Papa Francesco e la Chiesa vista da sud

Dopo l’elezione del card. Bergoglio sul soglio pontificio con il nome di papa Francesco, c’è stato un vero profluvio di ringraziamenti da tutto il mondo, soprattutto da parte degli emigranti italiani, come ha ricordato il direttore generale della Fondazione Migrantes, mons. Giancarlo Perego: “Il mondo dell’emigrazione italiana, soprattutto in America latina, un mondo di poveri, provenienti soprattutto dalle colline e dalle pianure del Nord Italia alla fine dell’800, hanno regalato alla Chiesa il nuovo Papa Francesco. La famiglia Bergoglio era emigrata dal Piemonte, dall’astigiano, negli ultimi decenni dell’Ottocento. Una emigrazione, quella piemontese che ha messo in cammino 2.000.000 di persone che sono diventate, con gli oriundi, oltre 6.000.000 di persone. La maggior parte degli oriundi piemontesi, 3.000.000, sono proprio presenti in Argentina, in questa nazione latino americana che è diventata l’altra Italia per molti emigranti. L’elezione di Papa Bergoglio diventa un motivo in più per guardare alle migrazioni come una ‘risorsa’, un luogo teologico, un segno dei tempi attraverso il quale la famiglia umana si riconosce e si rinnova. Papa Francesco, figlio di emigranti, ci aiuterà a leggere in profondità ‘un fenomeno straordinario del nostro tempo’, come ricordava Benedetto XVI nell’enciclica ‘Caritas in veritate’, con i suoi drammi e le sue speranze”.
Intanto il Forum internazionale di Azione Cattolica (Fiac) ha fatto giungere al Santo Padre Francesco il suo saluto filiale e tutta la sua gioia in questo tempo provvidenziale per la Chiesa ricordando le parole che il cardinale Jorge Mario Bergoglio ha rivolto all’Azione cattolica argentina in occasione dell’80° anniversario della sua presenza associativa nel Paese, attraverso il presidente dell’Azione Cattolica argentina: “Il Fiac offre al Santo Padre la sua disponibilità ad essere evangelizzatori nei vari paesi in cui siamo presenti, arrivando alle periferie esistenziali e assumendo con umiltà la tensione laicale, nella certezza che Gesù ci accompagna sempre”.
Il presidente delle ACLI, Gianni Bottalico, ha confermato la fedeltà nella preghiera e nell’attenzione al suo Magistero: “La figura del Papa non è per noi quella di un sovrano assoluto, ma piuttosto quella di un Padre, di un Pastore e di un Maestro che, ponendosi alla sequela di Gesù nel solco maestoso tracciato 50 anni fa dal Concilio Vaticano II, guida e conferma nella fede i suoi fratelli sulle difficili strade del mondo di oggi. Dopo il gesto di libertà e di amore compiuto da papa Benedetto XVI, l’elezione del card. Bergoglio dimostra la continuità della fede che il Vescovo di Roma e Successore di Pietro è chiamato a trasmettere presiedendo all’universale carità. Il cognome italiano (la sua famiglia è di origini piemontesi) e la scelta del nome del grande santo di Assisi, patrono d’Italia, unisce idealmente i cattolici del Vecchio Continente a quelli del continente americano, nel momento in cui è stato scelto un papa extra europeo. Noi sappiamo che l’ex arcivescovo di Buenos Aires, primo gesuita nella storia a divenire pontefice, ha manifestato una particolare sensibilità per la giustizia sociale e per il riscatto dei ceti più poveri: dalla crisi argentina ora tale sensibilità è chiamato ad esprimerla sui problemi posti dalla crisi globale”.
Il Superiore Generale della Compagnia dei Gesuiti, padre Adolfo Nicolás, ha ringraziato Dio per l’elezione del nuovo Papa, che apre per la Chiesa una tappa piena di speranza: “Tutti noi gesuiti accompagniamo con la preghiera questo nostro fratello e lo ringraziamo per la sua generosità nell’accettare la responsabilità di guidare la Chiesa in un momento cruciale. Il nome ‘Francesco’, con il quale sarà chiamato d’ora in avanti, evoca il suo spirito evangelico della vicinanza ai poveri, la sua identificazione con la gente semplice e il suo impegno nel rinnovo della Chiesa. Dal primo momento in cui si è presentato davanti al popolo di Dio ha dato testimonianza in modo visibile della sua semplicità, umiltà, esperienza pastorale e profondità spirituale”.
Mentre il direttore, Stefano Femminis, della rivista missionaria dei Gesuiti, ‘Popoli’, parla della novità del nome: “Anche la scelta del nome va nella linea della novità. A questo proposito ci piace sottolineare che, se è indubbio e profetico il riferimento a Francesco di Assisi, a partire dallo stile di vita del nuovo pontefice, non è da escludere che il Papa gesuita abbia voluto riferirsi anche alla figura di Francesco Saverio: tra i primi compagni di Ignazio di Loyola (fondatore della Compagnia di Gesù), patrono delle missioni, pioniere dell’evangelizzazione in Asia, Francesco Saverio è stato un esempio straordinario di quella capacità di ‘stare sulle frontiere’, geografiche, ma anche e soprattutto culturali, quanto mai necessaria all’annuncio del Vangelo nel mondo post-moderno”.
In Argentina è forte la comunità italiana: piemontesi, veneti ed anche marchigiani. A Puerto Madryn, in Patagonia, vive don Alberico Capitani, sacerdote ‘Fidei donum’ della diocesi di Macerata: “Qui si respira un aria di festa. L’argentina ha qualcosa di bello per il mondo: una persona è anche il frutto delle persone che lo circondano, il frutto della comunità. Penso che il nome possa significare tutto un programma di vita personale e per la chiesa: semplicità, povertà e vicinanza ai poveri. Presentarsi come vescovo di Roma, mi sembra che voglia dire vivere nella comunità il ministero dell’unità, rappresentato più che da una persona, da una comunità, che no esclude la persona del vescovo, e poi chiedere la benedizione del popolo e chiamare la chiesa popolo di Dio in cammino mi sembrano cose semplici ma profetiche… Ha vissuto con semplicità vicino ai poveri e spesso la sua voce é stato in contrasto con le scelte politiche attuali facendosi portavoce dei deboli, e degli indifesi”.
E la comunità dei ‘Marchigiani di Santa Fè’, 400.000 abitanti a nord-ovest di Buenos Aires, ha espresso la propria gioia per l’elezione di papa Francesco: “Siamo contenti che il cardinale Jorge Bergoglio, una delle tante persone che lotta in Argentina contra la corruzione, contra la povertà, sia il nuovo Pontefice e che porterà il nome del più grande Santo del cristianesimo, Francesco, un uomo semplice e umile che ha dato la sua vita per gli altri. Vogliamo condividere la nostra gioia con gli amici delle Marche. In Argentina, da molti anni, i poveri, gli ammalati, sempre hanno trovato nelle parole e nella compagnia del Cardinale Jorge Bergoglio la speranza, la gioia della presenza d´un sacerdote buono, umile di cuore, un pastore che non dimentica il suo gregge, che soprattutto ascolta sempre con attenzione le persone. Lo dimostra il fatto che come suo primo atto, Papa Francesco si sia inchinato per ricevere la preghiera del popolo”.