Piemonte: anche i vescovi contro le modifiche della legge sull’azzardo
“In questi giorni il Consiglio Regionale del Piemonte è impegnato nella discussione di proposte di legge sul delicato tema del gioco di azzardo patologico. Fin dai primi anni 2010 le Chiese Locali della nostra Regione Ecclesiastica sono state fortemente interpellate dalla questione e dalle molteplici conseguenze (nella maggior parte dei casi negative) che sia la dimensione ludopatica che quella più tenue di una abitudine reiterata al gioco portano alle persone e alle famiglie”.
Dopo la presa di posizione delle associazioni piemontesi contro le modifiche della legge regionale per combattere il gioco d’azzardo anche i vescovi hanno chiesto che non si cambi tale legge, perché l’azzardo è un fenomeno diffuso: “Purtroppo, non si tratta quasi mai di fenomeni transitori, di lieve entità, facilmente superabili: incidono profondamente sulla vita ordinaria, sulle relazioni, sulla vita sociale, spesso sulla sopravvivenza dignitosa.
In tempi di forte crisi come gli attuali il ricorso al gioco è attività presente e, talora, in aumento grazie anche alla possibilità dell’utilizzo degli strumenti informatici”.
Le regole attuali hanno già ridotto la ludopatia in Piemonte, come hanno sostenuto gli Ordini dei medici e degli psicologi che spiegano come la legge in vigore nel 2017-2019, abbia portato a ‘una riduzione del 20% di persone colpite da ludopatia’.
Ma anche numeri forniti da Caritas e da Fondazioni Antiusura sottolineano che il ricorso al gioco è attività presente ed in aumento grazie anche alla possibilità dell’utilizzo degli strumenti informatici soprattutto rispetto a fasce di popolazione anziana, ma sempre più anche di giovani o di persone a basso reddito o in grave emarginazione:
“L’esperienza e l’attività socio-pastorale delle commissioni regionali Caritas, Pastorale della Salute e Pastorale Sociale e del Lavoro induce a rinnovare la richiesta di mantenere ed accrescere un insieme di attenzioni educative e di sviluppo, garantito da un buon modello legislativo, capace di sostenere e proteggere i soggetti più facilmente esposti all’inganno dell’azzardo, di costruire reti comunitarie che superino la solitudine delle persone, di indirizzare le scelte collettive verso il rispetto pieno della dignità delle persone che il gioco spesso non consente”.
In situazioni di forte crisi del comparto economico ma anche di grandi opportunità di rilancio riteniamo utile concentrarsi congiuntamente sulla protezione delle fasce a rischio e sulla promozione di forme alternative di lavoro che possano assorbire gli operatori del comparto convertendone gli obiettivi economici senza metterli in contrasto con quelli etici e sociali”.
Proprio il lavoro è il centro del documento dei vescovi, che chiedono di non modificare la legge: “L’esperienza e l’attività socio-pastorale delle commissioni regionali Caritas, Pastorale della Salute e Pastorale Sociale e del Lavoro induce a rinnovare la richiesta di mantenere ed accrescere un insieme di attenzioni educative e di sviluppo, garantito da un buon modello legislativo, capace di sostenere e proteggere i soggetti più facilmente esposti all’inganno dell’azzardo, di costruire reti comunitarie che superino la solitudine delle persone, di indirizzare le scelte collettive verso il rispetto pieno della dignità delle persone che il gioco spesso non consente”.
Per questo è necessario tutelarle fasce più deboli: “In situazioni di forte crisi del comparto economico ma anche di grandi opportunità di rilancio riteniamo utile concentrarsi congiuntamente sulla protezione delle fasce a rischio e sulla promozione di forme alternative di lavoro che possano assorbire gli operatori del comparto convertendone gli obiettivi economici senza metterli in contrasto con quelli etici e sociali”.
L’esperienza e l’attività socio-pastorale delle commissioni regionali Caritas, Pastorale della Salute e Pastorale Sociale e del Lavoro induce a rinnovare la richiesta di mantenere ed accrescere un insieme di attenzioni educative e di sviluppo, garantito da un buon modello legislativo, capace di sostenere e proteggere i soggetti più facilmente esposti all’inganno dell’azzardo, di costruire reti comunitarie che superino la solitudine delle persone, di indirizzare le scelte collettive verso il rispetto pieno della dignità delle persone che il gioco spesso non consente”.