Numeri ufficiali Covid-19 del 28 marzo 2021. Folla sul litorale di Ostia, assembramenti nei parchi e feste illegali a Roma nell’ultimo weekend di zona rossa

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Continua a crescere la pressione negli ospedali.

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I dati Covid-19 ufficiali del Ministero della salute di oggi domenica 28 marzo 2021

Ricoverati con sintomi: 28.701 (+80) (+0,28%) [Superata soglia del 40% di allarme, al 43%]
In terapia intensiva: 3.679 (+44) (+1,21%) [con 217 nuovi ingressi del giorno] [*] [Raggiunta la soglia del 40% di allarme, al 40%]
Deceduti: 107.933 (+297) (+0,28%)
Vaccinati [**] e percentuale sulla popolazione (aggiornato al 28 marzo 2021 Ore 17:31): 2.946.751 (4,94% di una platea di 50.773.718 persone da vaccinare)

Dati aggiornati al 28 marzo 2021 ore 18:37 – Fonte Agenas.

La soglia del 30% per le terapie intensive e del 40% per le aree non critiche è individuata dal decreto del Ministro della Salute del 30 aprile 2020. Per area non critica si intendono i posti letto di area medica afferenti alle specialità di malattie infettive, medicina generale e pneumologia.

[*] Dato molto importante, perché permette di verificare al di là del saldo quante persone sono effettivamente entrate in terapia intensiva nelle ultime 24 ore oggetto della comunicazione.
[**] Persone che hanno completato la vaccinazione (prima e seconda dose). Vaccinazione in tempo reale: QUI.

Il sistema “Tutor” per verificare il “trend” dell’epidemia

Media giornaliera dei decessi: 268 (-).

Tabella con i decessi al giorno, il totale dei decessi e la media giornaliera dei decessi [A cura dello Staff del “Blog dell’Editore”]: QUI.

Vaccini Gran Bretagna: 30 milioni “prime dosi”, traguardo in tre mesi

Sono 30.151.000 le persone che hanno ricevuto la loro prima dose tra l’8 dicembre e il 27 marzo, circa il 57% di tutti gli adulti. Altre 3.500.000 di persone hanno avuto una seconda dose, il che vuol dire che in tre mesi sono state somministrate 33.678.000 di dosi in tutto. Il traguardo delle 30.000.000 di dosi è stato salutato con orgoglio dal Primo Ministro Boris Johnson, dal Ministro della Sanità Matt Hancock e dal responsabile governativo per i vaccini Nadhim Zahawi. Intanto il Paese attende l’imminente arrivo di oltre 500.000 dosi del nuovo vaccino statunitense, quello Moderna: si aggiungerà ai milioni di dosi di Pfizer e Oxford-AstraZeneca, già disponibili nel Regno Unito, e aprirà la strada all’immunizzazione di coloro che hanno meno di 50 anni (Fonte SkyTG24).

Gb, avanti tutta coi vaccini: “Da settembre via alla terza dose”

