Esquivel racconta l’incontro con Francesco

Nel corso del colloquio, durato circa una mezz’ora nella Biblioteca privata, il Papa ha ricordato al connazionale il recente incontro con i rappresentanti delle altre religioni, chiamate tutte a lavorare per la pace nel mondo. “Ho visto bene Papa Francesco” ha sottolineato Pérez Esquivel che non lo vedeva da un anno “Il Papa deve ancora abituarsi a questa nuova condizione e al nuovo ritmo di lavoro ma l’ho visto molto deciso a portare avanti la sua missione”. Fra i temi trattati nel colloquio, anche un accenno all’arcivescovo di San Salvador mons. Oscar Romero, che domani verrà ricordato con una celebrazione eucaristica nella chiesa romana di S.Marcello al Corso alle 19, che il Papa ha definito profeta e martire della Chiesa.
I giornalisti hanno fatto domande al Premio Nobel sul rapporto fra Bergoglio e la dittatura argentina e Pérez Esquivel ha ribadito quanto affermato con forza nei giorni scorsi: “il Papa non è mai stato compromesso con la dittatura”. Fra i temi che secondo il premio Nobel per la pace sono più a cuore al Papa, “la situazione di povertà, di emarginazione e della fame nel mondo. Non ha scelto per caso il nome Francesco. Il suo nome è un programma di vita”. Conclude Pérez Esquivel: “La speranza è che il Papa possa fare molte cose per il mondo, è necessario che venga aiutato da un gruppo di persone che operano a fianco a fianco al Papa con le stesse idee. Credo che i primi segni che Francesco ha dato sono molto positivi: questo Papa è un pastore e come tale accompagna la vita del popolo”.