Conclave: due stufe che raccontano storia e cronaca

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Martelli, chiodi, colla, travi di legno, drappi e seghe. Tutto questo e tanto altro per creare l’atmosfera perfetta per i 115 elettori del Papa e i loro assistenti. La Cappella Sistina vista sabato 9 marzo mattina è un cantiere aperto. Gli affreschi di Michelangelo scompaiono dimenticati dai giornalisti che visitano frettolosamente il cantiere della Sistina, che poi sarà il “cantiere” per il nuovo Papa. Invece del Giudizio Universale si fotografano le due stufe.ùDue oggetti davvero bruttini, ma oggi sono più interessanti del Perugino e del Botticelli. Sono le due stufe dove si bruceranno le schede e gli appunti dei cardinali dopo le votazioni. Una è antica, o meglio vecchia. Tonda, di ghisa grigia, con i sigilli dall’ultimo utilizzo. Sulla pancia ha dei graffiti interessanti: da marzo del 1939 ad aprile del 2005. Sono le date dell’utilizzo, le date dei conclavi da Pio XII ad oggi. La mano anonima di qualcuno in Floreria ha inciso a futura memoria quelle poche cifre che ricordano tanta storia. A fianco alla stufa storica ce n’è una moderna, anche più brutta, squadrata con una centralina elettronica sopra. É in uso dal 2005. Serve a far si che le fumate siano chiare, nette, definite. Un propulsore che evita i grigi, come fu nella fumata che indicò l’elezione di Albino Luciani. Le tiene insieme un lungo tubo lucido di rame, sostenuto da bruttissimi tubi di acciaio. Uno arriva ad una delle finestre e li sbuca trasformato nel mitologico camino della fumata. Alle 11.00 di sabato mattina era su, a fare bella mostra di sé, strafotografato dai turisti in piazza. Due stufe che per qualche giorno vengono fotografate come dive del cinema. Per gli ammessi alla visita la foto a fianco alla stufa è infatti un ricordo prezioso. Dietro la imponente transenna poi sedie e tavoli, legno e velluto per creare quello che dai tempi di Paolo VI è diventato il nuovo scenario della elezione del Papa.

Non più una serie di piccoli troni a baldacchino addossati alla parete, ma una lunga scrivania più simile ad una sala per congressi. Il baldacchino era anche un mezzo per indicare subito la dignità del Papa. Al momento della elezione si abbassavano tutti tranne quello dell’eletto. Suggestivo si, ma anche poco pratico e decisamente poco adatto ai tempi moderni. Gli operai hanno fretta. Tutto deve essere pronto per martedì pomeriggio. Sarà una giornata di fuoco per i 115 cardinali. Alle 7.00 si aprono le porte della Domus Sanctae Marthae per il trasloco. Arrivano tutti nelle loro stanze estratte a sorte. Poi alle 10.00 messa a San Pietro. E’ la Pro eligendo Romano Pontifice, o anche detta Messa dello Spirito Santo. La concelebrano tutti, e il Popolo di Dio è invitato a partecipare. La presiede il cardinale Decano Angelo Sodano. Tiene l’omelia e dopo la messa termina il suo compito. Ha 86 anni e non entra in conclave. La sua funzione è delegata a Giovanni Battista Re, primo tra gli elettori, nell’ordine dei cardinali vescovi.

Nel pomeriggio alle 15.45 appuntamento nella Cappella Paolina, di lì si muove la processione solenne per l’entrata in Sistina dove i cardinali elettori giurano di impegnarsi nel ministero petrino se vengono eletti e di mantenere il segreto sulla elezione. La seconda parte del giuramento a dire il vero è stata spesso disattesa se si considera il numero di racconti pubblicati sugli ultimi conclavi. Dopo la formula collettiva, ogni cardinale giura personalmente con le mani sul Vangelo. A questo punto il Maestro delle Cerimonie liturgiche intima: “ Extra omnes”. Lui rimane ancora con i cerimonieri ad ascoltare la meditazione e al termine esce con lui dalla Sistina. Le porte si chiudono definitivamente e davanti alla pesante porta di rovere verso la Sala Regia si pongono le Guardie Svizzere. Anche le porte laterali vengono chiuse come tutto il percorso e la vasta area del conclave che viene sigillata e resa inaccessibile alle comunicazioni esterne.

Il pomeriggio di lunedì il giuramento solenne lo fanno anche i “conclavisti” tutti coloro che sono addetti ai servizi del conclave. Si comincia a votare, su schede pre stampate, con un rituale preciso, inserendo la scheda nelle urne posta sull’altare e pregandoci su. Poi lo spoglio e la dichiarazione dei voti, la preghiera e di nuovo il voto e la distruzione delle schede. La giornata tipo inizia alle 6.30 con la colazione a Santa Marta, poi la messa nella Cappella Paolina e le votazioni. Alle 12.00 circa ci si può aspettare la fumata, a meno che non venga eletto il Papa prima del secondo scrutinio del mattino o della sera. Il pranzo è alle 13.00e alle 16.00 di nuovo in Sistina. Preghiera e voto si alternano ancora fino all’appuntamento delle 19.00 per la fumata. La cena alle 20.00. Se il Papa viene eletto il cardinale Re chiederà naturalmente in latino, al Papa: “Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?” Se l’eletto dice di si la seconda domanda è “Con quale nome vuoi essere chiamato?” A questo punto non resta che bruciare le schede e gli appunti e far sapere al mondo: “ Habemus Papam!”. Poi il Papa va nella sagrestia della Sistina, la “stanza delle lacrime” dicono alcuni. Un corridoio di passaggio dove sono i tre abiti di diverse misure. Il Papa poi rientra in Sistina e siede alla cattedra. Si prega. Si legge il Vangelo di Matteo o di Giovanni. Poi arriva l’ atto di ossequio e di obbedienza dei cardinali e infine il canto del Te Deum. A questo punto tutto è pronto per l’annuncio dalla loggia centrale della Basilica.

Si aprono le porte del Conclave e il nuovo Papa si lascia abbracciare dal grido di gioia della folla in Piazza San Pietro. Sarà passata poco meno di un’ora dal momento della fumata. Il conclave finisce dopo l’assenso del nuovo Papa, a meno che non disponga diversamente. A quel punto comunque possono salutare il nuovo Papa il Sostituto della Segreteria di Stato, il Segretario dei Rapporti con gli stati, il Prefetto della Casa Pontificia e pochi altri tra cui il Comandante della Guardia Svizzera Pontificia. Da qui inizia un nuovo cammino per il Papa. A cominciare dalla Messa con i cardinali.

 

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