

[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**] Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose; oppure monodose). Vaccinazione in tempo reale: QUI https://lab24.ilsole24ore.com/numeri-vaccini-italia-mondo/.
[***] La soglia del 30% di occupazione per le terapie intensive e del 40% per le aree non critiche è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020, oltre la quale sono a rischio le prestazioni sanitarie per le altre patologie. Per area non critica si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 276 (-).

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Un flash mob sulla spiaggia di Copacabana, a Rio de Janeiro, in Brasile, in memoria delle 400 mila vittime per Covid-19 del Paese.

Nel mondo i morti sarebbero più del doppio di quelli ufficiali

Il contatore mondiale segna 3 milioni 277 mila. Quasi come se tutta la Toscana fosse stata cancellata in un colpo solo o la Bosnia, l’Albania, la Mongolia. Ma il numero delle vittime di questa terribile pandemia sarebbe in realtà ben più alto. A dirlo uno studio condotto dai ricercatori dell’Institute for Health Metrics and Evaluation dell’Università di Washington. Covid, il report choc: “I morti nel mondo sono più del doppio di quelli ufficiali”. L’Institute for Health Metrics and Evaluation ha calcolato le vittime rimaste fuori dalle statistiche del virus: «Il Covid provoca anche altri gravi danni alla salute». 900mila decessi in più solo negli USA. 54mila in Italia e il conto sale così a 175 mila decessi. Leggi di più [QUI].

La mortalità ufficiale in Italia nei primi sei mesi di pandemia è stata sottostimata: “Le vittime sono quasi il doppio”
di Elena Tebano, editorialista
Il Punto | la newsletter del Corriere della Sera, 13 maggio 2021


Le vittime della pandemia in Italia al settembre 2020 sono state molte di più di quanto pensavamo finora: tra 59mila e 62mila, quasi il doppio rispetto al numero ufficiale di 36mila decessi. A sostenerlo è uno studio appena pubblicato su Nature Communications [QUI], e frutto della più completa analisi statistica effettuata finora sui dati italiani. Ne emerge anche che al settembre 2020 sarebbe stato infettato il 29% degli abitanti della Lombardia e il 72% di quelli della provincia di Bergamo.

I ricercatori hanno cercato in particolare di ovviare alla mancanza di informazioni strutturale sull’epidemia, cioè al fatto che la quantità insufficiente di test non ha permesso di individuare con certezza né il numero complessivo di infetti né quello di morti per il nuovo coronavirus. Anche perché durante la prima ondata, soprattutto nelle regioni più colpite, moltissime persone, in particolare anziani, sono morte in casa o in ospedale senza aver avuto diagnosi certe. Così hanno usato i dati storici sulla mortalità in Italia per costruire modelli per il tasso di mortalità previsto nel 2020 in assenza della pandemia e hanno attribuito alla pandemia di Covid la differenza tra la mortalità osservata nel 2020 e la previsione. I modelli «tengono conto della variabilità storica da un anno all’altro dovuta a effetti stagionali come l’influenza». L’intervallo nella stima delle vittime (che oscilla tra le 59 mila e le 62 mila) deriva dalle differenze nei modelli usati per calcolare la mortalità “normale”. Tutti però indicano che le vittime sono molte di più, addirittura quasi il doppio, dei numeri ufficiali. I ricercatori hanno anche tenuto conto del fatto che «la mortalità in Italia è stata inferiore alla media nei primi 2 mesi del 2020, probabilmente a causa di una stagione influenzale più mite del solito».

I dati mostrano, scrivono gli autori dello studio, «un chiaro eccesso di mortalità rispetto alle previsioni controfattuali dopo la settimana che termina il 22 febbraio, quando i primi decessi legati al Covid-19 sono stati riportati in Italia. Questo eccesso si nota soprattutto nelle regioni del Nord, che sono le più colpite». Significa che l’epidemia nel Nord Italia era già esplosa nell’ultima decade di febbraio, quando sono stati accertati i primi casi ufficiali. «La nostra ipotesi è che l’eccesso di decessi rispetto a quelli ufficiali di Covid-19 sia dovuto principalmente alla mancanza di test nelle fasi iniziali della pandemia». Con il passare dei mesi – e l’aumentare dei test – la differenza tra morti ufficiali di Covid e morti reali si assottiglia, e le vittime sono meno sottostimate. «Ci sono anche argomenti che suggeriscono che potremmo aver sottostimato il tasso di mortalità del Covid-19. L’Italia è in stato di blocco dal 9 marzo 2020, il che potrebbe aver ridotto i decessi dovuti ad altre cause comuni come gli incidenti stradali e sul lavoro, o le attività criminali» aggiungono i ricercatori.

