E i partiti politici dove li mettiamo? I dubbi dei cerimonieri pontifici
“E i partiti politici? Dove li mettiamo?” Era stata questa l’inaspettata domanda che si erano dovuti fare i cerimonieri della Casa Pontificia, alla morte di Papa Paolo VI. Perché sul “sagrato divenuto altare” avevano sempre preso posto le missioni estere, e mai c’erano stati rappresentanti dei partiti politici. Ma nel 1978, i rappresentanti del cosiddetto arco costituzionale vollero andare, creando un precedente nella gestione degli spazi del sagrato vaticano. Una storia che è attuale oggi, quando all’inizio del ministero petrino di Papa Francesco ci sono circa 132 delegazioni, tra capi di Stato e rappresentanze politiche. Una storia che Benny Lai ha ricostruito a fondo. Quando i partiti d’Italia chiesero di partecipare alla celebrazione funebre di Paolo VI, il collegio dei cardinali si trovò a dare un parere. Lo diede favorevole, nonostante Virgilio Noè, maestro delle cerimonie, avesse fatto notare che sul sagrato ci fosse posto solo per le missioni estere e che i partiti erano giuridicamente associazioni private. “Non c’è problema – risposero i cardinali – i giovani politici italiani si possono sedere dopo le missioni estere”.
Ma chi era nato il progetto? Benny Lai scrive che “favorito dalla Sede Vacante, in cui anche la tradizionale discrezione dei cardinali si appanna”, e “sfruttando l’amicizia con questo o quel monsignorino” riuscì a scoprire che l’iniziativa era nata in ambito socialista. Bettino Craxi, allora segretario del Psi, non poteva tollerare il rapporto epistolare avviato tra il vescovo Luigi Bettazzi ed Enrico Berlinguer. “I socialisti non sono da meno”, disse. Dichiarò che la lettera di Paolo VI ai brigatisti rossi per la liberazione di Aldo Moro corrispondeva alla posizione del Psi, si fece accompagnare dalla moglie a San Pietro una domenica ad ascoltare Paolo VI, e decise che il progetto di partecipare al funerale era da farsi. Anche perché – pensò – superava di molto il passo compiuto dalla Federazione Comunista Romana di affiggere manifesti in ricordo del Papa scomparso.
Ovviamente, gli altri partiti non stettero a guardare. “Se lo fanno i socialisti, anche noi dobbiamo esserci”, pensarono i comunisti. A ruota seguirono i liberali. E ovviamente i democristiani, e anche i repubblicani, unirono la loro richiesta a quella del Psi. I cardinali colsero la palla al balzo. Anche perché questo avrebbe alleggerito un po’ la tensione che si era accumulata tra Stato e Chiesa a causa dell’introduzione del divorzio e il relativo referendum. Ma soprattutto – aveva detto il card. Palazzini a Benny Lai – “Se nelle segreterie dei partiti si è pensato di compiere un passo rivolto al passato, l’ omaggio al pontefice scomparso, il calcolo è errato oltre che ingenuo. La presenza dei partiti, l’ impegno preso per il futuro è come l’ aver firmato una cambiale in bianco con il nuovo pontefice sia esso di pelle bianca o nera, parli italiano o puta caso tedesco”.