L’ A B C del Conclave

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“A” come “americani”, “B” come “Briefing”, “C” come “Cappella Sistina” : è l’“Abc” del Conclave 2013, ufficialmente al via martedì 12 marzo, dopo otto giorni di Congregazioni generali.

“A” come “americani”: i porporati d’oltreoceano hanno dominato la scena nei primi giorni di sede vacante. Qualcuno di loro è indicato come “papabile”. Esuberanti e organizzatissimi sbarcano a Roma con tanto di ufficio stampa al Collegio Nordamericano, sul Gianicolo: incontri quotidiani, interviste, dichiarazioni. Salvo essere richiamati a un più cardinalizio aplomb.

“B” come “briefing”, quelli quotidiani di padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede. È da lì che si attingono i principali contenuti sul tavolo del pre-conclave. Libero dalle strette maglie della Segreteria di Stato e dalla presidenza del Ctv, ha potuto gestire in autonomia e senza imbarazzi il rapporto con i giornalisti. Sciolto, con punte di humor.

 

 

“C” come “Cappella sistina”: Per la 25esima volta ospita il Conclave. Dalle 13 del 5 marzo e fino a data da destinarsi le sue porte sono chiuse a fedeli e pellegrini. L’allestimento per il Conclave prevede il rialzo del pavimento (una struttura in legno coperta da un panno beige, a 50-60 centimetri da terra e in linea con il secondo gradino dell’altare), 115 sedie di ciliegio, una per ciascun cardinale elettore, e dodici tavoli di legno grezzo coperti da un panno beige e satin bordeaux. Davanti all’altare, sotto il Giudizio Universale, un tavolo per l’urna e un leggio con il Vangelo.

“D” come “Domus Sanctae Marthae”: È la residenza, all’interno delle mura leonine, che ospita i cardinali elettori per tutto il tempo del Conclave. Le stanze vengono assegnate con estrazione a sorte. La suite, solitamente riservata agli ospiti più importanti, è pronta per accogliere il nuovo Papa nelle prime settimane dopo l’elezione, visto che l’appartamento al terzo piano del Palazzo apostolico dovrà essere rinfrescato.

“E” come “extra omnes”: con queste parole il Maestro delle Celebrazioni liturgiche ordina l’uscita dalla Cappella Sistina di tutti coloro che non siano chiamati a votare il nuovo Papa. Dopo queste parole rimangono all’interno solo i cardinali elettori e si svolgono le operazioni di voto. Nel primo giorno viene prima predicata una meditazione.

“F” come “fumata”: Quando è bianca è il segno che indica l’avvenuta elezione del Papa. Solitamente si ha una fumata a fine mattina (dopo due scrutini) e una a fine pomeriggio (dopo due scrutini), a meno che l’elezione non avvenga nella prima o nella terza votazione: in quel caso si ha la fumata (bianca) a metà mattina o a metà pomeriggio. La fumata bianca veniva un tempo ottenuta aggiungendo paglia, oggi si usano fumogeni.

“G” come “giuramento”: sono chiamati a prestarlo tutti i partecipanti al Conclave. Gli addetti – sia religiosi sia laici – giurano alla vigilia, impegnandosi  mantenere uno “stretto segreto”, pena la scomunica. I cardinali giurano in Sistina, all’inizio del Conclave. Uno alla volta pronunciano la formula “Ed io N. Cardinale N. prometto, mi obbligo e giuro (e, ponendo la mano sopra il Vangelo, aggiungeranno): Così Dio mi aiuti e questi Santi Evangeli che tocco con la mia mano”. Ogni cardinale dovrà poi recitare la formula quando depone la scheda nell’urna: “Chiamo a testimone Cristo Signore, il quale mi giudicherà, che il mio voto è dato a colui che, secondo Dio, ritengo debba essere eletto”.

