Le offese della Guzzanti al papa. Padre Lombardi: per noi il caso è chiuso

”La stagione delle riforme impone di spegnere i focolai e di non appiccare nuovi incendi”: il ministro della Giustizia Angelino Alfano usa l’ arma della diplomazia per disinnescare il caso di Sabina Guzzanti, che la procura di Roma era intenzionata a mettere sotto inchiesta per il reato di vilipendio del Papa. Il Guardasigilli ha deciso di non dare l’ autorizzazione chiesta dai pm della capitale per procedere contro l’ attrice per le parole pesanti sul Pontefice dette nell’ intervento al ”No Cav Day”, organizzato l’ 8 agosto in piazza Navona.
Il procedimento e’ quindi destinato all’ archiviazione. Alfano ha colto l’ occasione di una lezione programmata all’ Universita’ Cattolica di Milano per annunciare pubblicamente il suo ”no”. ”Nonostante il parere favorevole sulla procedibilita’ nei confronti di Sabina Guzzanti – ha spiegato riferendosi alle indicazioni dei suoi uffici – ho deciso di non concedere l’autorizzazione ben conoscendo lo spessore e la capacita’ di perdono del Papa che prevalgono sulle offese stesse”. Ed ha aggiunto di essere giunto a questa conclusione anche perche’ ”la Guzzanti si e’ assunta le responsabilita’ di cio’ che ha detto”.
D’accordo anche il direttore della sala stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi. Il Papa, ha detto, ”considera certamente conclusa la vicenda” delle espressioni offensive a lui rivolte alcuni mesi fa da Sabina Guzzanti. ”La decisione del Guardasigilli – ha spiegato – e’ saggia e da parte vaticana non vi e’ certamente alcuna obiezione. Per quanto l’episodio delle espressioni irriguardose ed offensive – ha proseguito Lombardi – sia stato certamente deplorevole come e’ stato ampiamente riconosciuto, non vi e’ bisogno o utilita’ di ritornarci ancora”. ”L’autorevolezza della figura del Papa – ha osservato padre Lombardi – e’ troppo superiore per essere scalfita e nella sua magnanimita’ considera certamente la vicenda conclusa”.