Numeri ufficiali Covid-19 del 15 aprile 2021. Enti locali spingono per riapertura: linee guida sul tavolo della Conferenza delle regioni e della Cabina di regia del governo

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Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, ricordiamo che è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI.

I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi giovedì 15 aprile 2021

Ricoverati con sintomi: 25.587 (-782) (-2,97%) [Al 39%]
In terapia intensiva: 3.417 (-73) (-2,09%) [con 211 nuovi ingressi del giorno] [*] [Superata la soglia di allarme del 30%, al 37%]
Deceduti: 115.937 (+380) (+0,33%)
Vaccinati [**] e percentuale sulla popolazione (aggiornato al 15 aprile 2021 ore 20:50): 4.209.897 (7,06% di una platea di 50.773.718 persone da vaccinare)

Dati aggiornati al 15 aprile 2021 ore 18:38 – Fonte Agenas.

La soglia del 30% per le terapie intensive e del 40% per le aree non critiche è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020. Per area non critica si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.
Il tasso di occupazione dei posti letto nei ricoveri ordinari per Covid è tornato sotto la soglia di rischio, fissata dal ministero della Salute al 40% del totale dei posti disponibili. Con i 782 ricoveri in meno del bollettino di oggi, infatti, il tasso è sceso al 39% (-1% su ieri). Lo rileva l’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, nel suo monitoraggio aggiornato a oggi. Era dal 18 marzo che questo indicatore era sopra il livello critico. Sono sei, comunque, le Regioni in cui i ricoveri ordinari sono ancora sopra soglia: Piemonte (57%), Puglia (50%), Calabria (49%), Marche (46%), Lazio (46%) e Lombardia (42%). Attualmente sono 25.587 i ricoveri nei reparti, in calo dell’11% nell’ultima settimana.
Ancora oltre la soglia critica, invece, le terapie intensive: malgrado il calo settimanale del 7% il tasso è ancora al 37% (-1%), ancora molto sopra la quota di occupazione fissata per le rianimazioni al 30%.


[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**] Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose). Vaccinazione in tempo reale: QUI https://lab24.ilsole24ore.com/numeri-vaccini-italia-mondo/.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 276 (-).

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Il punto della situazione a cura di Lab24

Una delle molte curiosità inspiegabili di questa epidemia riguarda la distribuzione dei casi tra soggetti di sesso maschile e femminile. A fronte di una sostanziale parità nel lungo periodo (48,8% uomini e 51,2% donne da inizio epidemia) grazie ai dati dell’Iss (periodo mobile di 30 giorni aggiornato quotidianamente) si osserva come la distribuzione dei contagiati nei due sessi segua un criterio fisso nelle diverse manifestazioni dell’epidemia. All’inizio delle fasi di espansione vengono colpiti soprattutto gli uomini, anche se lo scarto percentuale sui grandi numeri è ridotto a pochi decimali. Quando l’epidemia si stabilizza e inizia ad arretrare c’è un aumento dei nuovi casi tra i soggetti di sesso femminile, che poi nel lungo periodo come abbiamo visto risultano essere più colpiti. Ne troviamo conferma anche nella più recente fase di riduzione del contagio: sono bastati 5 giorni di calo dei positivi quotidiani per far scendere i casi tra gli uomini dal 49,9% al 49,7% del totale (con un parallelo incremento tra le donne). Lo stesso fenomeno, oltre che a inizio epidemia, è stato osservato in modo evidente anche nella cosiddetta “seconda ondata”: caratterizzata da una prima fase con gli uomini più colpiti delle donne, per poi arrivare a una stabilizzazione e ad una inversione della distribuzione dei positivi. Una curiosità, dicevamo: ma la ripetizione dello stesso fenomeno a distanza di mesi, con una così precisa coincidenza temporale, difficilmente può essere attribuito al caso. Trovarne il motivo potrebbe aggiungere un tassello in più alla comprensione della Covid-19 (Fonte Lab24.ilsole24ore.com/coronavirus).

