Numeri ufficiali Covid-19 del 4 aprile 2021. Sepolcri imbiancati senza nemmeno un pudore residuo: “Lui è peggio di me, per me garantisco io” (La Zuppa di Porro)

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“Considerando per il 2020 il solo periodo pandemico (marzo-dicembre) l’eccedenza di mortalità è stata di 108.178 decessi, con 34.019 morti in più rispetto ai 74.159 attribuiti ufficialmente alla Covid-19. Persone riconducibili a due diversi gruppi: morti per Covid-19 non diagnosticati (probabilmente in numero esiguo, considerando che i test vengono fatti a tutti i sintomatici gravi) oppure morti per non aver ricevuto un trattamento adeguato nei tempi dovuti” (Fonte Lab24.ilsole24ore.com/coronavirus).

Ringraziando i nostri lettori e sostenitori, ricordiamo che è possibile inviare comunicazione presso l’indirizzo di posta elettronica del “Blog dell’Editore”: QUI.

I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi domenica 4 aprile 2021

Ricoverati con sintomi: 28.432 (-57) (-0,20%) [Superata soglia del 40% di allarme, al 43%]
In terapia intensiva: 3.703 (-11) (-0,30%) [con 195 nuovi ingressi del giorno] [*] [Superata la soglia del 40% di allarme, al 41%]
Deceduti: 111.030(+326) (+0,29%)
Vaccinati [**] e percentuale sulla popolazione (aggiornato al 4 aprile 2021 ore 19:20): 3.441.387 (5,76% di una platea di 50.773.718 persone da vaccinare)

Dati aggiornati al 4 aprile 2021 ore 18:35 – Fonte Agenas.

La soglia del 30% per le terapie intensive e del 40% per le aree non critiche è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020. Per area non critica si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.

[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**] Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose). Vaccinazione in tempo reale: QUI.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 271 (-).

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Il punto della situazione a cura di Lab24

Il lentissimo declino del numero dei nuovi casi, che mantiene livelli inaccettabili con un conseguente riflesso sui decessi, non permette di ripristinare una situazione di minore affanno nelle strutture ospedaliere. I valori soglia per garantire una normale assistenza a tutti i pazienti, non solo quelli colpiti dalla Covid-19, sono stati fissati al 30% per l’occupazione delle terapie intensive e al 40% per i posti letto nei reparti di Medicina generale. Alla sera del 3 aprile (fonte Agenas) entrambe le soglie risultavano superate a livello nazionale: di poco per i ricoveri ordinari (43% contro 40%) e in modo più allarmante per le terapie intensive (41% contro 30%).

Se osserviamo il dettaglio su base territoriale notiamo come la situazione sia particolarmente allarmante in 8 Regioni, che presentano entrambi i valori oltre i limiti fissati: Piemonte (59% per le terapie intensive; 66% per l’area medica); Lombardia (61%; 49%); Marche (56%; 57%); Emilia Romagna (48%; 49%); Friuli (45%; 47%); Puglia (44%; 50%) e Lazio (42%; 48%). Altre 7 superano il livello di allerta per l’occupazione delle terapie intensive: P.A. di Trento (57%); Toscana (44%); Umbria e Valle d’Aosta (entrambe con il 40%); Molise (36%); Liguria (35%), Abruzzo (33%). La Calabria, invece, è oltre il livello di sicurezza per quanto riguarda l’occupazione dei posti in area medica (45% contro 40%).

Se leggiamo il dato al contrario, dal punto di vista di una condizione di sicurezza, vediamo come solo 6 tra Regioni e Province autonome abbiano valori confortanti: Veneto, Campania, Basilicata, Sicilia, Sardegna e P.A. di Bolzano. Due di queste, tuttavia, sono con un parametro molto vicino al superamento del limite fissato: il Veneto per l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva (29% di occupazione con soglia al 30%) e la Basilicata per quelli di area medica (40%, esattamente in linea con la soglia di allerta).

Risulta evidente come, in questa situazione, sia necessario riportare rapidamente entro i livelli di sicurezza i parametri di tutte le Regioni, per garantire il diritto alla cura di tutti i pazienti che ancora oggi, a un anno dall’inizio della pandemia, spesso non trovano cure adeguate.