“H” come “Habemus papam”: A proclamare le celebri parole con cui viene annunciata ai fedeli l’elezione del Papa è il cardinale protodiacono, ovvero il primo, secondo l’ordine di precedenza, dei cardinali dell’ordine dei diaconi. In questa occasione, il cardinale Tauran. La formula che pronuncia dalal loggia centrale della Basilica Vaticana è: “Nuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam, eminentissimum ac reverendissimum dominum XXX, sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem XXX, qui sibi nomen imposuit XXX”.

“I” come interventi: sono stati 161 nel corso delle dieci Congregazioni generali, da tutti i continenti e su vari temi: dalla gestione della Curia, al rapporto con gli episcopati, dall’ecumenismo alla nuova evangelizzazione, dal profilo del nuovo pontefice ai recenti leaks riguardanti la Santa Sede. Alcuni commentatori hanno osservato che più che un Conclave, sembrava un Sinodo.

“L” come “Latino”: È la lingua ufficiale e “internazionale” della Chiesa. Viene usata nelle liturgie della Sede Vacante ma anche nelle votazioni. Sono in latino le scritte sui moderni sistemi di votazione dell’Aula Sinodale, così come le scritte sulle schede elettorali. Sono in latino i giuramenti, e anche l’annuncio del nuovo Papa. Anche il nome del nuovo Pontefice viene tradotto in latino (ma non il cognome).

“M” come “Media”: Immancabili. Hanno preso d’assalto San Pietro e dintorni, con gli occhi delle telecamere fissi notte e giorno sul Vaticano e i cardinali. La sala stampa ha reso noto che sono 5.600 i giornalisti accreditati da tutto il mondo (circa 60 le lingue di copertura) – tra cui televisioni, radio, fotografi, carta stampata, riviste online -. Un apposito media centre è stato allestito all’interno delle Mura leonine, tra la casa “Dono di Maria” delle suore di Madre Teresa e l’Aula Paolo VI.

“N” come “Nome”: Una volta eletto, il Papa deve scegliere il nome con cui da quel momento sarà chiamato. Il primo caso di cambio del nome fu nel 533, poiché l’eletto portava il nome di un dio pagano, e divenne prassi a partire dalla metà del XVI secolo. Nessuno si è chiamato Pietro, in omaggio al principe degli apostoli, mentre Giovanni Paolo I è stato il primo a usare un nome nuovo dopo oltre mille anni. Il nome più gettonato è Giovanni (23), seguito da Gregorio e Benedetto (16), quindi Clemente (14), Innocenzo e Leone (13) e Pio (12).

“O” come “ottanta”: è l’età che segna la separazione tra cardinal elettori e cardinali non elettori. Si prende come riferimento la data d’inizio della Sede vacante, in questo caso il 28 febbraio. Chi ha compiuto 80 anni prima di quel giorno, come il cardinale ucraino Lubomyr Husar (26 febbraio) non entrerà in Sistina, mentre chi li ha compiuti dopo, anche se pochi giorni come il cardinale Walter Kasper (5 marzo) ha diritto di votare.

“P” come “Pro eligendo”: così viene chiamata ogni Messa che in periodo di Sede vacante viene celebrata con l’intenzione di pregare per l’elezione del nuovo Papa. La Messa “Pro eligendo Pontifice” per antonomasia è quella che apre il Conclave.

“Q” come “Quorum”: quello necessario per l’elezione del Papa è di due terzi dei cardinali elettori effettivamente partecipanti all’elezione (in questo caso 77 voti su 115). Nel corso della storia dei Conclavi la soglia è stata più volte modificata. Nella Costituzione “Universi Dominici gregis” del 1996, che regola attualmente l’elezione del Papa, essa viene fissata in due terzi, fino al 34esimo scrutinio, dopodiché si procede al ballottaggio a maggioranza qualificata. Benedetto XVI ha modificato tale disposizione nel 2007 prevedendo che anche al ballottaggio siano necessari almeno i due terzi dei voti.

