Santa Sede, cristiani e musulmani insieme per la famiglia

Insieme per la dignità della famiglia. E’ il tema che quest’anno la Santa Sede propone all’attenzione dei musulmani, alla fine del mese di Ramadam. Il messaggio, firmato dal presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, cardinale Jean Loius Tauran e dal segretario Luigi Celata si apre con la consapevolezza dei progressi nel dialogo. “Durante questo mese, cristiani vicini a voi hanno condiviso le vostre riflessioni e le vostre celebrazioni familiari; il dialogo e l’amicizia si sono rafforzati. Dio ne sia lodato!”.
Una occasione per conoscersi meglio, per arricchire gli scambi “con i nostri valori comuni e le nostre differenze”, si legge nel testo. A partire dalla Gaudium et Spes, il cardinale Tauran scrive “che lo sviluppo della persona e della società dipende in gran parte dalla prosperità della comunità coniugale e familiare! Quanti sono coloro che portano, qualche volta, per tutta la vita, il peso delle ferite di una situazione familiare difficile o drammatica? Quanti sono coloro che precipitano nell’abisso della droga o della violenza, cercando di colmare, invano, un’infanzia travagliata? Cristiani e musulmani, noi possiamo e noi dobbiamo operare congiuntamente alla salvaguardia della dignità della famiglia, oggi e domani”.
Una collaborazione già in atto tra cristiani e musulmani sia a livello locale che internazionale “poiché entrambi, cristiani e musulmani, hanno un’alta considerazione della famiglia. La famiglia, luogo dove l’amore e la vita, il rispetto per l’altro e l’ospitalità si incontrano e si trasmettono, è certamente la “cellula fondamentale della società”.
Un impegno che deve continuare “non solamente per venire in aiuto alle famiglie in difficoltà ma anche per collaborare con tutti coloro che hanno a cuore il favorire la stabilità dell’istituzione familiare e l’esercizio della responsabilità parentale, in particolare nel campo dell’educazione”. L’augurio finale e che i musulmani al termine del mese di preghiera e digiuno del Ramadan possano conoscere con le famiglie una vita serena e felice!