Numeri ufficiali Covid-19 del 25 aprile 2021. Festa di San Marco, l’Evangelista dell’unica vera Liberazione

Condividi su...
La Sardegna da Bianco a Rosso, vorrà pur dire qualcosa…

Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, ricordiamo che è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI.

I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi domenica 25 aprile 2021

Ricoverati con sintomi: 20.662 (-309) (-1,47%) [Al 32%]
In terapia intensiva: 2.862 (-32) (-1,11%) [con 114 nuovi ingressi del giorno] [*] [Superata la soglia di allarme del 30%, al 32%]
Deceduti: 119.238 (+217) (+0,18%)
Vaccinati [**] e percentuale sulla platea da vaccinare (aggiornato al 25 aprile 2021 ore 17:10): 5.187.303 (10,22% di una platea di 50.773.718 persone da vaccinare)

Dati aggiornati al 25 aprile 2021 ore 18:26. Fonte Agenas.

La soglia del 30% per le terapie intensive e del 40% per le aree non critiche è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020. Per area non critica si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.

[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**] Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose; oppure monodose). Vaccinazione in tempo reale: QUI.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 277 (-).

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Il punto della situazione a cura di Lab24

Un paio di considerazioni oggi su come i numeri, nel corso di un evento complesso come un’epidemia, non debbano essere sempre visti nello stesso modo, ma contestualizzati all’interno dello scenario complessivo in cui vengono generati.
La prima delle due, come abbiamo promesso ieri, riguarda le molte domande che ci sono arrivate sul calo delle terapie intensive, più lento di quanto accaduto in passato. Non si tratta di un effetto di una forma più grave della malattia, ma paradossalmente delle conseguenze di un aspetto migliorativo rispetto alle ondate precedenti: gli anziani, e soprattutto i cosiddetti grandi anziani, iniziano a essere protetti dal vaccino in grande quantità (l’81% degli over 80 è già vaccinato con almeno una dose). Per questo motivo nelle terapie intensive si presentano soggetti con un’età media inferiore rispetto al passato, e con una maggiore resistenza fisica: i tempi di ricovero sono molto più lunghi, mentre con la popolazione più anziana nel giro di pochi giorni o il paziente reagiva in modo positivo, oppure il peggioramento era rapido e conduceva spesso alla morte. Per lo stesso motivo in quest’ultima fase stiamo osservando un numero di decessi, per quanto inaccettabile, inferiore a fasi analoghe del passato.
WhatsApp Image 2021-04-25 at 16.16.48.jpeg
La seconda considerazione è relativa ai toni da apocalisse con cui vengono riportati i circa 340.000 contagi giornalieri in India: e, ad ottenere maggiore effetto, si aggiunge spesso “un milione in tre giorni”. Numeri che effettivamente, visti con la nostra lente di ingrandimento (viviamo in un Paese con 60 milioni di abitanti) sono impressionanti. Se però li rapportiamo non alla nostra percezione di quell’ordine di grandezza, ma al numero di abitanti dell’India (1 miliardo 400 milioni) vediamo che i contagi giornalieri colpiscono lo 0,024% della popolazione residente. Riferiti all’Italia, con un pari peso percentuale, diventano 14.640. Un numero molto vicino a quello con cui, lungi dall’essere in clima da apocalisse, stiamo tranquillamente procedendo alla riapertura del Paese e al ripristino delle zone gialle (Fonte Lab24.ilsole24ore.com/coronavirus).