“R” come “rinuncia”: I cardinali elettori possono rinunciare a partecipare al Conclave – che è loro diritto e dovere – in caso di motivazioni gravi, che devono essere accertate e accettate dal Collegio cardinalizio riunito nelle Congregazioni generali. Sono due i porporati che hanno rinunciato: l’indonesiano Julius Darmaatmadja per motivi di salute, e lo scozzese Keith O’Brien, che ha pubblicamente ammesso comportamenti sessuali non idonei al suo stato. Entrambe le rinunce sono state accettate.

“S” come “Scherer, Schonborn, Scola”: Partono favoriti per l’elezione. Soprattutto – stando alle cronache – l’arcivescovo di Milano e quello di San Paolo. Il domenicano austriaco potrebbe giocare come outsider in caso di stallo. Quanto al primo, è molto vicino a Ratzinger, cui lo lega un rapporto 40ennale, e si porrebbe nel segno della continuità della sua azione. Figura di spicco dal punto di vista teologico, si è dimostrato anche un buon organizzatore e promotore di iniziative culturali di ampio respiro, anche ecumenico. Il brasiliano (di origini tedesche) è considerato un pragmatico e un buon organizzatore. L’età, 63 anni, lo aiuta. Ha esperienza in Curia, dove ha lavorato per sette anni alla Congregazione per i vescovi. È considerato “ortodosso” quanto alla posizione dottrinale, e ha saputo ben gestire il rapporto con la teologia della liberazione.

“T” come “Trasporti”: Se il trasferimento da Santa Marta alla Sistina può essere effettuato con i pullmini o a piedi, sono vari i mezzi di trasporto scelti dai cardinali per fare la spola tra le loro residenze e il Vaticano nei giorni delle Congregazioni generali. Molti dei più vicini sono giunti a piedi, mentre quelli più lontani hanno scelto l’auto – molte utilitarie, condotte magari dal segretario -. C’è chi si è unito, come i brasiliani o gli americani, che avevano un pulmino a disposizione per i trasferimenti. Qualcuno ha usato il taxi. I “papabili” hanno scelto la discrezione, e quindi l’auto. Il più originale è stato il francese Barbarin, che si è presentato in bici, ma si sa che in patria ne fa molto uso anche il filippino Tagle, mentre l’argentino Bergolio si sposta con autobus e metro.

“U” come “Urne” – Sono tre quelle previste per la votazione del Papa, realizzate per il Conclave del 2005 secondo le indicazioni della Costituzione apostolica. Nella prima vengono inserite le schede, attraverso un piatto che sovrasta l’urna stessa. La seconda – per gli infermi – viene utilizzata in caso di cardinali impediti per malattia ad allontanarsi dalla propria stanza; la terza raccoglie le schede dopo lo scrutinio, prima che vengano bruciate.  Realizzate in argento e bronzo, le urne sono decorate con sculture che legate a due simbologie: quella del pastore e del gregge e quella dell’eucaristia, simboleggiata dall’uva e dalle spighe.

“V” come “Veleni” – Non mancano mai quando si parla di Chiesa. E sono tornati a scorrere, soprattutto fuori dall’Aula. Dagli abusi sessuali al cosiddetto Vatileaks, allo Ior, gli scandali che hanno toccato da vicino la Curia sono stati minuziosamente riproposti. Se ne è parlato anche tra i cardinali – sia nelle sessioni comuni sia privatamente -. Sono elementi che aiutano al discernimento, ma a detta di tutti i porporati non saranno questi ad avere l’ultima parola sulla scelta. Al prossimo Papa i dossier.

“Z” come “Zona del conclave”: È l’area off limits accessibile solo ai cardinali elettori e agli addetti al Conclave. Essa comprende la parte del Palazzo Apostolico che va dalla Loggia del Maggiordomo all’ingresso della scala dei “morti”, dal cortile del Maresciallo alla sommità della scala Regia, a metà circa della “galleria lapidaria”. La Sistina si trova al centro. Tutti gli ingressi a questi ambienti sono stati chiusi, il percorso dei Musei Vaticani accessibile ai turisti ristretto, vetri e finestre oscurati per impedire la visibilità dall’esterno. Gendarmi e Guardia Svizzera vigileranno lungo tutto il perimetro.

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