Un momento della manifestazione degli aderenti alla Federazione Pubblici Esercizi, in piazza della Vittoria, per chiedere riaperture al più presto, date certe, e sostegni per i loro settori duramente colpiti dalle chiusure a causa della Pandemia. Genova, 13 aprile 2021 (Foto di Luca Zennaro/ANSA).

Italia a caratteri cubitali o no? La sofferenza di vedere sminuito il valore della nostra “Nazione”
di Francesco Schillirò
Roma, 15 aprile 2021


Allora di chi è la colpa della “deminutio capitis?”
Su questo ci sono vari pareri discordanti suggestionati in parte dal personale indirizzo politico, nel cui merito non voglio entrare perché, ritengo personalmente, che l’opinione non deve essere inficiata da personalismi.
Agli occhi di tutti è evidente che da febbraio 2020 a oggi, quasi 15 mesi, abbiamo dimostrato tutte le nostre carenze organizzativo strutturali, frutto di una mancata prevenzione.
Abbiamo discusso con profonda retorica per trovare dei capi espiatori iniziando una passerella mediatica, dove ognuno di noi ha cercato di mettere in risalto, se ne ha avuto la possibilità, il proprio “Io”.
Forse non escludo, che anche Io, con l’animo del giornalista che piace leggersi e farsi leggere, sono stato un po’ eccessivo a inizio pandemia a definirla una “guerra di logoramento” ovvero di trincea (casa); adesso posso affermare che, l’altra parte di me, ovvero medico che da circa 45 anni si interessa di medicina preventiva, aveva visto bene.
Oggi, abbiamo una visione di una popolazione globalmente avvilita che mal sopporta questa situazione.
Velatamente qualcuno fa capire che si riapre a Maggio così ci prepariamo per le vacanze estive, ma con questo andamento, quanti di noi, ne hanno possibilità e voglia?
Una certezza deve avere la governance, bisogna ripartire al 100% delle possibilità della Nazione che deve avere un unico colore dalle Alpi al canale di Sicilia, cerchiamo finalmente facendo tesoro dalla lezione dei primi giorni di lockdown a capire che l’Italia è UNA.
Il passato fa parte della nostra storia e i nostri padri c’hanno rimesso la vita per unirla.
Parliamo di meno e agiamo di più per dare il giusto valore alla nostra amata “ITALIA”.
Concludo con una frase di Massimo d’Azeglio: “Gl’Italiani hanno voluto far un’Italia nuova,e loro rimanere gli italiani vecchi di prima, colle dappocaggine e le miserie morali che furono ab antico la loro rovina, pensano a riformare l’Italia, e nessuno s’accorge che per riuscirci, bisogna prima, che si riformino loro”.

Non abbiamo bisogno di ristori ma di lavoro
di Francesco Schillirò
Roma, 15 aprile 2021