Si comincerà con le categorie a rischio, il nuovo richiamo servirà a prolungare la protezione. E intanto, con il primato di inoculazioni in Europa e con nuovi contagi e decessi ai minimi, si allentano i divieti: da lunedì sarà possibile uscire in gruppi fino a sei persone, e dal 12 aprile i negozi saranno aperti fino alle 22.00.
Dopo essere arrivata prima nella corsa ad approvare i vaccini contro il Covid-19 e nella campagna per il maggior numero di inoculazioni in Europa, la Gran Bretagna si appresta a battere il resto del continente in un’altra categoria: a settembre comincerà già a somministrare una terza dose alla sua popolazione, a partire dalla categoria più a rischio, le persone al di sopra dei 70 anni. Lo ha annunciato Nadhim Zahawi, sottosegretario alla Sanità, in un’intervista con il Daily Telegraph: “Alcune persone riceveranno tre dosi nel giro di dieci mesi”.
In pratica si tratta di quello che viene comunemente definito un “richiamo”: chi avrà già avuto nel corso di quest’anno le prime due dosi del vaccino Pfizer o del vaccino AstraZeneca, potrà averne una terza dell’uno o dell’altro a partire da settembre. Secondo i primi studi, gli anticorpi prodotti da una vaccinazione completa, suddivisa in due dosi per quanto riguarda Pfizer o AstraZeneca (mentre altri vaccini in arrivo, come quello della Johnson&Johnson, sono in una dose singola), possono durare da sei a otto mesi, in alcuni casi forse anche di più. Per prolungarne l’effetto, e per meglio affrontare le nuove varianti del virus che continueranno a presentarsi con la sua evoluzione, a un certo punto servirà un’altra dose: e il Regno Unito sta evidentemente già organizzandosi per farla.
I virologi predicono da tempo che il vaccino per il Covid-19 dovrà diventare una precauzione annuale, esattamente come il vaccino per l’influenza che viene somministrato ogni anno a milioni di anziani, adulti e categorie a rischio, per rinnovarne l’effetto e adeguarlo alle nuove varianti che si sviluppano anche per questa più comune e meglio conosciuta malattia. Bisognerà dunque fare lo stesso per la pandemia che ha sconvolto il mondo e Londra si prepara ad avere abbastanza fiale per una terza dose autunnale: un obiettivo che sicuramente il governo di Boris Johnson ha messo in conto quando ha ordinato centinaia di milioni di dosi e firmato contratti con le aziende farmaceutiche che le impegnano a fornirglieli in tempi relativamente brevi, diversamente da quanto è accaduto finora nel resto d’Europa.
Intanto, da questo lunedì qui inizia il rilassamento delle restrizioni: con il permesso di incontrarsi in gruppi fino a 6 persone all’aperto, che per combinazione coincide con una mini-ondata di caldo prevista per l’inizio della settimana in tutto il paese in cui il termometro potrebbe arrivare a 24 gradi centigradi. L’inizio di un ritorno alla normalità a tappe, che prevede la riapertura dei negozi dal 12 aprile, con orario prolungato, sino alle 10 di sera, per aiutare a rilanciare i consumi e l’economia, e poi via via anche quella di pub e ristoranti. Un risultato reso possibile da un lockdown nazionale in vigore praticamente da prima di Natale e dalla campagna di vaccinazioni che proprio oggi dovrebbe raggiungere quota 30 milioni di persone a cui è stata somministrata già una prima dose e più di 3 milioni a cui ne sono state inoculate due, facendo scendere il numero dei contagi quotidiani intorno a 5 mila e quello delle vittime a meno di cento al giorno. Ma la guerra al Covid continua e gli inglesi già fanno piani per la campagna d’autunno, appunto con il “richiamo” della terza dose (Enrico Franceschini – Repubblica.it, 28 marzo 2021).