Chi è vaccinato è al sicuro dal contagio? Come fare per capire se l’iniezione ha funzionato

Il test sierologico fa capire se si sono formati gli anticorpi contro il Covid, ma con alcuni caveat. Su una cosa però gli esperti sono d’accordo: chi si è immunizzato potrebbe eventualmente contagiarsi, ma molto raramente ha una malattia grave. Negli Stati Uniti i decessi dei vaccinati sono stati uno su un milione.
Fatto il vaccino, raggiunta la tranquillità? Contagiarsi dopo l’immunizzazione in realtà non è impossibile. Secondo i dati ufficiali la protezione dei due vaccini a Rna (Pfizer e Moderna) è del 95%, di AstraZeneca del 70% e di Johnson&Johnson del 66%. Come fa, chi ha ricevuto una di queste iniezioni, a sapere se ricade nella frazione fortunata? Il test sierologico è l’unica guida, ma non sempre basta ad avere una risposta certa (Fonte Elena Dusi – Repubblica.it, 25 aprile 2021).

“Inneggiano alla «liberazione» quelli con la museruola in faccia, l’ideologia nel cervello e l’odio nel cuore” (Cit.).

La schiavitù della Liberazione

Ogni anno, ogni 25 aprile, da una vita intera, penso all’immenso inganno della cosiddetta “Liberazione”.
E quante volte ne ho scritto su Facebook…
Ma mai come quest’anno questo inganno è assolutamente iperbolico, visto che siamo prigionieri di un governo totalitario e che per di più opera costantemente contro quella tanto venerata Costituzione nata proprio dalla tanto osannata “Liberazione”.
Domani le “masse” festeggiano la schiavitù della Liberazione, anziché la liberazione dalla Schiavitù. E manco lo capiscono.
Ovviamente con il plauso degli intellettuali di regime e del clero adorante il vitello d’oro.
Noi, come sempre, festeggiamo san Marco, evangelista dell’unica vera Liberazione (Massimo Viglione).

“È molto più difficile dire no che sì” (Mario Rigoni Stern)

«Eravamo numeri. Non più uomini. Il mio era 7943. Ero uno dei tanti. Mi avevano preso sulle montagne ai confini con l’Austria, mentre tentavo di arrivare a casa, dopo l’8 settembre del ’43. Ci portarono a piedi fino a Innsbruck e poi, dopo quattro o cinque giorni, ci caricarono sui treni e ci portarono in un territorio molto lontano, che a noi era sconosciuto, oltre la Polonia, vicino alla Lituania, nella Masuria, in un lager dove poco tempo prima erano morti migliaia di uomini; gli storici parlano di cinquanta-sessantamila russi. Erano prigionieri, morti di fame e di tifo. Noi andammo ad occupare le baracche che avevano lasciato libere, nello Stammlager 1-B.
Dopo quattro o cinque giorni, ci proposero di arruolarci nella repubblica di Salo, ossia di aderire all’Italia di Mussolini. Eravamo un gruppo di amici che avevano fatto la guerra in Albania e in Russia. Eravamo rimasti in pochi. Ci siamo messi davanti allo schieramento, e quando hanno detto “Alpini, fate un passo avanti, tornate a combattere!”, abbiamo fatto un passo indietro. Gli altri ci hanno seguito.
E fummo coperti d’insulti, di improperi. Avevamo visto cos’eravamo noi in guerra, in Francia prima, poi in Albania e in Russia. Avevamo capito di essere dalla parte del torto. Dopo quello che avevamo visto, non potevamo più essere alleati con i tedeschi. Perciò da allora fummo dei traditori. Fummo della gente che non voleva più combattere. E ci trattarono come tali. Nell’ordine dei lager venivamo subito dopo gli ebrei e gli slavi; noi che non eravamo nemmeno riconosciuti dalla Croce rossa internazionale. Ci chiamavano internati militari, ma eravamo prigionieri dentro i reticolati, con le mitragliatrici piazzate nelle torrette che ci seguivano ogni volta che ci spostavamo. Abbiamo resistito. Tanti di noi non sono tornati. Più di quarantamila nostri compagni sono morti in quei lager, durante la prigionia. Io ritornai nella primavera del 1945, a piedi, dall’Austria, dove ero fuggito dal mio ultimo campo di concentramento.
Arrivai a casa che pesavo poco più di cinquanta chili, pieno di fame e di febbre. E feci molta fatica a riprendere la vita normale. Non riuscivo nemmeno a sedermi a tavola con i miei, o a dormire nel mio letto. Ci vollero molti mesi per riavere la mia vita.
Avevamo dietro le spalle la Storia, che ci aveva aperto gli occhi su quello che eravamo noi e su quel che erano coloro i quali ci venivano indicati come nostri nemici. Quello che ci avevano insegnato nella nostra giovinezza era tutto sbagliato. Non bisognava credere, obbedire, combattere. E l’obbedienza non doveva essere cieca, pronta e assoluta. Avevamo imparato a dire no sui campi della guerra. È molto più difficile dire no che sì.
Ripeto spesso ai ragazzi che incontro: imparate a dire no alle lusinghe che avete intorno. Imparate a dire no a chi vuol farvi credere che la vita sia facile. Imparate a dire no a chiunque vuole proporvi cose che sono contro la vostra coscienza. È molto più difficile dire no che sì» (da “Mario Rigoni Stern. Vita, guerre, libri” di GM, Priuli & Verlucca, 2016 e “Mario Rigoni Stern. Il coraggio di dire no”, Einaudi).

