Basta la ragione per capire che vietare il pensare diversamente è liberticida. Se la Chiesa lo tace, grideranno le pietre

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“Gli eterosessuali sono i veri discriminati. Anche i gay devono essere tolleranti”, dice lo showman Mauro Coruzzi, la drag queen Platinette, a Pietro Sinaldi nell’intervista per Libero quotidiano, di cui facciamo seguire il testo). Mentre la Conferenza Episcopale Italiana si propone di dialogare con Zan, quello che dovrebbe gridare la Chiesa Cattolica Romana in Italia, invece dice Platinette. “Ciò che colpisce è la ragionevolezza del suo pensiero, che dimostra che quanto sostenuto dal mondo cattolico fedele alla dottrina non è anzitutto materia di fede ma di ragione”, commenta Benedetta Frigerio nell’editoriale su La Nuova Bussola Quotidiana, che riportiamo di seguito. Platinette rottama il Ddl senza mezza termini: “Vietare il dissenso è liberticida; la natura ha le sue leggi; no all’indottrinamento; i veri discriminati sono coloro che vivono normalmente la sessualità”. Altro che dialogare, come ritiene di dover fare la Conferenza Episcopale Italiana.

Rottamando il Ddl Zan, Platinette asfalta i vip dello spettacolo: “Legge liberticida, non hanno nemmeno letto il testo”. Commenta Cristina Gauri su Il Primato Nazionale: “Platinette è la dimostrazione del fatto che non è obbligatorio aderire alle piagnucolose — e pericolose — istanze della comunità Lgbt se si è omosessuali. Si può rimanere menti libere dalla dittatura del pensiero unico, indipendentemente da quello che si fa in camera da letto. E la drag queen, al secolo Mauro Coruzzi, non si fa problemi a stigmatizzare abomini come utero in affitto o adozioni gay puntando il dito contro gli enormi privilegi mediatici della «casta» Lgbt”.

“I veri discriminati oggi sono gli eterosessuali e chi li difende; ormai sono una razza in estinzione», dice Platinette nell’intervista pubblicata da Libero. Platinette definisce senza mezzi termini il Ddl liberticida e sottolinea i pericoli dell’indottrinamento nelle scuole: “Inserire l’identità di genere nei programmi scolastici è una violenza perfino superiore a quella dell’utero in affitto”. E questo perché “significa far prevalere una visione del mondo rispetto ad altre che invece hanno lo stesso diritto di esistere”. Parole forti, non solo perché pronunciate da un uomo con orientamento sessuale “differente”, ma perché rimbombano nell’ambiente dello spettacolo, completamente asservito alla narrazione pro Ddl Zan. “Secondo me non l’hanno neppure letta. Agiscono in branco, come si assale un inerme”, sentenzia Platinette.

Zan, se è Platinette (e non la Chiesa) a usare la ragione
di Benedetta Frigerio
Editoriale – La Nuova Bussola Quotidiana, 1° maggio 2021


Quello che non sta gridando la Chiesa, lo ammette Mauro Coruzzi, in arte Platinette. Ciò che colpisce è la ragionevolezza del suo pensiero, che dimostra che quanto sostenuto dal mondo cattolico fedele alla dottrina non è anzitutto materia di fede ma di ragione. “Vietare il dissenso è liberticida; la natura ha le sue leggi; no all’indottrinamento; i veri discriminati sono coloro che vivono normalmente la sessualità”. Ossia, il Ddl Zan è da respingere, altro che dialogare.

Quello che non si è sentito gridare dalla Chiesa cattolica, accusata di essere la principale promotrice dell’”omofobia”, con i suoi adepti che metterebbero i bastoni fra le ruote a coloro che hanno rapporti sessuali con persone dello stesso sesso (i quali pretendono che tutti li approvino), lo ha ammesso senza mezzi termini il laicissimo Mauro Coruzzi, in arte Platinette, fra i primi personaggi televisivo-radiofonici italiani a comparire come transessuale travestito.

Ciò che colpisce delle parole dello showman intervistato da Libero questa settimana è la ragionevolezza dal suo pensiero, che dimostra che quanto sostenuto dal mondo cattolico fedele alla dottrina non è qualcosa di strettamente legato alla fede ma piuttosto alla ragione di cui ogni essere umano è dotato. Quanto il comunicato della Cei tace, lo afferma quindi Platinette così:  “Sono contrario alla legge Zan, vietare il dissenso è liberticida“. Ossia questa norma è tutta da respingere, altro che dialogare in merito, perché introduce il reato di opinione.

