“L’Anello del Pescatore” un romanzo pre conciliare che sorprende

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In queste ultime settimane, dopo la notizia delle dimissioni di Benedetto XVI, come effetto collaterale e in attesa dell’indizione del Conclave, sono comparsi, nelle librerie, scaffali interi di volumi dedicati al Pontificato, al Conclave, ai supposti segreti e intrighi in Vaticano. Saggi, ricostruzioni giornalistiche più o meno fantasiose, romanzi, tanti, tantissimi romanzi che hanno per tema documenti trafugati, intrighi straordinari, complotti, segreti tali da far crollare sulle proprie fondamenta lo stesso bimillenario edificio della Chiesa. Titoli strillati e catastrofistici che reclamizzano trame iperboliche, tali da far impallidire i più scaltri Dan Brown di ogni continente. In mezzo a un tale mare magnum, qualcosa di prezioso, di utile e persino capace di sollecitare più profonde riflessioni, qualcosa, insomma, si profila come ancora di salvezza per non annegare in un inutile oceano di sciocchezze, spesso anche mal scritte e del tutto disinformate. Ci siamo infatti imbattuti in un romanzo del 1961, dunque scritto in tempi non sospetti, alla vigilia del Concilio Vaticano II. Si tratta del romanzo di Jan Dobraczyncki “L’anello del Pescatore. Il romanzo di Pietro II”, ripubblicato dall’editore Gribaudi.

Un romanzo che al suo apparire fece scalpore. La trama intreccia vari elementi, fantasiosi ma con un sostrato documentato, su uno sfondo realmente apocalittico. Nel giorno in cui il papa Sisto VI consacra la tomba dell’apostolo Pietro, ritrovata da poco proprio sotto la basilica romana, un tremendo incidente nucleare spazza via buona parte del mondo e dell’umanità. Muore il Pontefice, muoiono quasi tutti i cardinali, se ne salvano solo tre, tra i quali l’energico americano Larry Halsey. I pochi sopravvissuti europei si trovano in alcuni campi di raccolta, dove aspettano di morire per le radiazioni che li hanno colpiti. La vita, forse, potrà ricominciare in Africa, non colpita dall’esplosione nucleare. Dovrà scomparire anche la Chiesa? No, di certo, perché “la Chiesa deve vivere. Dio ci ha ascritto all’eternità”. Viene convocato un insolito Conclave nel campo di profughi presso Napoli, con elettori un pugno di poveri preti di campagna e i tre cardinali sopravvissuti. Verrà scelto Halsey, che diventerà papa con il nome di Pietro II.

Ma anche lui è destinato a morire. Dove andrà, dunque, l’anello del Pescatore? Sarà destinato ad un oscuro fraticello missionario in Africa: la Chiesa ricomincerà dal nulla, come all’origine, ripartendo dal comandamento primo e fondamentale, l’amore, tra fratelli, come Cristo stesso ha fatto per primo. Quest’ansia per una rigenerazione della Chiesa oggi appare più che mai urgente e forte, e il ritmo da thriller fantascientifico, ben calibrato, non toglie nulla alla tensione più profonda dell’autore.

In un ambito prettamente saggistico, segnaliamo poi l’agile volumetto di Roberto Guttoriello, dal titolo “Il Conclave. Come si elegge un papa”, Tau edizioni, prezzo 5 euro, con una interessante postfazione di Raffaele Iaria. Tra i tanti volumi che si autopraclamano unici nello svelare i segreti – sempre presunti – e le dietrologie dell’elezione al soglio di Pietro, potrà risultare un vera e propria guida, semplice e allo stesso tempo esauriente, mentre Iaria ricostruisce puntualmente gli ultimi giorni di pontificato di Benedetto XVI. Nel volumetto don Roberto ha scritto una breve storia dei Conclavi, alcune curiosità e ha ricordato le norme per eleggere il Papa aggiornate all’ultima modifica apportata dal motu proprio di Benedetto XVI “Normas Nonnullas”, firmato il 22 febbraio 2013.

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