Benedetta De Vito: Ora anche il Passaporto dell’Infamia fra le Regioni
Stilum Curiae, 25 aprile 2021

“Benedetta De Vito ci offre questa riflessione triste – ma legata a una speranza futura – sulla nostra situazione, sulla menzogna e sulle imposizioni illegittime sulla nostra libertà e la nostra vita” (Marco Tosatti).
Tutte le strade di questo piccolo mondo, dove in pellegrinaggio e in dono Suo viviamo, sono del Signore. Tutti i cammini, i sentieri, le vie, tutti i luoghi della terra appartengono a Lui, che ci ha costruiti così: una radice forte, tenace, indistruttibile nella terra dove siamo nati e dove siamo chiamati a portare la nostra personale Croce; una catena d’oro in cielo in forma di Santo Rosario che ci lega, grazie allo Spirito Santo, a Lui, alla Comunione dei Santi, al creato e ai fratelli che vivono nella Sua grazia.
Nel cuore, poi, tutti gli uomini, buoni e cattivi, portano scritta in cartiglio la Legge Eterna, che, perseguitata dal signore del Mondo che desidera lordarla, strapparla, invertirla, tentandoci, non cambia mai. La Legge Sua, dolcissima, fatta per dare la pace del cuore, è al di sopra di ogni legge umana.
Il Signore è Verità, Logos, Vita. Ed ecco perché, nello scrutare ciò che avviene secondo quanto sopra scritto, capisco, come lume acceso nelle tenebre, che tutto quanto sta avvenendo in quest’ultimo anno è storto, deviato, alla sequela della legge che non è legge, la quale si accende, come miraggio del deserto, sotto lo stregato arcobaleno di Satana, fatto dai media come il Mago di Oz costruiva il suo mondo di cartapesta.
Questa legge che non è legge, ma è legge  al contrario, che copre “i cieli aperti del Signore”  invita i migranti a spezzare la radice che li lega alla loro terra, inseguendo una impossibile felicità in deserti luoghi per la loro anima. A noi, impedisce di abitare la terra che è nostra, dove portiamo la Croce, e che nessun Drago può portarci via.
E tutti, invece di vivere in concordia nella diversità, vivono odiandosi in una supposta “inclusione”, che è invece color dell’odio. Ora, dal cappello a cilindro del buffone di Dio, che si chiama Satana, ecco che i nostri governanti hanno tirato fuori il “pass vaccinale”, la “carta verde” (dove il verde è colore della speranza) che, di fatto, impedirà la libera circolazione tra Regioni che sono tutte quante, per intero, la nostra Patria, quella per la quale, secondo la stessa storia che essi ci hanno imposto, sono morti i nostri antenati, rincorrendo le giubbe rosse di Garibaldi e gli schemi del Conte di Cavour.
Non ci sono confini tra Regioni e nessun governo, senza essere una dittatura feroce, può metterli. Tantomeno, con l’obbligo furbescamente velato dal dovere verso la società di iniettarsi un vaccino che non è un vaccino. Un “vaccino” che contiene linee fetali come “terreno di coltura” o che è stato sperimentato usando cellule di bambini abortiti. Un vaccino che contiene la morte della vita. La quale vita, appartiene solo al Signore, un vaccino costruito in pochi mesi e del quale siamo noi stessi le cavie.
Ora, dopo aver diviso le famiglie, i vicini di casa, gli amici, ecco che questo governo “di alto profilo” divide anche le Regioni e, in barba a tutte le dichiarazioni “europee” di apertura e di buttare giù ogni confine possibile e immaginabile, ci vorrà, invece, il passaporto dell’infamia per passare dal Lazio alla Sardegna o dal Molise alla Campania, come in Unione sovietica.
Ma bravi, bravissimi, e tutti i giornalisti ad applaudire come se fosse la trovata vincente contro il “nemico invisibile”. Mentre non è che la solita balordaggine del mondo al contrario e che fa sbellicare dalle risa Satana, il gran mentitore, il quale è quasi stufo della dabbenaggine del nostro triste popolo che adora il vaccino come fosse il Salvatore e salvatore non è. E prima arriva la green card, poi la stella gialla e poi, passetto dopo passetto, anche i campi di concentramento. Naturalmente per il nostro bene. Come nei romanzi distopici. E mi chiedo a che cosa sono servite tutte le celebrazioni dei vari stucchevoli, per me, giorni della memoria…Sì perché, secondo questo folle progetto io, se sto nella mia Regione, posso, casomai fossi senza saperlo positivo, infettare a destra e a manca. Ma guai a farlo in casa d’altri, perché andrei a pesare su una sanità regionale che non è la mia. Ma l’Italia non era unita?