Per Coruzzi ogni cultura che sia imposta sconfessando le altre posizioni è pericolosa e degna di un regime, non di una democrazia. Per questo motivo, sebbene chi esprima repulsione per una persona come lui non gli piaccia “non serve una legge…la cultura non è un atto normativo”. Allo stesso modo è contro l’ideologia gender imposta nelle scuole: “L’identità di genere nei programmi scolastici – ha chiosato – è una violenza, perfino superiore a quella dell’utero in affitto”, infatti “significa far prevalere una visione del mondo rispetto ad altre che invece hanno lo stesso diritto di esistere”. In realtà, la prima visione è violenta innanzitutto perché ideologia e contraria alla realtà.

Ma se il conduttore non lo esplicita, sull’utero in affitto usa perfino la categoria della legge naturale, riconoscibile anche queste dalla ragione umana: “Ha ragione la Concia, donna di sinistra e sposata con una donna, ma capace di dichiarare che certe pratiche sono inaccettabili. E’ parità che un trans sfidi le donne alle olimpiadi? Anche la natura ha le sue leggi”.

Coruzzi non arriva appunto fino in fondo, ossia a dire che, benché lo Stato non possa condannare i comportamenti privati non può nemmeno dare rilevanza giuridica a forme contrarie al diritto naturale come le unioni civili (cosa che lui pare approvare), ma mette certamente a tacere quanti come Fedez si scagliano violentemente contro chi non approva il Ddl Zan definendoli “omofobi” o avendo addirittura il coraggio di fare loro il dito medio (come fece a X Factor accusando i promotori del Family Day).

Fedez non incorse, infatti, in nessuna sanzione disciplinare per aver osato tanto (insultare e discriminare in pubblico chi la pensa diversamente da lui) mentre chi osasse attaccare quanti sono a favore del Ddl Zan probabilmente vedrebbe già oggi troncata la propria carriera, mentre a legge approvata pagherebbe anche penalmente per le sue idee. Anche su questo il presentatore non ha avuto peli sulla lingua e, interrogato sulle intenzioni di questi vip, ha risposto così: “Il prossimo scontro, già in atto, è tra chi vuole una vita ordinaria e chi cerca visibilità e sale sul carro del pensiero dominante anche se non ci crede. Mi lasciano perplesso le battaglie di tutti questi vip a favore della legge Zan, secondo me non l’hanno neppure letta. Agiscono in branco, come chi assale un inerme”.

Per questo, se la Cei ha accettato la vulgata dei poveri omosessuali discriminati da tutti, lui ha avuto il coraggio della verità che è sotto gli occhi di chiunque voglia guardarla, cattolico o no: “I veri discriminati oggi sono gli eterosessuali e chi li difende”, perciò “ormai sono una razza in estinzione” ha continuato, pur usando un linguaggio tipico dell’universo Lgbt (ché non esistono gli eterosessuali, ma solo gli uomini e le donne fra cui ci sono coloro che provano attrazioni per persone dello stesso sesso che scelgono o meno di andare contro la propria natura). Dato lo scandalo del giornalista che lo ha intervistato, Coruzzi ha chiarito: “Parlo dell’eterosessuale di una volta, quello capace per tutta la vita di rapporti sessuali ordinari, in grado di tener vivo il desiderio senza mezzi alternativi (pornografia e altro, ndr)”. Perché è proprio questo tipo umano a dare fastidio ai vari Fedez e al suo mondo, ricordando loro l’ordine e la stabilità per cui ogni persona, cattolica e non, è fatta. Solo che a vivere così sono ormai solo alcuni cattolici, dato che la cultura dominante da decenni ha convinto gli uomini che la felicità sta nel disordine sessuale, privo di uno scopo e di limiti e nell’assenza di legami che siano “per sempre”, mentre sono sempre meno i credenti educati dalla Chiesa a seguire l’ordine della natura come il solo buono. Una minoranza della minoranza destinata, con il Ddl Zan, al martirio bianco. Sebbene, come dimostra la difesa di Platinette, “se questi taceranno, grideranno le pietre”.

Platinette: “Gli eterosessuali sono i veri discriminati. Anche i gay devono essere tolleranti”
di Pietro Senaldi
Libero, 26 aprile 2021


«È tutto molto fluido di questi tempi. Una volta, di fluido c’era solo il sapone, oggi c’è una gran confusione intorno a questo aggettivo, che poi è un trucco per giustificare l’ingiustificabile. Anche il Covid è fluido, infatti più se ne parla meno se ne capisce. L’Italia della pandemia è confusa, vittima di informazioni contraddittorie. Si ha la sensazione di essere in un mare in tempesta, il governo procede a tentoni e continua a cambiare le regole, ascoltando i virologi è impossibile elaborare un dato. E poi c’è questa cosa dei vaccini… Io ho 65 anni e ho potuto finalmente prenotarlo. Sono di Parma, vivo a Milano e mi faranno l’iniezione a Morbegno, in montagna, a più di due ore d’auto da casa mia».