In questi quasi 15 mesi, abbiamo dimostrato tutti i nostri limiti strutturali con un andamento ondivago e non determinato. Abbiamo messo in risalto un sottobosco che non è solo della nostra Nazione, ma che, essendo di animo latino, aspettiamo, vogliamo e aneliamo gli errori, per poi iniziare con l’oratoria Ciceroniana. Non dobbiamo pensare al nostro ego, ma dobbiamo pensare alla nostra Nazione, non possiamo metterla alla ”berlina”. Se qualcosa o qualcuno non va bene, non bisogna rimestare sempre l’acqua nel mortaio, non si ottiene nulla di positivo, ma bisogna chiudere subito “l’argomento”. Attualmente con i colori cangianti nel tempo, siamo tornati alla cartina dell’Italia divisa in Stati e Staterelli. Abbiamo un indice Rt (quante persone possono essere contagiate da un infetto) che stabilisce il colore della Regione, abbiamo dei cittadini ormai stremati dalle frequenti aperture e chiusure. Abbiamo chi si ritiene più bravo perché chiude e chi viceversa perché è in zona bianca. Abbiamo fatto vedere la Sardegna in zona bianca con tutti fuori e seduti nei locali, stimolando consentitemi l’invidia di chi, se non per lavoro o altre esigenze non può mettere il “naso fuori dalla porta”, per poi adesso metterla in zona rossa. Io da giornalista e da medico che da oltre quarant’anni si interessa di radioprotezione, non sto capendo più nulla. La nostra categoria si trova allo sbando, i giovani medici contrattualizzati per l’emergenza Covid-19, che hanno dimostrato serietà e voglia di fare a scapito della loro salute, che fine faranno? I lavoratori autonomi, chiamati partita Iva, quanto possono ancora resistere? Chi vive alla giornata, cosa può portare a casa? Voglio a questo punto riportare il titolo di un altro mio articolo “adesso basta”. Questo mio “grido” è significativo dell’attuale situazione non più sopportabile. Non abbiamo bisogno di ristori ma di lavoro. L’Italia è una e gli unici colori devono essere quelli del territorio che si attraversa. La chiusura a settori snerva la popolazione e abbiamo visto che produce palliativi miglioramenti. Siamo troppo embricati per poter restare isolati. A mio avviso, con le dovute cautele, bisogna aprire tutto nelle ore lavorative, tralasciando per adesso i periodi ludici serali. Bisogna rafforzare le strutture ospedaliere e riconoscere, dimostrando che lo Stato c’è, un futuro lavorativo ai giovani medici, linfa della nostra sanità. Bisogna far ripartire l’economia non vessando l’imprenditoria. Non si possono, al “redde rationem“, chiedere sacrifici ai cittadini. Ultimamente, spinti da quel che avviene in altre Nazioni, si parla di isole Covid free, forse giustamente come dice il presidente dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini, in Italia si è propensi ai forestierismi perché: ”… manca una buona conoscenza della propria storia e della propria lingua”. In questo periodo pandemico siamo stati investiti da un’ondata di anglicismi che sicuramente potevano essere evitati. Siamo italiani.

C’è anche – in terza opzione – tra qualche mese, la raccolta dei cocomeri a Maccarese.

Letta: mozione sfiducia a Speranza è una vergogna

“Oggi il Ministro Speranza viene messo alla gogna, è incredibile, una vergogna la mozione di sfiducia nei confronti di Speranza”, dice il Segretario del Pd Enrico Letta a Piazzapulita su La 7. Secondo Letta “Speranza sta tenendo duro sulla richiesta di aperture sconsiderate senza spiegare il perché. Le riaperture possono avvenire ma in sicurezza” (Fonte SkyTG24).

In Usa solo 0,008 per cento vaccinati positivo

Le persone risultate positive in USA dopo aver completato la vaccinazione rappresentano lo 0,008 per cento del totale. I Cdc, l’agenzia federale della sanità, hanno identificato solo 5.800 casi su più di 66 milioni di persone completamente vaccinate, in media uno ogni 11.379. Di queste, 396 sono finite in ospedale, 74 sono morte. Lo riporta il Wall Street Journal. I dati indicano che il vaccino ha efficacia ma che non si può rinunciare alle misure di prevenzione come l’uso della mascherina e il distanziamento sociale. “Vedrete sempre casi di infezione – ha commentato l’immunologo Anthony Fauci – non importa quanto sia efficace il vaccino”. Ma i numeri delle “ricadute” sono molto piccoli. Dei casi di nuova positività, il 40 per cento ha riguardato persone con più di 60 anni di età, mentre nel 65 per cento dei casi erano donne. Il 29 per cento non ha mostrato sintomi e il 7 per cento delle persone risultate positive ha dovuto essere ricoverato (Fonte SkyTG24).

Ad Pfizer: entro 12 mesi potrebbe servire terza dose

Le persone vaccinate con il siero contro il coronavirus Comirnaty di Pfizer/BioNTech potrebbero avere bisogno di una terza dose entro 12 mesi per completare l’immunizzazione. Lo ha dichiarato l’Amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, in un’intervista alla Cnbc. “È estremamente importante azzerare la fascia di popolazione che può essere suscettibile al virus”, ha spiegato Bourla,”riteniamo che una terza dose possa alzare la risposta immunitaria da dieci a venti volte” (Fonte SkyTG24).

