Numeri ufficiali Covid-19 del 13 maggio 2021. Negli Usa via mascherina e distanziamento per i vaccinati

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I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi giovedì 13 maggio 2021

Ricoverati con sintomi: 13.608 (-672) (-4,71%) [Occupazione al 22%] [*]
In terapia intensiva: 1.893 (-99) (-4,97%) [con 81 nuovi ingressi del giorno] [**] [Occupazione al 21%]
Deceduti: 123.745 (+201) (+0,16%)
Vaccinati [***] e percentuale sulla platea da vaccinare (aggiornato al 13 maggio 2021 ore 17:13): 7.965.525 (15,69% di una platea di 50.773.718 persone da vaccinare)

Secondo il report online del Commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 aggiornato alle 17:13 di oggi, sono 25.606.730 le dosi di vaccino contro il Covid-19 somministrate, l’86,6% del totale di quelle consegnate, che sono finora 29.559.660: nel dettaglio 19.964.880 Pfizer/BioNTech, 2.583.100 Moderna, 6.668.880 Vaxzevria (AstraZeneca) e 342.800 Janssen (Johnson&Johnson). Sono state vaccinate 14.407.835 donne e 11.198.895 uomini.

[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**] Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose; oppure monodose). Vaccinazione in tempo reale: QUI.
[***] La soglia del 30% di occupazione per le terapie intensive e del 40% per le aree non critiche è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020, oltre la quale sono a rischio le prestazioni sanitarie per le altre patologie. Per area non critica si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.
Il continuo calo delle terapie intensive e dei ricoveri per Covid-19 ha raggiunto i livelli di ottobre 2020.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 276 (-).

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Negli Usa via mascherina e distanziamento per i vaccinati

Gli Statunitensi che sono completamente vaccinati potranno smettere di indossare la mascherina e di rispettare la regola del distanziamento sociale nella gran parte delle situazioni, sia all’aperto che al chiuso: lo affermano i Cdc, la massima autorità sanitaria statunitense (Fonte SkyTG24.it).

Iss: pandemia fa impennare fino al 250% consumo alcol a casa

“L’approvvigionamento delle bevande alcoliche non ha conosciuto pause nel periodo del lockdown”. Anzi, “il mercato ha rafforzato nuovi canali alternativi e anche meno controllati relativamente al divieto di vendita a minori”, cambiando anche “le abitudini degli italiani”. Tanto che gli acquisti su canali online di e-commerce, per il settore delle bevande alcoliche “si stima abbiano conosciuto un’impennata nel 2020 tra il 181 e il 250% nell’home delivery, con un aumento dei consumi domestici registrati”. È quanto emerge dai nuovi dati relativi al consumo di alcol durante la pandemia Covid, diffusi all’Istituto Superiore di Sanità (Fonte SkyTG24.it) .

Le indagini sul progenitore del SARS-CoV-2
Il padre di tutti i coronavirus SARS-CoV-2 stava già circolando in Cina 6-8 settimane prima del sequenziamento del primo genoma virale a Wuhan
di Elisabetta Intini
Focus.it, 11 maggio 2021

Risalire ai casi originari di covid, i contagi silenziosi avvenuti prima che il mondo si svegliasse malato, è importante per capire da dove arrivi il coronavirus SARS-CoV-2 e come sia avvenuto il suo salto dai serbatoi animali all’uomo. E se trovare il paziente zero è difficile e neanche troppo sensato, si può però rintracciare il comune antenato genetico di tutte le infezioni: quello che gli esperti chiamano genoma progenitore (il padre, o la madre di tutti i coronavirus SARS-CoV-2).

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista scientifica Molecular Biology and Evolution ha ricostruito, con un’indagine retroattiva, il profilo di questo “antenato” comune e svelato alcuni dettagli temporali e geografici sulla prima diffusione del virus. Fu questo progenitore a dare origine alla famiglia di ceppi che annovera, tra gli altri, anche quelli sequenziati a Wuhan a dicembre 2019. «Gli eventi di Wuhan – spiega Sudhir Kumar, direttore dell’Institute for Genomics and Evolutionary Medicine della Temple University (USA) – rappresentarono il primo evento superdiffusore di un virus che aveva tutti gli strumenti necessari per causare una pandemia mondiale fin dalla sua iniziale comparsa».

COME SI SONO SVOLTE LE RICERCHE. Gli scienziati hanno ricostruito il genoma del virus progenitore (proCoV2) usando un grande database di genomi di coronavirus ottenuto da individui contagiati da dicembre 2019. Come ha spiegato all’agenzia ANSA Giuseppe Novelli, genetista dell’Università di Roma Tor Vergata: «Per identificare il genoma progenitore è stata utilizzata una tecnica di uso comune nella ricerca sul cancro, chiamata analisi dell’ordine di mutazione, che si basa sull’analisi dei ceppi mutanti. Si osserva la frequenza con cui le coppie di mutazioni appaiono insieme per trovare la radice del virus».

GIÀ PRESENTE IN AUTUNNO. Così si è capito che il virus progenitore circolava già almeno un mese, un mese e mezzo prima che fosse lanciato l’allarme: «Il gruppo di Kumar stima che il virus abbia un tasso di mutazione di circa 2 mutazioni al mese e che abbia avuto origine almeno 6-8 settimane (quindi a fine ottobre 2019) prima del primo genoma sequenziato in Cina, noto come Wuhan-1», precisa Novelli. Secondo gli scienziati questi tempi sarebbero compatibili con l’individuazione molto precoce del virus in altri Paesi, prima ancora che fossero noti i casi di Wuhan, come il rinvenimento di un frammento di spike (cioè la proteina chiave che il coronavirus usa per infettare le cellule umane) identica a Wuhan-1 in Italia all’inizio di dicembre.

GIÀ BEN ATTREZZATO. Il progenitore di ogni SARS-CoV-2 avrebbe dunque avuto origine in Cina, ma presenta almeno tre variazioni rispetto a quelli sequenziati a Wuhan che, dunque, possono già essere considerati suoi “nipoti”: in altre parole nessuno di quei primi contagiati a Wuhan è il paziente zero.

«Abbiamo trovato l’impronta genetica del progenitore a gennaio 2020 e più tardi in molte infezioni da coronavirus in Cina e negli USA. Il progenitore si stava diffondendo rapidamente nel mondo mesi prima e mesi dopo i primi casi di CoViD-19 in Cina», chiarisce Sergei L K Pond, uno degli autori. Una diffusione così massiccia già nelle prime fasi prova che, come già intuito in studi precedenti, il virus capostipite aveva già dall’inizio tutte le carte in regola per essere altamente infettivo e diventare pandemico.

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