«A nostra conoscenza, la nostra analisi fa uso del più recente set di dati disponibili sulla mortalità con la massima completezza e le minori incertezze statistiche per stimare i tassi di mortalità per la Covid-19. I nostri risultati suggeriscono che una popolazione significativa di anziani è morta di COVID-19 senza entrare nelle statistiche ufficiali. Questo porta a una sottostima dei decessi totali in Italia di oltre un fattore 1,5. Notiamo che simili eccessi di morti sono stati riportati per gli Stati Uniti e altri Paesi europei» concludono gli scienziati.

Dalla loro analisi è dunque possibile capire meglio quanto l’epidemia abbia davvero colpito. Ne emerge che «la percentuale di popolazione morta è stata dello 0,29% nella regione più colpita, la Lombardia, e dello 0,57% nella provincia più colpita, Bergamo». Infine comparando «i tassi di positività ai test riportati dall’Italia con le stime dei tassi di mortalità dell’infezione dalla nave da crociera Diamond Princess» (l’ambiente su cui ci sono i dati più completi perché tutte le persone a bordo sono state testate) i ricercatori arrivano alla conclusione che entro il settembre 2020 si era infettato quasi un terzo degli abitanti della Lombardia (il 29%) e la maggioranza di quelli della provincia di Bergamo, ben il 72%.

Il caso Lombardia
22 gennaio 2021 – La Lombardia va in arancione già da domenica: sull’Rt sbagliato compromesso Regione-governo. Il Pirellone aveva chiesto il cambio di fascia per errore di calcolo. I tecnici dell’Istituto superiore di Sanità avevano contestato lo sbaglio dell’Rt. Dopo la riunione, nella serata di venerdì, del Cts firmata l’ordinanza che entra in vigore il 24 gennaio
di Monica Guerzoni e Fiorenza Sarzanini su Corriere.it


La Lombardia tornerà in arancione domenica 24 gennaio. Dopo la polemica aspra tra la Regione e il governo sul calcolo dell’Rt, l’Istituto superiore di sanità ha rielaborato i dati che sono stati validati dal Comitato tecnico scientifico.
E il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato l’ordinanza che corregge i parametri e porta da fascia rossa ad arancione la regione.
L’istanza era stata presentata ieri ma da Roma era stato spiegato che i tecnici della Regione dovevano trasmettere al ministero della Salute i nuovi dati ammettendo di aver sbagliato il calcolo dell’Rt nell’ultimo monitoraggio e sollecitando una nuova valutazione della cabina di regia.
«La Lombardia deve essere collocata in zona arancione. Lo evidenziano i dati all’esame della Cabina di regia, ancora riunita. Abbiamo sempre fornito informazioni corrette. A Roma devono smetterla di calunniare la Lombardia per coprire le proprie mancanze», ha scritto su Facebook il presidente della Regione Attilio Fontana.
Il ministero della Salute ha replicato rimandando a una nota diffusa ieri dalla stessa Regione Lombardia nella quale era scritto: «I tecnici dell’Istituto Superiore di Sanità e della Direzione Generale del Welfare hanno in corso una interlocuzione e, nelle prossime ore, valuteranno una serie di dati aggiuntivi da parte della direzione Welfare lombarda per ampliare e rafforzare i dati standard già trasmessi nella settimana precedente, ai fini di una rivalutazione in vista della Cabina di regia di venerdì 22 gennaio».
Il ricorso
La posizione della Lombardia è stata espressa anche nel decreto presentato al Tar per chiedere di uscire dalla fascia rossa e tornare in arancione. Il nodo è legato all’indice Rt che nell’ultimo monitoraggio trasmesso era superiore a 1,25 e dunque in base ai nuovi criteri fa scattare automaticamente la fascia più restrittiva. Ma la Lombardia contesta che si tratti di una fotografia reale: «Tale dato è in ritardo rispetto al contagio sia perché è calcolato sui sintomatici, i quali sviluppano i sintomi a distanza di giorni dalla data in cui sono entrati in contatto con il virus, sia perché, proprio non considerando il dato dei contagiati non sintomatici, non fa emergere le catene di trasmissione tra asintomatici che restano occulte».

Fontana: «Abbiamo sempre fornito informazioni corrette. A Roma devono smetterla di calunniare la Lombardia per coprire le proprie mancanze”…

Emblematico l’impatto del caso Lombardia

La Regione, infatti, nel bollettino quotidiano non menziona affatto il numero delle guarigioni, ma riporta solo il numero di pazienti dimessi dall’ospedale (o dal pronto soccorso) e inviati in isolamento domiciliare [QUI].