Ognuno ha il suo destino, quello di Platinette è rivestire il ruolo dell’eretico.
«Negli anni Settanta mi esibivo con un gruppo di travestiti da tregenda e mi tiravano addosso i pomodori al Festival dell’Unità, quando facevo la soubrette di periferia. Adesso che ho vinto la mia battaglia, che non è per il diritto di essere omosessuali, bensì per quello di essere come ti pare, perché è lì che alberga il vero concetto di pari dignità, il mondo omo mi mette in croce perché non mi piego al politicamente corretto e voglio potermi autodefinire “frocia” o “cagna” e dire che il mio massimo sogno erotico è conquistare un eterosessuale, che in quanto tale non mi si concederà mai».

Il coraggio è come l’identità di genere per Maurizio Coruzzi, l’uomo di cui Platinette è l’alter ego, non ce lo si può dare.
«Tutti siamo d’accordo che non bisogna picchiare un gay e che chi odia le minoranze è un essere abietto, ma non bisogna farne un dogma. Non serve una legge a stabilirlo, la cultura non è un atto normativo. Inserire l’identità di genere nei programmi scolastici è una violenza, perfino superiore a quella dell’utero in affitto, significa far prevalere una visione del mondo rispetto ad altre che invece hanno lo stesso diritto di esistere».

Chi promuove queste leggi sostiene che per tamponare un allarme sociale è necessario forzare in direzione contraria…
«Non ci sto. La sensibilità degli altri non si cambia con una normativa ma agendo e rischiando del proprio. Sono contrario alla legge Zan, vietare il dissenso è liberticida. Io ora vengo definito un gay omofobo. Come mi devo sentire, cosa devo pensare dei gay che vogliono cambiare la mia mentalità sui gay, quando io facevo le battaglie per loro prima che nascessero? Il martellamento ideologico non ha effetti positivi sulla società, è privo di valenza sui comportamenti delle persone».

Ma lei non soffre a essere considerato diverso?
«Facciamo l’intervista del dolore? Le regalo il mio momento di sofferenza. Poiché sono autistico, tutte le sere faccio delle dirette Instagram nelle quali canto e ogni sera vengo ricoperto di insulti da chi mi ascolta senza pagare il biglietto. Ne soffro e rispondo per le rime, ma nessuno potrà mai pagarmi tanto da farmi desistere dalle mie dirette».

Sono tempi duri per gli spiriti liberi?
«Anche qui il Covid è una cartina di tornasole. Non capisco il contenzioso sul coprifuoco, ho l’impressione che ci sia del moralismo in certe prese di posizione, addirittura del dirigismo. Perché i barbieri sono aperti e i ristoratori chiusi, come a dire che la loro attività ha meno valore? C’è un razzismo di genere delle chiusure. Con questi inviti alla delazione poi, mi pare di essere nella Germania Est, dove la libertà e il divertimento altrui suscitano rabbia e invidia».

Ma lei non ha paura di contagiarsi?
«Sì. Quando ho saputo di avere fatto una foto con un cameraman risultato poi positivo sono rimasta murata viva in casa due settimane in preda a una psicosi. Ma il punto non è questo, è che si fanno polemiche perché si è incapaci di risolvere i problemi».

Parla di Conte o di Draghi?
«Draghi è ostaggio dell’incompetenza dei partiti. Scambiamo la sicumera di certi ministri per capacità, ma Grillo ha truffato gli italiani, M5S è la sua commedia dell’assurdo meglio riuscita, non vero che chiunque può governare. Mi ricordo Beppe, quando faceva finta di andare contro una compagnia telefonica e invece le faceva pubblicità. È stato bravo a fare i soldi e ora fa l’anticapitalista e ci rifila spacciatrici di banchi a rotelle».

Ha visto il suo video a difesa del figlio?
«Io non ci credo che abbia perso la testa, a meno che non sia completamente deragliato. Per me era consapevole, ha cercato la reazione forte, ma così ha mandato a puttane tutto quello che va dicendo da anni. Che senso ha poi dire “arrestate me”. Poteva dirlo dopo che aveva ammazzato tre persone con la sua auto, se voleva essere preso sul serio».

Sta con la Meloni, l’unica donna capo della politica, e per di più all’opposizione?
«Io sono omosessuale ma amo più le donne degli uomini, che ritengo degli accessori utili. Preferirei passare una serata con Barbara Alberti piuttosto che con il bellissimo fidanzato turco della Leotta».

