La Guardia Svizzera e il Conclave: un protagonista racconta

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Durante la Sede Vacante che fanno le Guardie Svizzere? É una di quelle domande che si fanno sottovoce, ma che suscitano grande curiosità. Siamo abituati a vederli nelle loro storiche uniformi a fianco al Papa, nelle celebrazioni solenni, oppure discretamente in borghese come efficiente “scorta” del Santo Padre e dei suoi appartamenti. Ma se il Papa non c’è? Il regolamento e il giuramento li vuole al servizio del Collegio dei Cardinali e del Camerlengo. Ma sono tanti i compiti di una guardia in “sede vacante”. A raccontarli, ripercorrendo i giorni della Sede Vacante del 2005 è il sergente in congedo Christian Richard, che della Guardia ha studiato a lungo la storia. Quella che ci racconta però è la sua personale testimonianza di quell’aprile del 2005.

Iniziamo dall’11 aprile, dopo il periodo di Novendiali per il riposo eterno di Giovanni Paolo II. Come è iniziata la giornata?

All’inzio della mattina il Comandante e il Sergente Maggiore hanno effettuato un giro completo del perimetro del Conclave per determinare i punti di guardia che devono essere occupati in questo periodo. Dalle 13h50 sono stato in servizio davanti all’appartamento del Papa nel momento della chiusura. La porta è stata chiusa a chiave e l’avvocato della Camera Apostolica ha messo i sigilli della Sede Vacante.

Ma nel palazzo ci sono comunque dei lavori da fare?

Per diversi giorni, i servizi tecnici del Governatorato e la Floreria Apostolica sono impegnati ad allestire la Cappella Sistina. Invece i Vigili del Fuoco Vaticano devono sistemare sul tetto della Sistina il tubo del camino che annuncerà al mondo intero l’elezione del nuovo Pontefice, con la “fumata bianca”.

Durante tutto questo periodo, il servizio delle guardie è rinforzato e il palazzo è chiuso a qualsiasi visita.

Il sabato 16 aprile,poi noi della Guardia abbiamo accompagnato dei giornalisti a visitare l’allestimento della Cappella Sistina, con le stufe, il palco e i banchi per i cardinali.

Per questo Conclave c’è stata una novità, invece di una stufa, c’eranno due. La prima più antica con le date dei conclavi dal 1939 al 1978, per brucciare le schede. La seconda, elettrica, serviva a migliorare l’uscita dal fumo di colore (bianco o nero) con dei fumogeni.

E poi domenica, il giorno prima dell’inizio del Conclave?

Dalle 10.30 tutto il perimetro del Conclave è stato sigillato, in presenza dei prelati della Casa Pontificia, della Camera Apostolica e dell’Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche, insieme al commandante della Guardia Svizzera Pontificia.

Per la storia: prima della fine degli Stati Pontifici, nel 1870, questo “giro di chiusura”, era presidiato dal maresciallo del conclave, che faceva il giro del perimetro, a cavallo. Il maresciallo offriva un cavallo al commandante della Guardia Svizzera, che aveva il privilegio di accompagnarlo, per controllarne l’effetiva chiusura.

Poi la Guardia svizzera ha iniziato il servizio di rinforzo come stabilito. Da quel momento e fino alla elezione del nuovo successore di Pietro, questa zona è diventata interdetta per tutte le persone esterne al Conclave. E per “zona interdetta” si intende tutti i luoghi di passaggio dei cardinali. Per la prima volta infatti i cardinali non erano sistemati nel Palazzo Apostolico, ma dormivano nel palazzo di Santa Marta.

Poi arriva il giorno dell’inzio del Conclave, come è cominciata la mattinata?

Ho svolto il mio servizio nella Basilica di San Pietro per la Messa Pro Eligendo Romano Pontifice celebrata dal Decano e da tutti i cardinali. Alle 16.30 il mondo intero ha seguito in diretta la processione dei Cardinali che entravano nella Cappella Sistina. Davanti alla porta un picchetto di guardie ha reso loro gli onori fino a che la porta non si è chiusa.

Le guardie assolutamente indispensabili al servizio sono rimaste nel perimetro del Conclave. Tutti gli altri posti di guardia erano all’esterno delle porte sigillate per impedire l’accesso.

Durante le fasce orarie previste per gli scrutinii le guardie libere dal servizio sono state consegnate in caserma con l’ordine di tenere pronta l’uniforme per poterla indossare in meno di 15 minuti.

E poi alla fumata bianca che succede?

La Guardia Svizzera esce sulla Piazza San Pietro scortando la bandiere ufficiale del Vaticano per presentare gli onori al nuovo Pontefice.

La sera, poco dopo l’inzio del mio turno di servizio, c’è stata la prima fumata, all’inizio un pò chiara e timida poi nera e densa. Non era ancora stato eletto il Papa. Allora il comandante ha tolto il divieto di uscita per le guardie fino all’indomani mattina.

Poi arriva il giorno della elezione di Benedetto XVI. Cosa ricorda di quella giornata?

La mattina quando gli Elettori sono tornati in Sistina le guardie sono di nuovo state consegnate nel Quartiere. Nel pomeriggio ecco la fumata bianca e poi le campane a distesa che annunciano che il 265esimo successore di San Pietro è stato eletto. A qual punto in caserma c’è stato un vero “tumulto da battaglia”. Nello stesso istante in cui il primo dei cardinali diacono annunciava il nuovo Papa, il picchetto della Guardia Svizzera usciva sulla Piazza. Solo dopo i fedeli avrebbero scoperto che il nuovo Papa era il cardinale Joseph Ratzinger. Allora Benedetto XVI ha pronunciato le parole cariche di emozione e dato la sua prima benedizione Urbi et Orbi.

Dopo la benedizione insieme all’ufficiale di servizio abbiamo reso accessibili tutte le porte del Palazzo rompendo i sigilli del Conclave.

Il nuovo Papa non si è recato nell’Appartamento del Palazzo Apostolico, ma è tornato a Santa Marta per cenare con tutti i cardinali. La prima notte da Papa l’ha trascorsa nella sua stanza da cardinale e solo la sera dopo si è trasferito nell’Appartamento del Papa eletto. La stanza 201.

Due sottufficiali in boghese sono stati di guardia 24 ore su 24 davanti alla porta della sua stanza. Io sono stato in servizio da mezzanotte alle 4.00.

E la mattina dopo?

Ero in servizio alla Cappella Sistina per la prima messa del nuovo Papa. La partecipazione era riservata ai soli Cardinali Elettori e al personale ausiliare del Conclave. La nostra funzione, insieme all’ufficiale di servizio, era soprattutto quella di rappresentare la Guardia Svizzera. Durante la celebrazione ci è stato concesso l’onore di ricevere la comunione dalle mani del Papa.

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