“Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere” (Mt 7,20). Ognuno può dare solo quello che ha. “L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore” (Lc 6,45)
Ieri, 23 aprile 2021, nella festa di Sant’Adalberto di Praga, il patrono principale della Polonia, Padre Jarosław Cielecki è andato come ogni venerdì in missione per sollevare le persone che soffrono durante la pandemia. È la tredicesima settimana, che porta la croce di legno ogni settimana in un posto diverso, in una città diversa…
Si nota nelle parole, nella gesta, nelle attività di Padre Jarosław Cielecki che ha studiato alla Pontificia Università della Santa Croce. Qualche spruzzo di santità di San Josemaría gli è rimasto appiccicato addosso. «Nessuno dà ciò che non ha» (Solco, 927). «Alcuni non sanno nulla di Dio…, perché nessuno gliene ha parlato in termini comprensibili» (Solco, 941).
Padre Jarek è un esempio vivente di una verità fondamentale, che ha insegnato Don Luigi Giussani: Gesù è una presenza. «Non era per le discussioni che faceva, non era per le delucidazioni che dava, non era per il richiamo all’Antico Testamento che faceva; era perché costituiva una presenza carica di messaggio», che la gente andava dietro a Gesù. «Il messaggio non è un discorso: è una presenza, è una persona. È un modo di presenza di una persona». Perché risulti chiaro quello che intende, aggiunge: «È abbastanza facile osservare come l’annuncio recuperi la tradizione […]. Ricordate i due di Emmaus, una delle più belle pagine del Vangelo: ‘Mentre lo strano pellegrino ci spiegava i profeti, il nostro cuore si rianimava’. Dunque, l’annuncio cristiano è, sì, ‘un discorso’, ma ‘attraverso la presenza, legato alla presenza di una persona’. Il contenuto dell’annuncio cristiano ‘era la sua persona stessa, Cristo» (A. Savorana, Vita di don Giussani, Bur, Milano 2014, pp. 404-405).
Credettero per una presenza. Gesù è una presenza. Gesù è presente. Chi crede in lui lo rende presente. Non ci credi che esiste, perché non lo vedi? Anche l’aria non si vede e comunque c’è. E senza l’aria non si vive. Senza Gesù – che è la Via, la Verità e la Vita – non si vive. Questo è il messaggio che porta Padre Jarek quando va in giro il venerdì con la Croce di Gesù nei luoghi dove la gente si trova.
Ho voluto iniziare questa volta la cronaca settimanale dell’evangelizzazione con la Croce del venerdì di Padre Jarek con queste riflessioni, che spiegano in modo semplice cosa fa, come lo fa e perché lo fa. L’insegnamento di San Josemaría Escrivá sta portando frutta. Dai frutti si riconosce l’albero.
“Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere” (Mt 7,16-20).
“Non c’è albero buono che faccia frutti cattivi, né albero cattivo che faccia frutti buoni. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo. L’uomo buono trae fuori il bene dal buon tesoro del suo cuore; l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male, perché la bocca parla dalla pienezza del cuore” (Lc 6,43-45).
Ieri, come ogni venerdì da tredici settimane, nella festa di Sant’Adalberto di Praga, Padre Jarek è andato in missione per sollevare le persone che soffrivano durante la pandemia. Święty Wojciech in polacco (Libice, 956 circa – Tenkitten, 23 aprile 997) è il principale patrono della Polonia, nonché patrono della Boemia, della Lituania, della Prussia e dell’Ungheria. fu ucciso mentre tentava di convertire le tribù baltiche della Prussia al Cristianesimo.
Questa volta Padre Jarek è andato a Sandomierz. Nonostante il bel tempo la Città reale è deserta. Sandomierz è il punto di partenza, dalla Chiesa di San Jacopo, del Cammino di Piccola Polonia. La città fu fondata nel Medioevo durante il regno della dinastia Piast. Nel XII secolo, Sandomierz era una delle tre principali città del Regno di Polonia, accanto a Cracovia e Breslavia. Sandomierz era una città reale nella Corona del Regno di Polonia e per centinaia di anni la capitale del voivodato di Sandomierz, la parte storica di Piccola Polonia. La Città è inoltre nota per l’Accordo di Sandomierz, firmato il 14 aprile 1570 tra le tre confessioni protestanti polacche: luterani, calvinisti e Fratelli Boemi.
“C’era molta amarezza e dolore nelle conversazioni”, dice Padre Jarek. “Tutti concordano sul fatto che non si possa più vivere così… Sono stanchi della pandemia. Tuttavia, come mi hanno detto, tali incontri, colloqui, preghiere insieme e benedizioni sono incoraggianti”.
Perciò dobbiamo pregare incessantemente il Signore, specialmente nel prossimo mese di maggio per intercessione della Madre di Dio, tradizionalmente dedicata a lei, secondo l’esortazione di Papa Francesco a tutti i santuari mariani del mondo di essere promotori presso i fedeli, le famiglie e le comunità della recita del Santo Rosario per invocare la fine della pandemia. Già lo scorso anno il Santo Padre aveva invitato le famiglie a dedicare la recita del Santo Rosario nel tradizionale mese mariano per sconfiggere, con le armi della fede, il flagello dell’epidemia. Ce lo ricorda di nuovo per quest’anno a noi, gente di poca fede [QUI].
Tutte le persone che incontra ogni venerdì, Padre Jarek raccomanda sempre a Dio durante la Santa Messa che celebra ogni giorno a Florencja vicino Iłża, alle ore 19.00 in italiano e alle ore 20.00 in polacco, tramesse in video streaming da Charbel TV.
Postscriptum
“«Non si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli». E, al termine del suo passaggio sulla terra, comanda: «Euntes, docete» andate e insegnate. Vuole che la sua luce brilli nella condotta e nelle parole dei suoi discepoli, te compreso” (San Josemaría Escrivá, Solco, 930).
Questo alla riflessione di coloro che mi dicono, che non si deve fare vedere e comunicare le buone opere che si fanno.
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