Perché i dati sbugiardano i chiusuristi

Che Mario Draghi si sarebbe trovato più a suo agio con le politiche macroeconomiche che non con tutto il resto, lo si sapeva. Quello che però in molti di noi credevamo, e che continuiamo ancora a credere, è che la sua cultura anche umanistica, il naturale e sobrio buon senso, la concretezza, ne avrebbero fatto qualcosa in più di un semplice tecnico, seppur del sommo livello.
Devo dire che quanto affermato l’altra sera in un punto della sua conferenza stampa, che i media conformisti hanno subito riportato compiaciuti ed enfatizzato in funzione antisalviniana, contraddice a pieno il profilo della personalità a tutto tondo che ci eravamo fatti. È infatti da tecnocrate un po’ chiuso mentalmente dire che “se sia pensabile o impensabile riaprire ad aprile dipende dai dati che abbiamo”. In effetti, anche se il senso comune, quello delle persone semplici, porterebbe a mitizzare sua Maestà il Dato, i “numeri che parlano da soli”, il “lo ha detto la Scienza”, da un paio di secoli almeno a questa parte la filosofia e l’epistemologia, e anche la scienza più avveduta, sanno che i dati e i fatti, come diceva Nietzsche, sono “stupidi” e che esiste solo la loro interpretazione. E, fra l’altro, l’interpretazione “oggettivistica”, mitizzante, che ne ha dato Draghi è la più controversa possibile.
Proviamo a spiegarlo in soldoni, semplificando un po’. Intanto, c’è un problema relativo alla raccolta dei dati: chi viene definito “contagiato”, chi è che finisce in terapia solo per il Covid e non per la compresenza di altre serie patologie, chi lo certifica? E le intenzioni del certificatore sono del tutto scevre da pregiudizi o interessi extrascientifici? Poi ci sono problemi di proporzione: non ha senso parlare di contagiati in sé senza rapportarli al numero dei controlli effettuati. C’è anche un problema di correlazione: qual è il rapporto fra una determinata politica di contenimento e gli effetti sul virus?
Ieri La Verità con un’inchiesta ha smontato la “razionalità” della chiusura per colori; ma anche Luca Ricolfi con i suoi tanti articoli ci ha dimostrato, in tutti questi mesi, come gli stessi dati possono essere letti in un modo o nell’altro, e tutti in modo formalmente “scientifico”. Come se non bastasse, c’è però un ulteriore problema da considerare, e che nemmeno Ricolfi considera a fondo da eccellente scienziato sociale qual è: si può estrapolare l’elemento Covid da tutto il resto? Qui ci sovviene Hegel, con la sua idea dell’idealità del finito. O anche, più banalmente, Angelo Branduardi che cantava che “per fare un tavolo ci vuole il legno, per fare il legno…”: così aprendo un processo, avrebbe sempre detto Hegel, di “cattiva infinità”. In sostanza, nel mondo è tutto connesso: per curare i malati di Covid quante energie e risorse sottraiamo alla cura di altre malattie, anche molto più gravi? E quali sono, ad esempio, le conseguenze della vita da reclusi sulla psiche, oltre che sull’istruzione (che pure dovrebbe starci a cuore), dei nostri ragazzi? Sulle conseguenze economiche già tanto si è detto. E quelle sociali? Una vita senza relazioni è degna di essere vissuta, è pienamente umana? La stessa libertà, checché ne pensino i liberali individualisti, può esercitarsi solo davanti a un computer, nel chiuso di una stanza? E si potrebbe continuare, con le domande, per pagine e pagine. Ma si arriverebbe sempre al punto: i dati sono sempre da interpretare, non sono mai “oggettivi” (a parte il fatto, ma qui andiamo sul difficile, che la stessa “oggettività” è una costruzione mentale) (Corrado Ocone – Nicolaporro.it, 28 marzo 2021).

Covid Roma, ultimo weekend in zona rossa: a Ostia parchi e litorale affollati

In molti hanno deciso di fare una passeggiata, un giro in bici, sport all’aria aperta o prendere il sole in spiaggia. Predisposto un piano controlli anti assembramenti. Multe elevate nel fine settimana per assembramenti e feste illegali.
Affollati anche oggi, nell’ultimo weekend in zona rossa, i principali parchi della Capitale, il centro storico come anche il lungomare e le spiagge di Ostia. In molti, approfittando della giornata di sole, hanno deciso di fare una passeggiata, un giro in bici, sport all’aria aperta o a prendere il sole in spiaggia.
Predisposto dalla Questura anche per questo fine settimana un piano di controlli anti assembramenti. Agenti della polizia locale, anche in bici, sono impiegati soprattutto nei parchi e nelle ville storiche dove intervengono, se necessario, per far rispettare le norme anti-Covid-19 (Fonte SkyTG24).

“Passaporti vaccinali quando alcuni vaccinati possono infettare comunque! Ma si può essere più stupidi?” (Andrea Mazzalai @icebergfinanza – Twitter, 26 marzo 2021).

Stato di pura follia!

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