Fontana: “È arrivato il momento delle riaperture”. Significativo miglioramento, Rt Lombardia 0,78

“È arrivato il momento di programmare in tempi brevi un piano per le riaperture, seguendo il criterio della progressività e del buonsenso”. Queste, come spiegato dal Governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana, le proposte avanzate dalle Regioni al Cts nazionale e al Governo sul tema delle riaperture. Personalmente – ha spiegato il Governatore della Lombardia – sono dell’opinione che gradualmente, già dalla prossima settimana, si possano stabilire procedure per riaperture, dando a tutti la possibilità di riacquistare un po’ di libertà e soprattutto alle attività commerciale di programmare la ripresa del lavoro”.
“I dati oggi in Lombardia – conclude Fontana – parlano di un significativo miglioramento della situazione epidemiologica, con un Rt pari allo 0,78 e un’incidenza di 162 su 100.000 abitanti. Dati che evidenziano un trend positivo e che ci portano a guardare a un ritorno graduale alla libertà di cui tutti abbiamo bisogno”, ha affermato Fontana (Fonte SkyTG24).

Il Governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana durante la prima giornata di formazione della Scuola Politica Nazionale della Lega ‘Enti locali, sanità e ambiente’, Milano, 10 aprile 2021 (Foto di Matteo Corner/ANSA).

La Lombardia supera quota 32mila morti ma Fontana non si dimette. Inoltre, la comunicazione lombarda utilizza termini da “continua diminuzione” riferiti a diversi contesti. Salta agli occhi la palese omissione del dato sui decessi – non indicato nel titolo della notizia – per il quale la Lombardia detiene il triste primato tra le regioni italiane. L’incapacità della gestione dell’emergenza da Covid-19 si legge nei dati inequivocabili che fanno della Regione Lombardia un esempio da non seguire assolutamente. I pesanti avvisi di garanzia che la procura di Bergamo sta notificando in questi giorni confermano le nostre convinzioni. Attendiamo quanto prima le dimissioni di Fontana.

Strage di Bergamo, la conferma della pm: stanno partendo avvisi di garanzia molto pesanti

Il Ministero della Salute è nel mirino del procuratore aggiunto di Bergamo Maria Cristina Rota che in una intervista a Report andata in onda lunedì 12 aprile su Rai 3 parla di “reticenze” da parte dei vertici dirigenziali del dicastero guidato da Roberto Speranza in merito alle indagini sul Piano pandemico non aggiornato e non applicato e sul report dell’OMS pubblicato e poi rimosso dal sito dell’OMS Europa.
Rota non esclude che le iscrizioni nel registro degli indagati possano riguardare proprio i vertici del Ministero: “Questo non possiamo affermarlo né escluderlo”, dice. Anche perché, parlando degli interrogatori, continua la pm, “la difficoltà riscontrata nel corso delle attività è che spesso, alle domande su chi avesse dovuto fare qualcosa o anche solo trasmettere un documento, noi spesso ci siamo sentiti rispondere ‘noi’, ‘il ministero’. Abbiamo trovato grandissima resistenza in alcuni casi, quasi come se ci fosse il timore di indicare nominativo”. Quindi affonda: “Direi che è stato un atteggiamento reticente”.
La Rota, che sulla mancata zona rossa e su Alzano ha anche ascoltato, con il suo pool, l’ex Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, il Ministro Roberto Speranza, il Governatore lombardo Attilio Fontana, secondo quanto riporta il Corriere, chiarisce anche qualcosa sul caso del report dell’OMS: “L’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva addirittura chiesto al Ministero (in questo caso la Farnesina, ndr) che ci fosse una vigilanza sull’operato della Procura della Repubblica di Bergamo, controllando la correttezza del nostro operato. Diciamo che quantomeno non fu piacevole. Noi non volevamo ficcare il naso negli affari di OMS, ma volevamo solo fare luce su quel report e sul Piano pandemico, che è strettamente di interesse per la Procura di Bergamo in relazione ai fatti accaduti nell’ospedale di Alzano”. Proprio sulla vicenda OMS è stato iscritto nel registro degli indagati per false dichiarazioni il Direttore vicario Ranieri Guerra (Fonte Mag24.es).

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