Un dato che, ricordiamo, è emerso in tutta la sua drammaticità nel quinto “Rapporto sull’impatto dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità totale della popolazione residente – anno 2020”, realizzato congiuntamente da Istat e Istituto superiore di Sanità e pubblicato lo scorso 5 marzo.

Considerando per il 2020 il solo periodo pandemico (marzo-dicembre) l’eccedenza di mortalità è stata di 108.178 decessi, con 34.019 morti in più rispetto ai 74.159 attribuiti ufficialmente alla Covid-19. Persone riconducibili a due diversi gruppi: morti per Covid-19 non diagnosticati (probabilmente in numero esiguo, considerando che i test vengono fatti a tutti i sintomatici gravi) oppure morti per non aver ricevuto un trattamento adeguato nei tempi dovuti.

Quando si parla di riaperture al primo esile calo dei contagi non si possono dimenticare questi numeri: figli della situazione drammatica che abbia documentato all’interno del nostro sistema ospedaliero e che per qualcuno sembra invece essere diventata un’accettabile abitudine (Fonte Lab24.ilsole24ore.com/coronavirus).

L’Italia nel coprifuoco osservata dalla Finestra di Azzurra. Pensando alla Finestra di Overton, da chiudere – 4 aprile 2021

Medici siciliani positivi al Covid-19 dopo due dosi del vaccino Pfizer/BioNTech

Positiva al Covid-19 nonostante le due dosi del vaccino Pfizer/BioNTech. È accaduto a Partinico e a Ragusa. Nel paese in provincia di Palermo, dove una dottoressa dell’ospedale Covid-19 è risultata contagiata. Il medico, asintomatico, è in isolamento ed è risultato ancora positivo dopo tre tamponi.
La dottoressa, come tutto il personale medico, si era sottoposta ad un controllo di routine per evitare che gli stessi professionisti possano creare focolai all’interno degli ospedali nei quali lavorano.
A Ragusa, invece, un medico ha scoperto di essere positivo al Covid-19 dopo che una paziente, ricoverata nel suo reparto all’Ospedale Giovanni Paolo II, era risultata positiva ed aveva costretto tutto il personale a sottoporsi al controllo del tampone. Un altro medico siciliano che aveva già avuto inoculato le due dosi, come tutto il personale sanitario, nello scorso mese di gennaio è risultato positivo anche se asintomatico. Adesso è in isolamento.
Non è la prima volta in Italia che cittadini vaccinati contraggano il virus. Ad Abbiategrasso, ad esempio, qualche giorno fa, 7 infermieri vaccinati nello scorso mese di gennaio con il vaccino Pfizer/BioNTech sono risultati positivi al Covid-19 ed in particolare alla variante inglese (Fonte Giornale di Sicilia).

Così il coronavirus vola anche sugli aerei Covid free: mille passeggeri positivi trovati in Canada nonostante il tampone alla partenza