28 maggio 2020Fondazione Gimbe: dati Lombardia falsati [QUI]. La Regione Lombardia contesta i numeri e ha presentato una querela contro l’istituto e il suo Presidente. Si tratta di accuse intollerabili e prive di ogni fondamento, si legge nella nota di Regione Lombardia, per le quali il presidente di Gimbe dovrà rispondere personalmente. I nostri dati, come da protocollo condiviso da tutte le Regioni, vengono trasmessi quotidianamente, dicono da Palazzo Lombardia, e con la massima trasparenza all’Istituto Superiore di Sanità. Intanto, l’Assessore al Welfare lombardo, Giulio Gallera, è stato sentito in procura, a Bergamo, come persona informata sui fatti. I PM bergamaschi stanno indagando sulla mancata chiusura del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Alzano Lombardo, sulle morti nelle RSA e stanno effettuando approfondimenti sulla mancata istituzione di una zona rossa, che avrebbe dovuto interessare i Comuni di Alzano e Nembro. Nelle prossime ore verrà sentito, sempre come testimone, anche il Presidente della Regione, Attilio Fontana, finito sotto scorta, nei giorni scorsi, dopo le intimidazioni da parte degli antagonisti che hanno rivendicato due murales nei quali l’hanno definito assassino e, dopo le minacce, anche di morte, apparse sui social.

28 dicembre 2020. Gori: Comune Bergamo offesa in indagine pm per “epidemia colposa”. 27 febbraio 2020: #bergamononsiferma [QUI].

14 gennaio 2021 – La Procura di Bergamo: verificare se il piano pandemico è stato attivato dal 5 gennaio. Indagine per epidemia colposa. La Guardia di finanza acquisisce documenti in vari uffici del Ministero della Salute, dell’Iss, della Regione Lombardia e di altri enti [QUI].

28 gennaio 2021 – In Lombardia continua il caos dei numeri. Lite Fontana-Fondazione Gimbe sui vaccini al personale non sanitario [QUI].

28 aprile 2021 – 120.000 vittime. Italia viva deposita Ddl per istituzione commissione di inchiesta su gestione pandemia [QUI]. Un procedimento che corre parallelo all’inchiesta aperta dalla procura di Bergamo per stabilire se qualcuno ha sbagliato nella gestione della pandemia, in cui sono stati ascoltati – tra gli altri – il Presidente regionale Attilio Fontana, il Ministro della Salute Roberto Speranza e l’ex Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte: “In quel caso, però, se si arrivasse a un processo penale a pagare sarebbero i singoli. Con una causa civile come la nostra, invece, puntiamo alle istituzioni” [QUI].

Abbiamo sempre messo in dubbio i dati che sono stati comunicati ufficialmente sui decessi. Lo abbiamo sempre detto, sin da tempi non sospetti. Lo scandalo della Lombardia si è palesato con la “Strage di Bergamo” che ha provocato profondo dolore e inquietudine in tutta la nazione. Cosa abbiamo imparato in un anno di pandemia? Nulla.

La Lombardia è prima in tutti i primati tristemente negativi, ma non è mai stata sanzionata dal governo, neanche contingentata in una zona off-limits doverosa. L’apice dell’inverosimile si raggiunge quando in soli due giorni Fontana annuncia che è stata scongiurata la zona rossa per un provvedimento restrittivo di chiusura in alcune zone lombarde con l’arancione “rafforzato” adottato due giorni prima. Se abbiamo imparato qualcosa, nell’analisi dei dati di questa pandemia, è che nessun provvedimento produce effetti scientificamente provati in uno breve spazio temporale di sole “48 ore”. Tranne che in Lombardia, pare [QUI].

Nel 2020 in Italia la soglia ufficiale dei 50mila morti per Covid dall’inizio dell’epidemia. Il 40% dei decessi erano avvenuti in Lombardia, la regione più colpita e anche oggi tra quelle maggiormente in difficoltà [QUI].

Nel 2021, alla soglia nazionale ufficiale dei 125mila decessi, la regione Lombardia ha superato ufficialmente quota 33mila morti, un quarto dei decessi nazionali. Cosa è cambiato in un anno? La situazione in Lombardia è migliorata? No, è peggiorata [QUI].

  • La regione Lombardia è prima per decessi.
  • La regione Lombardia è prima per casi giornalieri.
  • La regione Lombardia è prima per casi totali.
  • La regione Lombardia è prima per terapie intensive e ricoveri.

Covid Italia, il 28,4% dei morti è stato registrato in Lombardia. In questa Regione, che è anche quella con il maggior numero di abitanti, spiega l’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità, si concentra la quota più alta di decessi dall’inizio della pandemia [QUI].

Le abbiamo chieste a gran voce, ma ormai non basterebbero neanche più le dimissioni di Fontana per appianare una mala gestione, che non ha eguali in termini di sacrificio umano. Riponiamo le nostre speranze nei tribunali civili e penali costituiti da donne e uomini che sono mossi da un alto senso di appartenenza alle istituzioni e da uno spiccato senso del dovere. Valori sempre più rari, sui quali – ora più che mai – si basa il futuro di questa nostra Italia.

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