E il governo dopo aver dato addosso ai bambini, portatori sani del virus, poi ai turisti, a chi torna dal Brasile o dall’Inghilterra, additando ogni volta l’untore di turno, ora punta l’indice contro il cattivone da punire che è chi non si vaccina. Le dittature, che seguono la finta legge di Satana, cercano sempre un nemico da additare ai “sudditi”. Prima il nemico era il virus, poi piano piano l’indice ha puntato i vari “reprobi”.
Chi osa uscire a fare quattro passi, chi vuol respirare l’aria di primavera (che è del Signore) e così via. Ora il nemico è chi non si vaccina. E così dagli all’untore, come durante la peste di Milano di manzoniana memoria. Come ho già scritto ma in certi casi repetita iuvant: dal pass vaccinale alla stella gialla sul bavero ci manca poco pochino e dalla stella gialla ai campi di concentramento ancora meno. E’ questo il futuro che vogliamo? Di qui, i “buoni” marchiati con il segno della Bestia che è il vaccino, di là i “cattivi”, quanti seguono e seguiranno, io per prima, la Legge Eterna del Signore e che dicono no alla finta legge degli uomini, burattini della scimmia di Dio.
Ma tutti gli italiani, poverini, storditi dal racconto del terrore (il genere horror che tanto piace e di cui sono piene le tv) che li inchioda davanti alle televisioni, facendoli sentire al sicuro seduti sul sofà, dietro alle assurde mascherine, divisi dai figli e dai nipoti (in eterna “quarantena fiduciaria”)  che possono essere pericolosi untori, pronti a denunciare i vicini di casa che festeggiano un compleanno, sembrano contenti di rinunciare alla loro libertà, come fatti zombie, e non vivono per non morire… Non ci sono più abbracci, né baci, si predica l’amore e l’inclusione, ma solo virtuale, visa Zum, e quindi falso. Tiè! Occhi smarriti che rincorrono il nulla, sbigottimento, paura. Sì, stringiamoci sotto la Croce del Signore, l’Amore non è amato, e noi in orazione perpetua affinché il Signore ci salvi. Si, stringiamoci sotto la Croce perché noi cristiani, cattolici romani, non abbiamo neppure un Pastore. Il nostro Pontefice, infatti, preferisce invitare in Vaticano (è una prossima conferenza) , Cindy Crawford, ex modella, ambasciatrice del gender, o Chelsea Clinton, che non trova niente di male ad augurare buon anno alla chiesa satanista d’America. E’, l’inclusione, che bello! Ma bene, benissimo E a noi, poveri cattolici, biechi tradizionalisti, Bergoglio ci ha riempiti di insulti e di contumelie, dandoci dei retrogradi al meno. La lista degli insulti è online… Soli, solissimi, stringiamoci sotto la Croce.
Intanto, senza pass vaccinale, senza meta, e senza futuro dalle coste africane arrivano altri ingannati da Satana, convinti dal sogno di trovar l’America (non spinti certo dalle carestie e dalle guerre…) di trovare qui il loro futuro che invece non può che essere, secondo la volontà del Signore, nella loro terra. Il Signore ha messo tutto in ordine. Terre per tutti, in ugual misura, terre belle e anche brutte, ma a ognuno la sua. Il Signore ama le differenze. Basta andare in un prato in primavera e osservar da vicino i fiori, le erbette, i trifogli, le ortiche e tutta la meraviglia che appare in una deliziosa diversità e ogni animale e anche le piante hanno i loro usi e costumi, proprio come noialtri. Cadrà la torre di Babele costruita nella menzogna che non c’è differenza tra uomo e donna, che tutti quanti siamo liquidi, nomadi, capaci di vivere al Polo come all’Equatore senza portarsi dietro la radice strappata che ci lega al Creatore e alla sua Dolce Legge eterna (Benedetta De Vito).

