Ai giovani di Budapest piacerebbe vedere Papa il loro cardinale Erdő

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Aggirandomi come una semplice turista per le strade di Budapest, per le sue vie grandi come il Danubio che la divide in Buda e Pest,per le sue luci cosi meravigliose e speciali che nascono su quei lunghi ponti dai nomi degli imperatori e imperatrici che l’hanno resa grande,tra la sua gente cosi apparentemente fredda, ma ben dedita al lavoro e ai valori solidi e forti della vita, ho raccolto pensieri e notizie sulla situazione vaticana che viviamo in questi giorni, sulla scelta di Benedetto XVI e sul possibile suo successore, il Cardinale ungherese Peter Erdő. Cosa ne pensano gli ungheresi dell’arcivescovo della loro città? E inoltre hanno appoggiato o no la scelta di Ratzinger? La mia ricerca di riflessioni e pensieri parte dalla visita di due famose e grandi chiese ungheresi: la Chiesa di Santo Stefano a Pest ( la più grande di tutte, raccoglie quasi 8 mila persone, ma soprattutto vi è posto il cosiddetto “Tesoro d’Ungheria”: la mano destra del re Stefano, fondatore della nazione a cui si deve la diffusione della religione cristiana nel Paese ) e la Chiesa di Mattia a Buda (dedicata alla Vergine, oltre ad essere uno dei luoghi religiosi più importanti di Budapest, la Chiesa è stata anche scenario di memorabili incoronazioni tra cui quella di Francesco Giuseppe I e della consorte Elisabetta (Sissi) avvenuta nel 1867 in occasione della quale Liszt compose e diresse la Messa dell’Incoronazione). “Non abbiate paura di Cristo egli non toglie nulla e dona tutto”, dice cosi una signora ungherese seduta a pregare sui banchi della chiesa di Santo Stefano appena gli faccio il nome di Benedetto XVI.

“ E’ una sua frase!”- mi rammenta e aggiunge: “ appoggio la sua scelta di ritirarsi in preghiera e donare la sua vita a Cristo nel modo che ritiene più opportuno per l’età che ha raggiunto, senza paura”. Anna, invece, una ragazza ungherese della Chiesa di Mattia del quartiere collinare di Buda afferma: “ Non lo so se ha fatto bene, non spetta a me o a noi giudicare una scelta, piccola o grande che sia; mi dispiace solo perché mi piaceva moltissimo come persona, approvavo le sue idee e ho letto i suoi libri”. Anna, fa parte anche del coro della sua parrocchia. Molto forte infatti a Budapest è l’attività dei cori, un lodevole impegno delle parrocchie per incentivare la musica sacra nel mondo. “ Con il mio canto cerco di animare il mio mondo di cristiana cattolica, il momento del canto è per me un momento di formazione e amicizia con i miei amici davanti a Dio” ( Benedetto XVI infatti nel suo discorso dell’11 maggio 2008 alla Conferenza Episcopale d’Ungheria aveva sottolineato e apprezzato questo aspetto del mondo giovanile di Budapest ). E dopo le varie impressioni sulla scelta di Ratzinger, l’attenzione di questo periodo in Ungheria ricade sul suo arcivescovo e primate: Peter Erdő. Tra i candidati alla successione di Benedetto XVI c’è infatti suo nome. Cardinale e arcivescovo di Esztergom, la città sede dell’arcivescovado cattolico magiaro e la cui diocesi include anche Budapest, da cui dista 50 chilometri. Classe 1952, Erdő  presiede il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa e la Conferenza Episcopale Ungherese.

Nicholas, un ragazzo di 28 anni della parrocchia di Buda che ha anche collaborato come giornalista per la SIR ( Servizio d’Informazione Religiosa) e ha vissuto qualche anno a Roma dice: “ Ebbene si, il prossimo Papa potrebbe essere ungherese. In maniera molto sincera affermo che la figura di Erdo come nuovo successore di Pietro non gli si addica molto. Ci sono pensieri positivi e negativi su di lui in tutta l’Ungheria. Erdő è un canonista, un giurista, esperto di teologia, ha un carattere e una personalità molto più dura che carismatica, è uno attento alla leggi canoniche, una persona molto formale, uno studioso e attento al diritto per eccellenza. Queste sue caratteristiche hanno dato vita a esperienze positive e negative insieme alla sua vita: è presidente della Commissione del diritto ecclesiastico dei vescovi ungheresi e soprattutto, grazie alla sua forte cultura e dottrina, è divenuto anche membro della “European Academy of Sciences and Arts” con sede a Salisburgo e dal 2006 è presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali Europee (CCEE). Noi ungheresi apprezziamo queste sue qualità, ma non sappiamo se in questo momento la Chiesa abbia bisogno di questo. Tifiamo per la nostra nazione, per dare valore alla nostra religione e ai nostri valori qui in Ungheria tramite la sua figura, ma per il Papato forse in questo momento c’è bisogno di altro. Sempre e comunque facendo la volontà del Signore!”.

Gli occhi di questo giovane ungherese, sono un po’ gli occhi della Chiesa oggi. Gli occhi dell’Ungheria, come gli occhi di ognuno di noi in tutte le parti d’Europa e del mondo in questo momenti storico, che ricorderemo per sempre. Chi sarà il nuovo Papa? Chi darà nuova forma e colore alla scelta coraggiosa di Benedetto XVI? Chi riaprirà quelle porte chiuse a Castel Gandolfo alle ore 20 del 28 febbraio 2013? Sul cornicione di quella bellissima chiesa di Santo Stefano a Pest mi viene in mente la scritta enorme che accoglie i fedeli: “ Ego sum via veritas e vita”. Ungheria, Italia, Francia, Brasile, Africa… La Chiesa di Cristo è una e Cristo la ama e l’accompagna, dovunque e soprattutto in momenti cosi difficili, in fondo solo Lui è via, verità e vita.

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