Chi atterra negli aeroporti del paese deve eseguire un tampone molecolare alla partenza e altri due all’arrivo, uniti alla quarantena. Nonostante il test prima del decollo, in un mese oltre mille viaggiatori sono arrivati in aereo contagiati dal virus.
Il coronavirus continua a viaggiare in aereo, nonostante test alle partenze e quarantene agli arrivi. Ne sa qualcosa il Canada, che ha adottato un programma rigoroso per i passeggeri provenienti dall’estero, ma si è ritrovato con un migliaio di casi venuti dal cielo. Le restrizioni sono state introdotte a febbraio, fra molte polemiche. I viaggiatori devono presentarsi all’arrivo con il certificato di un tampone negativo. Il test rapido non è considerato valido: ci vuole un molecolare. Poi devono eseguire un altro tampone all’arrivo in aeroporto e trasferirsi in hotel (a loro spese), per attendere il risultato. I negativi a quel punto possono andare a casa, o nella loro residenza, ma solo per completare lì la quarantena di 14 giorni. Per uscire serve un altro test negativo.
Il piano anti-Covid era stato molto criticato dai canadesi per il suo rigore. Eppure nel giro di un mese, tra il 22 febbraio e il 25 marzo, complici le varianti più contagiose, le autorità federali riferiscono di aver trovato all’arrivo più di mille passeggeri positivi: l’1,5% del totale. Su 70.819 viaggiatori, 1.094 avevano il virus. Può darsi che il test alla partenza forse un falso negativo, o che le persone si fossero appena infettate. I tamponi impiegano infatti alcuni giorni prima di riuscire a rilevare il coronavirus.
Due passeggeri trovati a febbraio con un tampone falso (erano in realtà positivi, e lo sapevano), hanno dovuto pagare una multa da circa 10mila dollari. Quasi mille euro invece sono stati imposti a chi aveva cercato di allontanarsi clandestinamente dall’albergo della quarantena.
I contagi in aereo nonostante le precauzioni non sono una novità. A marzo la rivista Emerging Infectious Diseases aveva pubblicato il caso di un volo fra Dubai e Auckland, in Nuova Zelanda, in cui 7 passeggeri erano stati scoperti positivi. Anche la Nuova Zelanda – che si è prefissata addirittura l’obiettivo di eradicare il coronavirus dal suo territorio – prevede misure rigidissime per chi arriva in aereo, incluso il test alla partenza. I 7 infettati erano stati scoperti durante la quarantena, prima che potessero contagiare altre persone. La ricostruzione dei loro percorsi (si erano imbarcati insieme a Dubai ma provenivano da 5 nazioni diverse) e l’analisi genetica del virus ha dimostrato che la trasmissione era avvenuta durante il volo, durato ben 18 ore, in cui i 7 erano distribuiti nell’arco di 4 file.
I cosiddetti voli Covid-free, in cui tutti i passeggeri sono testati alla partenza, sono una delle strategie con cui le compagnie aeree – e il settore del turismo in generale – cercano di riprendere a lavorare. Rappresentano sicuramente un passo avanti rispetto ai primi mesi della pandemia, in cui ci si limitava a misurare la temperatura all’imbarco. Ma hanno maglie non sempre strette a sufficienza per bloccare un virus agile come Sars-Cov-2. A rischio in particolare sono i voli che durano molte ore e in cui i pasti impongono di togliere la mascherina. I Centers for Disease Control americani hanno sconsigliato di viaggiare (a prescindere dal mezzo) anche ai vaccinati, pur definendola un’attività “a basso rischio” per chi è immunizzato (Fonte Elena Dusi – Repubblica.it, 4 aprile 2021).

Un pezzo di Max Del Papa su Nicolaporro.it, che getta una luce su alcune controverse immagini di controlli di polizia, poi rimosse dai social. Qui amiamo le divise, ma sicuro sia condivisibile il modo in cui il governo le sta usando?

I video choc (rimossi) della polizia anti Covid
di Max Del Papa
Nicolaporro.it, 4 aprile 2021