Dal Belgio

«Het nieuwe COVID-MB is gepubliceerd. Interessant in de preambule is deze nieuwe zin: “Overwegende dat moet worden vermeden dat nieuwe mutaties en varianten van het coronavirus die een invloed kunnen hebben op de werkzaamheid van de vaccins ontstaan of zich verspreiden; dat daarom nog steeds strikte regels noodzakelijk zijn om de verspreiding van het virus tegen te gaan; dat de maatregelen bijgevolg dienen te worden verlengd”. Dat lijkt me dus een programma voor de komende 20 jaar!» (Fernand Keuleneer @FKeuleneer – Twitter, 25 aprile 2021).

[È stato pubblicato il nuovo decreto ministeriale COVID. Interessante nel preambolo è questa nuova frase: “Considerando che è necessario evitare l’insorgenza o la diffusione di nuove mutazioni e varianti del coronavirus che possono influire sull’efficacia dei vaccini; che quindi sono ancora necessarie regole rigorose per prevenire la diffusione del virus e quindi le misure dovrebbero essere estese”. Quindi, questo mi sembra un programma per i prossimi 20 anni!]

“Notizia di Agenzia: COVID, ASSALTO AI PARCHI E IN CENTRO: ASSEMBRAMENTI A MILANO E A ROMA. Ma neanche l’agenzia Stefani, a proposito di #25aprile #ioil22nonlovoglio” (Nicola Porro @NicolaPorro – Twitter, 25 aprile 2021).

“Per aver sostenuto che i veri liberatori sono gli anglo-americani ho ricevuto persino minacce di morte. Accidenti, ho pensato, che linguaggio d’odio, poi mi sono ricordato che c’è un Ministro che ritiene la pandemia l’occasione per una nuova egemonia culturale della sinistra…” (Alberto ciapparoni @aciapparoni – Twitter, 25 aprile 2021).

151.11.48.50