Caro Papa, vi vogliamo bene. I cattolici cinesi scrivono a Benedetto XVI

Benedetto XVI non ha mai dimenticato la Cina. E i cinesi non dimenticano Benedetto XVI. In una commovente lettera, resa nota dalla Sala Stampa della Santa Sede, il clero e i fedeli cinesi sottolineano tutto il loro amore per un Papa che – in mezzo a mille difficoltà – ha cercato di traghettare la Chiesa cinese verso un futuro più tranquillo e verso una libertà religiosa che sembra ancora lontana. Un’attenzione tale che il Papa volle che a preparare le meditazioni della Via Crucis del 2008 fosse il cardinale Joseph Zen Ze-Kiun, arcivescovo emerito di Hong Kong, uno di quelli che più di tutti ha combattuto per la libertà della Chiesa in Cina. E non è una caso che proprio il cardinale Zen – che ha superato gli 80 anni e dunque non entrerà in Conclave – è arrivato per salutare personalmente Benedetto XVI, e si è mescolato in talare filettata rossa e berretta cardinalizia alla folla in piazza a Castel Gandolfo per ascoltare le ultime parole del Papa da Pontefice.
“Come sapete – così inizia la lettera dei cattolici cinesi al Papa – da molto tempo noi, clero e fedeli di Cina, nutriamo un particolare affetto verso la vostra persona. Vi vogliamo bene, e offriamo ogni giorno per voi le nostre preghiere e Messe”. I cattolici definiscono “sconvolgente” la notizia che “a causa dell’età avanzata e della debolezza fisica” il Papa ha deciso di rinunciare al ministero petrino. “Anche se molti di noi non hanno avuto la possibilità di visitarvi personalmente – scrivono – e voi non avete avuto alcuna possibilità di visitare la terra di Cina in Estremo Oriente, la Vostra rinuncia ci ha fatto pensare all’affetto e all’amore mostrato da Sua Santità al Popolo cinese e ai Cattolici cinesi”.
Sembrava “un lungo, profondo silenzio” quello del Papa nei confronti della Cina, dopo che aveva inviato una lettera ai cattolici cinesi. Ma in Cina sapevano che era un silenzio, per così dire, “diplomatico”, che serviva a preservare una comunità. “Sappiamo – scrivono – che Vostra Santità ha dedicato una particolare attenzione alla Cina e riservato un posto speciale nel suo Cuore alla Chiesa cattolica in Cina. Ha cercato di promuovere il dialogo e alleviare la croce che portiamo mostrando preoccupazione e benedicendo la Cina e il popolo cinese”.
I cattolici di Cina elencano i segni d’amore per la Cina che il Papa ha disseminato lungo tutto il suo pontificato: le “speciali benedizioni” per le “centinaia di milioni di nostri connazionali cinesi” in occasione della Festa Annuale di primavera; gli auguri inviati alla Cina che si preparava ai Giochi Olimpici, “mentre la staffetta della torcia della 28ma edizione dei Giochi olimpici di Pechino era ostacolata da una forte opposizione”.E poi, le preghiere invocate e gli appelli in favore di un aiuto internazionale quando la Cina è stata colpita dalle calamità: il terremoto di Wenchuan; il terremoto a Yushum nel Qinghai nel 2010; le frane e le inondazioni a Zhoqu, nel Gansu, sempre nel 2010. “Vostra santità – ricordano i cinesi – a poi offerto per quattro volte generose donazioni attraverso le Jinde Charities tramite Cor Unum.
E poi, i cattolici cinesi non dimenticano la “generosa benedizione impartita al popolo cinese” nel messaggio di Natale di quest’anno. “Nonostante i conflitti e le difficoltà – scrivono – nonostante la tristezza e le delusioni che possiamo avervi arrecato, avete sempre abbracciato la Cina e la Chiesa cattolica in Cina con amore paterno e rispettato e mostrato compassione e sollecitudine per il popolo cinese e i cattolici. Ci ricorderemo sempre di questo affetto e i nostri cuori”.
Sottolineano, i cattolici cinesi, gli sforzi del Papa, in situazioni internazionali complesse e incerte, per “salvaguardare la dignità umana, perseguire la verità, difendere i valori della fede e promuovere attivamente la nuova evangelizzazione”. Difficile dire addio al Papa. “L’atteggiamento libero e aperto che avete mostrato di fronte al potere, l’onore e lo status, e la Vostra risposta forte, perseverante e umana di fronte alle varie sfide, hanno conquistato il rispetto di tutti”. Ma c’è la speranza della preghiera. “Santità – concludono – ci auguriamo che nella Vostra futura vita ritirata continuerete a prendervi cura del piccolo gregge in Cina e che rimarrete in contatto con il popolo cinese nella preghiera”.