Un anno fa ci aggiravamo storditi dentro una Pasqua incredula, rintocchi di campane nell’aria malata, ombre di cani con umani al guinzaglio. Ci dicevano: è il morbo, oscuro, infido, ma sarà l’unica volta, abbiate fede nella scienza e nel governo. Un anno dopo il morbo c’è ancora e c’è ancora la clausura e abbiamo scoperto che la scienza non era poi così sicura e, quanto al governo, era affidabile come una banda di magliari; quello di prima e questo che l’ha sostituito e che poi è grossomodo lo stesso, al netto di qualche incauta nuova entrata.
Stato di polizia
Però quest’anno è peggio e non solo perché è la seconda volta. Un anno fa avevamo almeno il conforto della sorpresa, ci sentivamo tutti aggrediti e questo in qualche modo ci univa in una trincea di resistenza disperata. Adesso siamo noi contro di noi, assuefatti e incarogniti, abbiamo perso le residue speranze, qualsiasi certezza tranne una: non finirà questa cattività, perché non deve finire, perché somiglia molto a un golpe promosso da chi il potere ce l’ha già. E del golpe ha tutte le sembianze inquietanti. Gira un video, subito rimosso dal collaborazionista Facebook, ma su Telegram si trova ancora, di una irruzione di un commando di polizia in assetto; siamo in Sardegna, ma quanti sono? Due, cinque, otto, dieci agenti entrano in una casa privata, forzano la porta con un asse di ferro, non si giustificano, non hanno mandato, irridono le proteste del legittimo proprietario, dicono solo: ci ha chiamato qualcuno. Arrivano al grottesco, incolpano il privato cittadino di averli costretti a scardinare la porta provocando il ferimento di uno di loro: “Quando la polizia bussa si apre, capito? Lei si deve vergognare!”. Ma sì, come in Sud America. E non serve chiamare l’avvocato, le forze dell’ordine non lo calcolano proprio, se ne fregano e tutto per una riunione considerata clandestina, di alcuni amici che ascoltano della musica. Terribile. Allucinante.
Sempre dalla Sardegna affiora un altro video, c’è un ristoratore disperato, circondato da polizia e vigili urbani i quali gli spiegano che se non vuole fare l’autocertificazione non c’è problema, non è obbligato, però loro lo multano. Se la prendono poi con un anziano seduto davanti a un bicchiere ma non è un furbetto dell’aperitivo, è un vecchio che si è sentito male e gli hanno portato qualcosa: le guardie, con sprezzo del pericolo, neanche una piega. “Vi ha chiamati qualcuno?” domanda il gestore e loro, un po’ supponenti, infastiditi: sì, ci ha chiamato qualcuno.
Delazione, trionfo del sospetto
Noi contro di noi, il trionfo del sospetto, dello zelo infame, dell’ “a quello gliela faccio pagare”. E questa sarebbe la Pasqua d’amore? Noi contro di noi e tutti contro tutti in un carosello infernale di squallore e di insanità mentale. Conduttori che sbroccano e maledicono i medici considerati indegni, narcisi da social che cascano preda delle loro vanità, altre che passano il tempo a filmare, a sputtanare chi gira con la mascherina storta, come dipendesse da loro la morale pubblica. Una influencer in delirio di onnipotenza accusa la Regione Lombardia di non fare il suo, di aver chiamato la nonna al vaccino solo perché lei è lei, Chiara Ferragni, la imprenditrice dei selfie, poi si scopre che non aveva indicato il Comune di residenza, che non è capace nemmeno di compilare un modulo. E la femminista ossessiva che fatica a pagare la mercede alle femmine che lavorano per lei e si sdegna se qualcuno glielo contesta. E gli attivisti umanitari dagli affari loschi, “stasera stappiamo lo champagne”, “pur che duri, io a lavorare in un bar non ci vado”.
Retorica della solidarietà
Tutti inzuppati nella retorica della solidarietà, del bene comune, del sacrificio che ci rende liberi, tutti avvelenati dalla loro proiezione, dalla loro ambizione, dalla pretesa di sottrarsi alle imposizioni che valgono per gli altri, dalla idolatria di loro stessi. Ipocriti. Farisei. Sepolcri imbiancati senza nemmeno un pudore residuo, di facciata, al grido “era un altro momento”, “lui è peggio di me”, “per me garantisco io”.

“Nessuno ha davvero capito perché, se non si può andare a teatro, si può invece andare a messa. E a far finta di nulla sembra essere solo la politica” (UAAR @UAAR_it – Twitter, 4 aprile 2021).
Mi vedo costretto a contraddire l’UAAR: non è vero che “nessuno” ha davvero capito il perché. Io, per citarne solo uno, davvero l’ho capito.
E adesso attendo che la “Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti” (acclamato campione della tolleranza verso i credenti di qualsiasi fede e delle porte aperte), in modo coerente, logico e razionale, si scaglia anche contro l’apertura in zona rossa dei supermercati e dei negozi di alimentari. In fondo, non c’è differenza tra morte spirituale e morte fisica.

“Ringraziamo Speranza, se in questi mesi non avessimo chiuso tutto, oggi passeremmo la Pasqua da soli in casa, senza poter incontrare nessuno. Buona Pasqua a tutti!” (Paolo SavonaRola @MinistroEconom1 – Twitter, 4 aprile 2021).

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