E tornando alla Meloni…
«Credo che la Meloni in questo momento abbia il vento in poppa perché è la sola che, oltre alla faccia, mette anche le motivazioni sulle proprie decisioni. È la sola che ha preso una posizione chiara e incarna un concetto che sta alla base della democrazia: se c’è un governo, dev’esserci anche un’opposizione».

Dio, patria e gay?
«Centrato il punto. Giorgia non può continuare a essere indifferente rispetto alle coppie gay: sono una realtà che esiste e lei deve fare un passo anche verso ciò che sente più distante, altrimenti continueranno a darle della fascista anche se l’unico fascismo in circolazione ormai è quello del pensiero unico incarnato proprio dai critici della Meloni».

Né con la Meloni né con il Pd, dunque…
«Letta non è nuovo a cariche istituzionali, ma nei suoi sette anni nel Tibet parigino doveva imparare di più. Insegnare all’università gli è servito a poco. Se vuoi i voti, guarda il Paese, rifugiarti nelle quote rosa o nello ius soli significa fuggire dalla realtà».

C’è parità oggi tra uomo e donna?
«È tutto un casino, fluido. Se le coppie di gay vogliono la parità, perché non si battono per l’adozione anziché ricorrere all’utero in affitto, che è un atto di violenza verso le donne? Ha ragione la Concia, donna di sinistra e sposata con una donna, ma capace di dichiarare che certe pratiche sono inaccettabili. È parità che un trans sfidi le donne alle Olimpiadi? Anche la natura ha le sue leggi».

Il maschio è morto e il prossimo scontro ormai sarà tra donne e gay?
«Tra donne e gay c’è un’alleanza cristallizzata. Il prossimo scontro, già in atto, è tra chi vuole una vita ordinaria e chi cerca visibilità e sale sul carro del pensiero dominante anche se non ci crede. Mi lasciano perplesso le battaglie di tutti questi vip a favore della legge Zan, secondo me non l’hanno neppure letta. Agiscono in branco, come chi assale un inerme».

Quindi non ritiene un progresso le leggi anti-omofobia?
«Il progresso apre le opzioni, non le chiude. Chi brucia le statue di Churchill o Colombo, sostenendo che erano razzisti, agisce in base a logiche e istinti primitivi. Il mio motto è “siate quel che siete, ma non rompete i coglioni al prossimo”. Così peraltro si è anche più rispettati. I veri discriminati oggi sono gli eterosessuali e chi li difende; ormai sono una razza in estinzione. Tolleranza significa avere compassione di chi non è come te, e questo è un problema che hanno pure i gay».

Adesso esagera…
«Parlo dell’eterosessuale di una volta, quello capace per tutta la vita di rapporti sessuali ordinari, in grado di tener vivo il desiderio senza mezzi alternativi. Sa che oggi l’articolo più venduto nei shop è il fallo di gomma?».

Sono in aumento le lesbiche?
«No, sono in aumento i mariti che si fanno penetrare dalla moglie per movimentare la routine del rapporto di coppia dopo decenni di matrimonio. Ma a me non colpisce l’atto in sé ma il fatto che chi lo pratica si senta moderno per questo».

Non ci sono più le amanti per praticare l’alternativa?
«Ma il tradimento è sofferenza, le amanti sono destinate all’infelicità».

Il meetoo ci ha parlato di una realtà diversa, l’uomo che sottomette con la forza la donna, non quello che le si sottomette…
«La maggioranza degli uomini ragiona solo con il pisello e le donne sono capaci di ogni sortilegio. Conosce il detto “il diavolo ha i calzini rosa”? Nel meetoo si sono confuse vittime e arriviste; c’è chi è stata abusata e chi il giorno dopo te l’ha raccontata diversa».

Lei vuole dare scandalo…
«La violenza sulle donne esiste e va combattuta duramente, però non credo che le ragazze che andavano nell’appartamento di Alberto Genovese fossero tutte delle povere rincoglionite. Bisogna avere il coraggio di responsabilizzare le donne, che non significa colpevolizzarle né giustificare le violenze. Però bisogna anche smetterla di sindacare per anni su quanto gli uomini siano terribili».

Viviamo tempi di grande ipocrisia?
«C’è un’ipocrisia buona, che è quella degli anni Sessanta, un compromesso tra apparire ed essere che permetteva a ciascuno di celare un pezzo di verità e mantenere l’equilibrio sociale. E poi c’è l’ipocrisia di Harry, che si faceva fotografare vestito da naziskin e ora fa il mammo antirazzista alla corte di Meghan».

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